Editoriale
L’Editoriale Millecolline
Pubblicato il 16/10/2022
Anche Dio è fascista!
I mesi appena trascorsi hanno segnato un insolito panorama politico italiano mostrando sintomi di incertezza, di immaturità, di superficialità, di indifferenza e di intramontabili comportamenti intriganti e di puro potere.
Mentre scrivo, ormai ad un mese dalle elezioni, il nuovo Governo non si riesce a fare. Tutto si muove, niente si tiene.
Sono convinto che non sia necessario essere un politologo per diagnosticare quello che sarà l’avvenire di un Paese, meglio di ciò che resta di una Repubblica che non abbiamo mai amato, perché alla fine dei conti il credo laico, liberale e repubblicano contenuto nella nostra luminosa Costituzione è stato letteralmente vanificato.
Poiché nulla è inviolabile, anche quando parliamo di valori morali e civili, l’uomo è l’unico animale che può costruire e distruggere, può esaltare e declassare, può essere difensore rigoroso e denigratore senza ritegni. Ed è proprio di cui, da tempo, stiamo assistendo.
Avremmo voluto essere sicuri che ciò che i Padri Costituenti avessero scritto una Costituzione come le tavole di Mosè, immutabili, mentre, invece, dopo pochi decenni dalla sua acclamazione ed approvazione, è divenuta un semplice libello di massime da cancellare perché ritenute inadeguate, superate, obsolete. Un po’ quello che ha fatto la “prestigiosa” Istituzione Treccani producendo il nuovo dizionario della lingua italiana modificando le parole neutre e maschili al femminile: avvocata – avvocato; medica – medico; architetta- architetto; soldata – soldato; assessora – assessore; ministra-ministro – sindaca- sindaco; dottora – dottore; e così fino alla schizofrenia non solo lessicale ma mentale.
È così che si costruisce il declino di una Civiltà, trasformando i modi dell’espressione, dell’uso appropriato delle parole, della comunicazione. Le parole sono forme di pensiero, esprimono pensieri. Non sono marchi per qualificare delle identità di sesso, di genere, di mascheramento della propria alterata identità.
Modificando ciò che per secoli è stato strumento della nostra forma mentis, diviene, inevitabilmente una provocazione per soddisfare un popolo di emarginati, di insicuri, di deprivati affettivi e sociali.
La società di oggi non è soggetta ai malesseri di trasformazioni epocali, è semplicemente malata ed il virus dell’esaltazione demolitrice è il nuovo spettro che si aggira per tutto il Pianeta.
Il famoso “villaggio globale” che caratterizzava la comunicazione di massa è il nuovo amplificatore e diffusore del morbo dell’inciviltà, dell’ignoranza, della negazione e cancellazione di ogni valore storico e culturale. Ci sono stati nel recente passato i primi preoccupanti segnali di questa disastrosa inquietudine: abolizione del Natale e di tutto ciò che si richiami alla religiosità e alla pratica religiosa (abolizione del presepe, dei canti liturgici o natalizi ed ogni tipo di informazione storica, valoriale e di conoscenza della cultura e dei contenuti della Cristianità).
Il virus dissacratorio ha sostituto questa nostra millenaria Tradizione che è alla base di tutte Civiltà Occidentali, con la festa consumistica ed estranea ad ogni principio cristiano con il “carnevale” della Festa di Halloween, di cui da tempo sui network e social circolano i programmi e gli “eventi” per bambini. Un cartellone di inciviltà. Il doppione del Carnevale, un investimento mondiale per consumare il funerale delle proprie culture e qualunque principio educativo e formativo dell’autonoma ed individuale personalità. Questo è un tangibile esempio di come si può diventare schiavi del dio delle giostre della contaminazione dove si vende l’illusione che girare a 10 metri da terra si può volare!
Ecco il grande inganno. Ma le società degli hamburger, quelle di oggi, non possono che ubbidire a questi riti dove la regola è un binomio obbligatorio e meccanico: eseguire = non pensare.
Mentre le nostre tradizioni hanno bisogno di sentimenti, di amore, di conoscenze, di appropriazione, di cultura, di formazione, di identità, di ideali, di miti, di sogni, di solidarietà, di amicizia.
“L’idea di patria non si impone colla forza, ma solo si insegna coll’amore”. Così scriveva il grande Costituente Piero Calamandrei. E questo mi sollecita, di conseguenza, a considerare la campagna denigratoria che tocca la nostra fondamentale triade dei Valori fondanti: Dio, Patria e Famiglia, volutamente con le prime lettere in maiuscolo. È un progetto ben chiaro promosso dal PD durante la campagna elettorale per colpire la “fascista” Meloni di Fratelli d’Italia (che ha vinto l’elezioni).
Ma questo non è il problema. Il problema è un altro: si attacca un partito, definito fascista, e nello stesso tempo diventa fascista la triade Dio, Patria e Famiglia.
Secondo queste intelligenze demolitrici: chi crede in Dio, chi crede nella Patria, chi ama la Famiglia è un anacronista, un incivile, un becero fascista. Forse si sono dimenticati o non hanno mai letto il “progetto” mazziniano che non ha nulla da spartire con le propagande mussoliniane. Mazzini nel costruire la Giovane Italia, valorizzava, da buon cristiano, quei sentimenti di cui ha parlato Calamandrei: ci sono dei valori che non fanno parte delle schermaglie politiche e non possono essere strumentalizzate.
Questo modo di stravolgere non solo la realtà ma la conoscenza, il pensiero, il sentire di ognuno di noi, produce la mortificazione e la distruzione di ciò che di più naturale l’uomo abbia creduto e costruito.
L’ex senatrice Monica Cirinnà durante il corteo dell’8 marzo del 2019, si fece fotografare con un cartello su cui era scritto:
“Dio – Patria – Famiglia / Che Vita de Merda “.
Questa rappresentante del popolo del PD e non italiano è l’emblema per capire il disagio, la solitudine, il bullismo, la violenza ed ogni malessere giovanile delle nuove generazioni. Per fortuna che non è stata rieletta! Se cancelliamo la Storia della Civiltà ed i suoi solidi progetti di Vita crollerà qualunque impalcatura (in senso strutturale) morale, sociale, culturale e di rispetto verso l’altro e la comunità in cui si agisce
“Patria e Famiglia sono come due circoli segnati dentro un circolo maggiore che li contiene; come due gradini d’una scala senza i quali non potreste salire più alto, ma sui quali non v’è permesso arrestarvi”. (Giuseppe Mazzini, dai “Doveri verso l’Umanità”).