Proseguiamo a tuffo nelle tradizioni nostrane
La ruzzola. Piantiamola di dimenticarci la nostra tradizione a favore di zavagli proposti per sostituirla.
Pubblicato il 20/07/2023
Di recente ho scoperto che per arrivare ai treppi della ruzzola di Zocca, partendo da Bazzano, è più conveniente passare per S. Prospero di Savigno ma questa è una opinione personale.
Un’altra opinione personale è che le considerazioni di quei vecchietti dei giovani d’oggi sono talmente superate da immaginare la ruzzola come una novità in confronto alle trite invenzioni “sportive” (spesso giocate in singolo) proposte da recenti influencer supportatori di novità.
Curiosando e facendo domande ai giocatori di ruzzola che incrociavo durante gli intervalli fra un percorso e l’altro ho scoperto che esiste un campionato nazionale di questo sport che io consideravo solo locale ma che ho scoperto avere molte squadre nelle Marche e negli Abbruzzi.
Certo l’età media dei giocatori di questo sport è piuttosto elevata ma ho notato con piacere che ci sono anche agguerriti giovanotti fra le fila dei giocatori di questo antico sport -“Avresti dovuto arrivare una ventina di anni fa; avresti visto tantissimi giocatori e tanto tifo lungo i treppi: era uno sport molto sentito nel nostro Appennino. Ora è un po’ diverso”.
Fra una foto e l’altra approfondendo la conoscenza e le regole di questa attività ho scoperto che la situazione più sorprendente di questo sport è l’estrema socializzazione dei loro componenti, sempre pronti a raccontarti aneddoti, storie, commenti e soprattutto senza dimenticare il dialetto.
Certo, il dialetto; un arcobaleno di accenti con leggere diversità date dal luogo di provenienza: Montese, Savignano, Lama Mocogno, Gaiato e una miriate di paesi e contrade del Frignano modenese. Divertente parlare in dialetto con loro.
Mi sono reso conto che nonostante tutti giochino per vincere la loro gara e che, ogni tanto, si scatenino con divertenti improperi nei confronti di una scelta di lancio sbagliata, alla fine si trovino a darsi consigli e a fare “balotta” fra loro ridendo e scherzando. Una caratteristica di primo valore che occupa il posto d’onore nei “giochi” della nostra tradizione.
Non cercherò di riassumervi le regole principali del gioco della ruzzola perchè, malgrado mi fossi impegnato a scoprirne le basi, non sarei tanto preciso da ricordarle senza rischio di strafalcioni, soprattutto nell’indicare i nomi tecnici delle componenti dell'”attrezzo” principe di questo sport. Vi consiglio, piuttosto di tuffarvi in un evento di questo tipo e divertirvi con le risate e le incazzature (presto dimenticate) dei componenti. Mischiatevi, fate qualcosa che non vi è indicato da tempo: conoscetevi di persona e divertitevi, ribaltate i consigli della tivvù.
Ruzzolate come la ruzzola, che non ha rotaie fisse entro cui rotellare.
Testo e foto di Roberto (Rore) Cerè per Millecolline