Lettera al direttore di Millecolline

Potrebbe nascere una terza pagina su Millecolline

Una sorpresa ricevere una lettera al Direttore in questi tempi

Pubblicata il 18/01/2021

Lettera al Direttore

Ho deciso proprio durante le recenti vacanze natalizie, di rompere una mia personale riservatezza e di propormi come lettore e non solo come stretto collaboratore, direi fin dalla nascita, di questa stimolante Rivista di cultura ed altro. Questo particolare genere della “lettera” al Direttore, da molti anni ha perso il suo mordente, la sua peculiarità, il suo senso di saper entrare nelle pagine del giornale o della rivista per esternare sentimenti, giudizi, proposte e complimenti. Una sorta di piccoli pro-memoria che diventavano, in certi quotidiani di “razza”, a volte, veri e propri articoli, da leggersi prima del famoso editoriale od elzeviro.

Parlo quando ancora la carta stampata aveva valori di educazione e di formazione del cittadino italiano.

Erano gli antagonisti critici ai noti libri di testo ed in particolare agli invecchiati libri di lettura.

Per capire il mondo bisognava avere sotto il braccio i libri scolastici e qualche giornale e rivista di qualità.

Queste vitali abitudini non erano diffuse e nemmeno incoraggiate da nessuno. Ognuno doveva arrivarci da solo e , soprattutto, aver qualche soldo in più, perché questo tipo formazione aperta e critica, aveva un costo. E la stragrande maggioranza degli studenti di un tempo non potevano permetterselo. Oggi che potrebbero, non si legge e non si scrive. La carta stampata è stata sostituita dalla lettura e scrittura elettronica, dai cell. multiformi e multiuso e tutto si risolve in una unica “applicazione”: inviare e ricevere messaggi; inviare e ricevere informazioni; inviare e ricevere comunicazioni  libere, inutili, ma estreme.

Tutto all’insegna dell’anonimato e dei soliti quattro amici al bar, che con il miracolo della tecnica, si moltiplicano

in modo esponenziale attraverso la catena dei network di qualunque natura. E questo è diventato il monopolio assoluto di come fare e diffondere l’informazione. Non si parla più di Cultura, ma di nuovo tipo di culturame, o meglio ancora come diceva il grande dimenticato scrittore Mastronardi, il catrame. Ed il catrame ci viene gettato addosso e noi, quasi narcotizzati, come dal petrolio pasoliniano,  navighiamo felici e contenti. Non mi sembra un gran salto di qualità, caro Direttore e non credo, neppure che questa situazione, ante o post virus, verrà cambiata o si modificherà, eliminando ogni zavorra  ed ogni atto di distruzione o negazione della persona o personalità umana.

E qui che forse, la nostra Rivista, mi permetto di affermare, può intervenire mostrando di conoscere le lezioni dei Maestri del passato remoto e prossimo e che, pur nella sua modesta realtà, rappresenta l’isola che c’è.

Questa Rivista dal titolo enigmatico ma indicativo di Millecolline,  contiene in sé tutte le condizioni per combinare il rotocalco con il vecchio settimanale, il quotidiano con le stimolanti monografie, la pluralità dei mezzi espressivi ( foto, video, scrittura, audio, ), con i generi classici del giornalismo: dall’intervista ad articoli di varia natura e riflessione.

In poche parole, perché non pensare ad una terza pagina di Millecolline.

E’ vero che non è una testata giornalistica tradizionale, ma il “format” non ha bisogno di alcuna autorizzazione.

Si trarrebbe di rendere più agile e più compatto il “palchetto” dei temi che, mi permetto, di ricordarle, devono essere tassativamente culturali o di affine qualità.

Questo significa, che la famosa terza pagina non era firmata da apprendisti o da coloro che pulivano le scrivanie dei giornalisti, ma erano tutti protagonisti nei settori richiesti ( letterati, scrittori, poeti, scienziati, professori, artisti, musicisti, studiosi ampiamente conosciuti e stimati, etc… ). Non credo che la nostra Rivista debba essere considerata come una vetrina di cose note od ignote. Non è uno spazio per diventare, ma uno spazio per esserci, per donare, per far conoscere ed educare, per rendere tutto formativo. Leggere Millecolline, vuol dire fare una scelta, vuol dire aspettarsi sempre qualcosa che possa incuriosire, coinvolgere, spronare a riprendere, a dare continuità ed integrazione alla propria educazione e Cultura.

Millecolline, una rivista da sfogliare per cogliere pensieri, riflessioni, ideologie, insomma, una piccola patria, quella che ci hanno tolto in questi ultimi trent’anni.

Caro Direttore, questa magnifica Rivista, può diventare una sorta di breviario laico, in cui si svolgono indagini, approfondimenti, inchieste, dialoghi fantastici e reali sul mondo che cambia e che non assomiglia al nostro mondo.

Un legame più evidente e forte con le nostre tradizioni, con i nostri valori ( della piccola patria ), con i ricordi delle persone dimenticate, ma che sono stati i nostri primi e grandi Maestri. Una Rivista che deve saper dare la “voce” a tutti coloro che vivono e producono il senso della Vita, con le loro opere, le loro idee, il loro impegno sociale e civile.

Questi non sanno scrivere le “terze pagine”, ma sanno offrire con il loro esempio concreto ed entusiasmo quotidiano, le lezioni più belle di cui oggi abbiamo bisogno per non dimenticare, per non essere dimenticati, e per non sentirci cancellati dalle mode che radicate nel presente, negano ogni prospettiva, ogni forma di coraggio che ci aiuti a rinascere, con più dignità, più cultura ed umanità.

Cordialmente,

Franchino Falsetti

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