Editoriale Millecolline. I consigli valgono solo per gli acquisti?

Editoriale

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 27/03/2022

I consigli valgono solo per gli acquisti?

Siamo tutti consapevoli che stiamo vivendo tempi epocali, forse unici da almeno 25 secoli di storia dell’Umanità.

Troppi gli avvenimenti, troppi i cambiamenti, fluviale ed in continua evoluzione il settore delle scoperte scientifiche e tecnologiche.

L’uomo ha cambiato “cavallo” e si illude di galoppare all’infinito, pensando di aver conquistato il famoso elisir di lunga vita.

Si sa che si vive, anche nel XXI secolo, di illusioni, di sogni, di fantasticherie, di stravaganze e di lotterie gratti e vinci e di slot machine.  Ma non è ancora sufficiente e soddisfacente. Le pandemie, le guerre, i flussi migratori, i ribaltamenti politici e militari, le nuove mode sui costumi e nuovi modelli di comportamenti sociali e culturali, non si arrestano a questi “vizietti” di incalliti disperati del gioco d’azzardo nella vana speranza di diventare milionari. Oggi si vive meglio con il diritto di cittadinanza, con i bonus rebus capestro, con il ritorno del “pagherò”, con la rassegnazione di arrivare troppo tardi per prendere un pezzo di pane al vicino centro commerciale.

Vogliamo fare da noi. Anche se sbagliamo, ma qualcuno ci ha suggerito che all’io non si comanda. Dobbiamo esseri liberi in tutto, dobbiamo vivere secondo le nuove leggi epidemiche, di libertà sessuali, di transessualità e del confuso protagonismo femminista a scapito del povero maschio ormai ridotto ad una semplice cornice per arredamenti naif. Ma di fronte a tante ostentazioni di sicurezza, di rottura con la tradizione, si preferire stare seduto ad un dehor  paninaro che al tavolo della  camera da pranzo con tutta la famiglia desiderosa di affetto e di consolazioni. 

Il tempo è quello di un ritorno alla non ragione, alla destrutturazione, alla negazione dei valori dei padri, un ritorno a riconquistare quella insana spensieratezza dell’infanzia, il sentirsi irresponsabili, anzi privi di ogni responsabilità. Vivere all’aria aperta, affollare  senza alcuna limitazione i luoghi del non pensiero, del non essere cresciuti: dal bar ai ristoranti, dalle discoteche ai festival, alle feste popolari a base di crescentine e tigelle, per finire con una corsa da infarto lungo il sabbioso litorale del nostro amato mare Adriatico. Tutti segni inconfondibili che viviamo senza progetti di vita, ci lasciamo rapire dall’ignoto esistenziale e le nostre aspirazioni si confondono le necessità primarie della sopravvivenza.

Avendo perso il contatto con la realtà, con la plasticità e concretezza delle cose, siamo creando un nuovo mondo fatto di sensazioni, emozioni, paure, incertezze, approssimazioni, superficialità e desideri incomunicabili.

La visione virtuale ha preso il sopravvento ed avendo perso la cultura del passato, gli strumenti per una sua ricostruzione e valorizzazione, il famoso orologio molle e liquefatto di Dalì ha cominciato a renderci da uomini ad ominidi, ad essere che non può più leggere lo scorrere le tempo ma assiste inerme alla sua decomposizione.

Un quadro apparentemente apocalittico, ma basterebbe ricordare ciò che ha sprigionato la guerra tra Russia ed Ucraina: la messa al mando del popolo russo. Guai a frequentare un corso di lingua e letteratura russa. O rivedere un film russo premiato con Oscar.

Artisti, intellettuali, protagonisti internazionali nei vari campi della produzione tecnologia e scientifica , vengono radiati dalla società civile di tutto il mondo.

Grande conquista di Civiltà e di Umanità!

L’odio etnico è come la calunnia: sibila ed uccide.

Il paradosso è proprio qui, nel finale, di alcune significative considerazioni: è impossibile oggi dare consigli di moralità ( vedi il declino della Chiesa cattolica, travolta da scandali immondi e nello stesso tempo ha smarrito la visone sacra e spirituale della Vita. Non si parla più di Teologia, ma di Ecologia, di tribù primitive che danzano ai piedi dell’altare di Cristo. Un ritorno al paganesimo con la benedizione dei simboli cristiani ). E’ impossibile anche che i giovani di oggi e le prossime generazioni, possano godere di un mondo migliore, poiché il “mondo” siamo noi e noi lo abbiamo smarrito ed ora ci troviamo lungo la riva del tumultuoso fiume della Vita attoniti, paralizzati , inermi, impotenti.

Come possiamo salvare il mondo se noi ci siamo smarriti?

Non sono le frasi fatte, gli slogan, le parole demenziali di stampo pubblicitario che potranno guidarci verso quella Luce che  è, ormai, tramontata?

Le famose “istruzioni per l’uso” del geniale intellettuale e scrittore Perec , sono state catturate dalla pubblisfera  ( mio neologismo ), per consigliare con  massaggi consolatori, lo sprovveduto consumatore o quello che masochisticamente attende di essere piacevolmente torturato.

I consigli valgono solo per gli acquisti perché sono eteri e nebulizzanti, ma non per la Rinascita dell’Uomo e dei suoi nuovi Destini.

 

                                                                                                                                                  Franchino Falsetti

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