In occasione del Natale c’è una mostra dedicata alla tradizione
Presepi genovesi da visitare
Pubblicato il 10/12/2018
Il luogo e l’atmosfera non potevano essere più indicati per la presentazione di veri capolavori di una particolare arte votiva tutta italiana e con precise caratterizzazioni simboliche ed artistiche. Il Museo Davia Bargellini ospita i Presepi genovesi del Settecento dal Museo Giannettino Luxoro.
Bologna, Napoli e Genova erano le tre città che si contendevano questa ricerca della rappresentazione e della tradizione del Presepe, nel saper trasfigurare non solo l’affetto votivo dei credenti ma le evocazioni che ogni “statuina” poteva richiamare.
Il Presepe come identità dell’anima popolare delle rispettive città, delle loro diverse presenze sociali e culturali e dei motivi , affascinanti nelle minuziose realizzazioni, dell’incanto e del mistero del Natale.
Rispetto alle diverse produzioni e diffusione del “fenomeno presepiale”, la capitale dell’antica Repubblica di Genova, sin dagli inizi del Seicento, si distinse per la connotazione spettacolare affidata alle figure ed alla spettacolare scenografia:
“…L’utilizzo di figure a manichino articolato, con occhi di vetro, abiti in tessuto ( più raramente con parrucche di capelli artificiali ), disposte all’interno di elaborate scenografie e talora animate da movimenti meccanici, trasformava il presepe in un apparato effimero che si poneva a mezzo tra un tableau vivant ed una rappresentazione teatrale”. Così scrivono i curatori Giulio Sommariva e Simonetta Maione, sul piccolo e prezioso catalogo. Le “statuine” del Presepe bolognese in terracotta a stampo e quelle genovesi in legno di ricercata bellezza espressiva e ritmica in abiti impreziositi di pietre autentiche sembrano pronte a narrarci vicende lontane, leggende di terre e di uomini che si incamminano verso la luce della redenzione, della nascita, della consolazione nell’adorare il Bambino Gesù, giacente su una culla fatta di fieno in una semplice ed umile capanna.
Ammirare questi capolavori artistici e nel ascoltare le ricche illustrazioni storiche dei curatori bolognesi e genovesi, non posso non fare una considerazione che non esalta questa significativa arte devozionale verso la tradizione del sentimento religioso e cristiano, come avveniva ancora diversi anni fa nel secolo scorso, perché, nel frattempo, si stanno modificando i valori di quella cultura e si preferisce non parlare del Natale, addirittura negarlo, denigrarlo, banalizzarlo.
I bimbi non provano più la gioia del Natale, l’atmosfera magica del fare il Presepe, il calori degli affetti del Famiglia, della Sacra Famiglia. E non ascoltano più l’inno cantato dagli angeli per tutti gli uomini di buona volontà.
Non è più viva e sentita la tradizione di un Evento spirituale e storico che ha segnato la cultura di XX secoli di storia, in ogni parte del nostro piccolo grande mondo.
Guardare queste bellezze artistiche in miniatura non devono soltanto sollevare interessi di cronaca per i giornalisti od addetti ai lavori, guardare e far conoscere queste preziosità, significa cercare di contrastare il vento della indifferenza e cancellazione di questa nostra triste epoca, significa rendere viva questa presenza artistica e storica nelle scuole, negli ambiti associativi e produttivi, perché non siano solo testimonianze da conservare nei Musei, sotto teche, lontane da ogni tipo di conoscenza, di valorizzazione, di riproposizione di una qualcosa che può continuare a vivere in noi , non come memoria del passato, ma come continuità del passato per una illuminazione del presente e per la costruzione di nuove utopie culturali dell’umanità futura.
Come sarebbe ancora emozionante ascoltare e rivivere con le poesie di Gozzano o di Pascoli quanto ci ha tramandato Luca : “…. Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe il bambino che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. E noi vorremmo diffondere all’uomo della precarietà contemporanea, con eventi di alti significati come questo, la visione poetica e artistica del Presepe come simbolo trionfante della nostra rinascita ed una nuova riconquista dei valori esistenziali ed essenziali per la continuità della Vita.
Franchino Falsetti- Critico d’Arte
Presepi genovesi del Settecento dal Museo Giannettino Luxoro
A cura di Mark Gregory d’Apuzzo, Simonetta Maione, Giulio Sommariva
In collaborazione con Fernando e Gioia Lanzi
Istituzione Bologna Musei – Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini
Strada Maggiore, 44 – Bologna
7 dicembre 2018 – 20 gennaio 2019