Al Teatro delle Ariette saranno Feste d’altri Tempi

La cancel culture potrebbe erodere i nostri riferimenti

Feste di altri tempi quasi a misurare ciò che rimane

Pubblicato il 15/04/2022

Quando in redazione di Millecolline ho ricevuto il comunicato inviato dal Teatro delle Ariette che annunciava la decisione (dico: decisione) di ricordare il 25 aprile e il 1° maggio con una sorta di festa sull’aia mi sono fermato ad immaginare la chiarezza delle loro intenzioni. Mi sono detto che una tale scelta non poteva trovare posto all’interno degli eventi consigliati ma che avrebbe avuto il diritto di avere il suo spazio in un articolo che potesse rimanere in memoria editoriale.

Il Teatro delle Ariette resiste sul mantenimento dei valori nati dalla Liberazione, a dispetto della cultura di erosione (non dichiarata) e deviazione (non dichiarata) della nostra storia recente, cercando di mantenerne il più possibile la memoria senza farsi tarlare dal revisionismo dei sempre più numerosi nuovi storici. Il rischio che stiamo correndo è di assistere ad una declassificazione politica di tali commemorazioni, le quali hanno cercato di ricordare come una Repubblica stesse tentando di conquistare una sua autonomia, e le Ariette ricercano il modo di non disperderne la qualità e il valore.

                                                                                                                                                                                                       Roberto Cerè

  

FESTE D’ALTRI TEMPI 2022
25 aprile e 1° maggio al Teatro delle Ariette

La prima volta è stata nel secolo scorso, alla fine del secolo scorso, forse nel ’98, quando c’era la guerra nella ex-Jugoslavia e gli aerei che andavano a bombardare partivano dalle basi italiane.
Per allestire un’Antigone in Valsamoggia avevamo conosciuto dei vecchi che erano stati partigiani o deportati durante la Seconda Guerra Mondiale.
Forse per fare un piacere a loro, per un debito di riconoscenza, noi, il Teatro delle Ariette, eravamo andati al gran completo a fare la polenta in piazza a Castelletto di Serravalle dopo la manifestazione celebrativa del 25 aprile.
Ormai erano manifestazioni piene di retorica, noiose, non ci andava quasi più nessuno, incontravi solo dei vecchi, ma una corrente nuova cercava di recuperarne e rinnovarne i valori originari, per esempio a Reggio Emilia col concerto Materiali Resistenti e altrove con iniziative e piccoli documentari indipendenti.
Noi stavamo in quella corrente nuova, che non voleva buttare via il bambino con l’acqua sporca, e dimenticare i valori della libertà, della dignità del lavoro, della pace, della resistenza, della giustizia.
Da bravi “Bastian Contrario” cercavamo i vecchi partigiani, le loro storie, la semplicità delle loro feste, dove la gioia era ballare e mangiare assieme, in piazza o sotto casa, senza bisogno di ponti fantasmagorici necessari per raggiungere lontanissime mete esotiche tra il 25 aprile e il 1° maggio.
E le feste del 25 aprile e 1° maggio alle Ariette sono state tante, animate da bellissimi Pranzi Popolari Autogestiti imbanditi su lunghe tavolate attorno al Deposito Attrezzi, a base di tagliatelle, polenta, pasta e fagioli, tortelloni fatti da noi e altrettante buonissime cose preparate e portate da voi, con gli spettacoli di Gianmaria Testa, Laura Cleri, Stefano Cipiciani, le poesie di Sissa e di Bertoni, le straordinarie partecipazioni di Giancarlo Ilari e Laura Seghettini, Têtes de Bois, Mara Redeghieri, Caroline Baglioni, gli studenti del Liceo da Vinci di Casalecchio che con noi hanno messo in scena “The chaplain” di Klaus Mann.
L’ultima volta è stata nel 2019 con la proiezione del film “Naturale” di Livia Giunti.
E oggi? Ha ancora senso festeggiare la bellezza della libertà e della dignità del lavoro in un mondo dove le decisioni sono prese da pochi e non da molti, dove imperversa la propaganda, dove i dissenzienti diventano nemici, la competizione prende il posto della solidarietà e la logica della guerra vince su quella del dialogo?
Noi crediamo di sì.
Oggi ha ancora più senso di ieri. Perché vogliamo resistere al pensiero unico del “non si può fare altrimenti”. Perché vogliamo continuare a immaginare insieme un altro mondo possibile, perché noi sappiamo che c’è, anche se tutti dicono di no.
Diceva Gino Venturi: “Noi abbiamo una libertà che nessuno ci può prendere, noi abbiamo la libertà interiore, e quella te la prendono solo se ti ammazzano”.
Aveva ragione, e noi siamo ancora vivi.

E così abbiamo invitato al Teatro delle Ariette due compagnie, CapoTrave con lo spettacolo “Piccola Patria” e Cada Die Teatro con lo spettacolo “Pesticidio”, che da tempo lavorano su temi sociali importanti: il senso di cittadinanza, la difficoltà di appartenere a una comunità, il diritto al lavoro, non un lavoro qualunque, ma un lavoro che rispetti la dignità dell’uomo e della natura e non sia sottoposto solo alla logica del profitto.

PROGRAMMA

25 aprile
ore 13,00 Pranzo Popolare Autogestito

Noi ci mettiamo i tavoli, i coperti, le tagliatelle e il vino; chi lo desidera può portare qualcosa da condividere.
ore 15,30 Compagnia CapoTrave in “Piccola Patria”
a seguire Presentazione delle attività estive del Teatro delle Ariette

1° maggio
ore 13,00 Pranzo Popolare Autogestito

ore 15,30 Cada Die Teatro in “Pesticidio”
a seguire proiezione del documentario “Dagli scarti nascon tesori” di Cada Die Teatro
in chiusura Presentazione delle attività estive del Teatro delle Ariette

Info e prenotazioni allo 051 6704819 – WhatsApp 338 8389138

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