Cattivi Pensieri. Dietro il covid-19, la pandemia: il nulla!

Dietro il covid-19, la pandemia: il nulla!

Cattivi Pensieri

 

Pubblicato il 14/11/2020

 

Stiamo, nuovamente, rivivendo le frenesie e le concitate giornate del marzo scorso alla vigilia del lockdown  nazionale.

Tutti noi siamo consapevoli che gli italiani saranno meno liberi, ed in modo progressivo l’Italia sarà meno democratica, i cittadini saranno sempre più deprivati dei propri diritti previsti dalla “invidiata” Costituzione repubblicana e della tradizionale “dialettica” poilitico-sindacale che ci aveva distinto fino al fatidico anno “rivoluzionario” 1992 ( fine del ruolo dei partiti storici, fine della Prima repubblica, vittoria della politica del “tintinnar” di manette). Inizio dei nuovi e vecchi gironi infernali della nostra società, di memoria  fervida dantesca.

Sì perché, metaforicamente, l’Italia ricorda quella di Petrarca e di Dante, dove l’intrigo, la corruzione, la tirannide, l’immoralità, il sopruso, la decadenza dei costumi civili e religiosi avevano stravolto ogni tradizione ed ogni rispetto della persona e della collettività.

Un periodo triste di inciviltà e di onnipotenza da parte dei governanti e dei loro seguaci.

Ed ecco che il famoso cono  rovesciato dei gironi infernali del Sommo poeta ritorna di attualità, poiché la nostra società è ricaduta nel baratro della improvvisazione, della corruzione dilagante, delle “cupole” malavitose , delle nuove onnipotenze degli incapaci e mediocri collocati tutti al posto di comando, con l’unico scopo quello di distruggere, poiché per far questo non bisogna studiare, né essere professionisti di fama.

In questa grottesca e pericolosa  situazione  anche la Chiesa, come ai tempi di Petrarca e di Dante, sta vivendo le sue inquietudine e la sua perdita del “sacro”. La Chiesa segue i dettami del Governo Luna Park, dell’azzardo sociale e dei provvedimenti da olio di ricino.

E ha mescolato la fede con i regolamenti, i luoghi sacri come centro di accoglienza e di benedizioni con le mani ben igienizzate ( sanificate  ma forse leggono santificate ).

Resta, comunque, una verità allarmante: viviamo la stessa società condannata ed umiliata, la stessa società  privata del suo legittimo futuro e con situazioni impressionanti, di cui nessuno parla e nessuno si preoccupa, come l’esistenza di due milioni di giovani che non studiano e non lavorano!!!

Come è possibile che dopo oltre 9 mesi di convivenza terroristica con il peggior virus del nuovo Millennio, l’unico rimedio è quello di segregare 60 milioni d’italiani, di seviziarli e torturarli con continui provvedimenti, emendamenti, ritocchi ed errori su errori?

Con superficialità ed incroci di polemiche tra scienziati, virologi, psicologici , sociologici e altra specie innominabile? Nessuna rassicurazione. Solo dati da censimento anagrafico e da bollettino cimiteriale. I massa media ci hanno invaso in tutti questi mesi dalla mattina alla sera di immagini infinite e di servizi inutili, assurdi e mortificanti sia per i contenuti che per le persone che venivano citate o presentate. C’è stato un periodo che tutti erano eroi perché mascherarono le inadempienze ed il disastro della nostra sanità pubblica.

Quali eroi? I medici e gli infermieri che sono morti come quei poveri giovani ( 17 – 18 anni ) mandati al macello nella Prima Guerra Mondiale. Anche quelli furono chiamati eroi, ma coprivano le incapacità, la mediocrità , l’incompetenza dei generali e dei loro comandanti. Una guerra inutile venne definita. E qui possiamo dire: i nostri bravi medici ed infermieri “sono  morti per nulla”. Privi di ogni strumento e struttura efficace per far fronte alla devastante furia del codiv-19.

Il dovere professionale e l’abnegazione personale non li hanno salvati, non erano qualità sufficienti per renderli operativi ed “immuni” di fronte al malefico e subdolo intruso.

Ma, nel frattempo, si moltiplicavano le ipocrisie, le menzogne di stato, le complicità, le incomprensioni, il disfattismo, il terrorismo, la paura. E dietro il vecchio motto “tutti per uno”, si sostituiva il nuovo “ uno solo per tutti”. Ed abbiamo visto nascere una nuova forma di potere. Con tutte le caratteristiche del buon escamotage  che vuol cambiare la società italiana, per rendere gli italiani distratti, smarriti, addormentati e remissivi.

Per portare la nostra economia all’anno zero, ad uno standard minimo, solo per garantire le prime necessità e mantenere  però i tributi comunali, regionali e le tasse da pagare allo Stato sul proprio reddito ( pressoché inesistente ), come se non fosse successo niente.

Si procede per tentativi tanto per vedere l’effetto che fa! Tanto si ripete all’infinito la famosa battuta geniale di Guareschi: “ contrordine compagni”!!! E tutto va bene. Va bene per forza. Nessuno si lamenta. Qualcuno protesta. Ma rientra nel folklore popolare dei temperamenti regionali o locali.

In Italia sono scomparse le voci contro. Le voci che impensierivano i vecchi politici democristiani e non solo. Mancano la sinistra e la destra storica. Mancano i sindacati, ormai, ridotti a raduni con pentole, tamburi, bandiere da super mercato e nenie post unitarie.

In compenso abbiamo l’armata Brancaleone costituita dagli innumerevoli intrattenimenti delle verbosità ( i penosi talk  show ). Collocati in ogni ora del giorno, a partire dalla mattina, nel pomeriggio, sera, fino a mezzanotte. Una pervasiva lottizzazione dell’informazione che serve solo alle imprese pubblicitarie ed alle numerose donne veline conduttrici senza distinzione di colore od ideologia, perché hanno tutte le stesso obiettivo: rendersi piacevoli e rendere edulcorato tutto quello che viene impastato.

Nessuna idea, nessun pensiero, nessun vero argomento. Ma tutti dicono le stesse insulse  parole, invitano tutti gli stessi protagonisti in cerca di una certa dignità e visibile vanità. Piccoli orrori per mantenere  ulteriormente inebetiti gli italiani, che si scoprono sempre più ignoranti e sempre più incapaci di saper parlare in italiano, data l’ invasione colorita e scoppiettante della supremazia della presenza dialettale delle nostre regioni meridionali . Ma come si parlerà in Italia nel nostro prossimo futuro?

In neolingua, sicuramente, ma con accenti e cadenze multicolori come la maggioranza degli attuali governanti, commissari, alti dirigenti e professionisti.

Si dovrebbe, comunque, spegnere la tv e ricordarsi  questo incipit immortale:

 

Ahi serva Italia, di dolore ostello,

nave senza nocchiere in gran tempesta,

non donna di provincie, ma bordello!”.

( Dante, Purgatorio, canto VI, vv.76-78 )

 

E queste parole immortali ed attualissime per noi, ci fanno anche dire, con convinzione e sicurezza,  che dietro il covid-19, la pandemia, non c’è nulla!

 

                                                                              Franchino Falsetti

        

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