Editoriale
L’Editoriale Millecolline
Pubblicato il 21/05/2023
Oggi è il mio Compleanno
Quando leggerete questo editoriale il mio Compleanno avrà inizio. Scritto con C maiuscola perché è un giorno speciale, così ci ricordavano i nostri genitori e nonni premurosi. Dopo le devastazioni fluviali e delle piogge inesauribili, una piccola luce all’orizzonte può essere vista o inventata come vuole la fantasia del nostalgico pittore.
Quella lucina è la mia nascita, ormai, lontana avendo proprio oggi iniziato il cammino della vecchiaia. Sempre seguendo le cronologie degli esperti, ma io ho sempre preferito pensare che questa particolare circostanza della nostra vita non sia da esaltare come se fosse un unicum, ma un semplice vezzo di ciò che si conosce fin dalla nascita: crescerai e morirai. Il resto è letteratura, pura illusione come i versi della stracitata breve poesia di Neruda
(Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. Ogni giorno.) che come i Baci perugina, ci addolciscono per pochi secondi e poi tutto ritorna come prima. Sono concetti profondi che hanno bisogno di contesti stimolanti, coinvolgenti, di rinnovamento per sentirsi coscienti che non viviamo perché respiriamo, ma perché ogni istante del nostro vivere è come la preghiera che ci solleva verso mete, incontri immaginari per dare senso alla nostra vita.
Noi non abbiamo bisogno solo di preghiere consolatorie e religiose, spirituali, ma anche di preghiere laiche che riguardano l’operosità dell’uomo, le sue convinzioni, la sua voglia di libertà creativa, il suo focus interiore da permettergli di conoscere cosa sia credere, sì, di credere alla Vita, per sapere combattere ogni tentativo di sopraffazione, emarginazione e di distruzione.
Non siamo solo uguali davanti alla legge (entità astratta), ma tutti uguali nel voler essere protagonisti delle nostre brevi o lunghe stagioni delle nostre età. Quello che manca sono le realizzazioni concrete, che l’uomo nella Storia ha pensato, ha tramandato per iscritto, ne sono oggetto del diritto internazionale per tutti gli uomini in ogni Costituzione democratica.
Allora perché non vengono attuate. Le leggi non si dibattono, si applicano. L’uomo rinasce se esiste una cultura della vita, dei diritti, dei doveri, della libera produzione dove come l’artista possa liberamente esprimersi e contribuire alla crescita e maturità di ognuno di noi e dell’ambiente in cui convive.
Le dissociazioni tra dire e fare, tra perseguire idealmente e concretizzare di fatto non si coniugano con i versi di Neruda. Ancora una volta siamo di fronte ai sogni e di sogni l’uomo vive. E la stessa morte è il sogno più profondo.
Ciò che accade ogni giorno in ogni parte di questo vecchio Mondo, è un grido di dolore. I mass media ci hanno abituato a tutto compreso che vivere è virtuale, che non siamo identità, ma folla indiscriminata che ci rende anonimi, automi, sottomessi alle volontà occulte.
Il triste periodo dominato dalla Pandemia, ha rivelato questa angosciante fragilità dell’uomo e ci ha rigettato nel buio della quotidianità deprivata da ogni valore e sentimento vitale.
Abbiamo scoperto che in tutti questi ultimi decenni i potenti della Terra, avevano, progressivamente minato e svuotato le coscienze degli uomini: li avevano fatti nascere come cadaveri viventi.
Durante le terribili restrizioni a causa del Covid 19, ci si ribellava perché eravamo colpiti e limitati del diritto alla libertà di scelta, costretti a stare a casa, impediti di esprimerci, di lavorare con dignità e presenza, di sentirci dimezzati. Ma come abbiamo scoperto che non si rivendicavano più i diritti alla Vita, ai suoi corollari, alle sue specifiche finalità tra il dire ed il fare, alla perdita dell’Io come linfa ramificata della coscienza e conoscenza, del sapere, esplosero i veri desideri repressi: quelli di riconquistare i modelli del consumismo, dell’ebbrezza delle emozioni e dei piaceri alimentati dagli effimeri ideali imposti dal mercato globalizzato. (La filosofia dello schiavo liberato Trimalcione rimetteva tutti a tavola come animali divoratori)
Oggi liberati da certe forme terroristiche subite, sono tutti riversati ai tavoli per bevande e piatti a getto continuo. Ed in tutto questo non valgono le propagande deformando i classici dell’arte o della letteratura. Lo spettacolo della non rinascita si è ricomposto.
Si tratta di riprendere il posto lasciato vuoto per qualche anno e poi, come un fiume in piena, verremo spazzati via, senza conoscere dove ci fermeremo.
Ed io in questo giorno pieno di auguri scontati, cercherò di evocare i momenti che mi hanno fatto rinascere ed a quelli che ho potuto dedicare tutto il mio impeto per migliore le utopie del cambiamento, del sogno di un nuovo (Rinascimento).