Due fine settimana di foto in un castello in collina
Alla Biennale di Fotografia a Levizzano
Pubblicato il 05/11/2025
La biennale di fotografia al castello di Levizzano, sostenuta dal Comune di Castelvetro (Mo) e promossa da FotoArt, si è conclusa il 2 novembre dopo due fine settimana di intensi incontri.
Le ampie sale del castello hanno ospitato molti autori fotografi a cui si è aggiunto il Circolo Fotografico Colibrì (Mo), il CAI Modena, il Museo Marano e i vincitori del concorso fotografico “Sensazioni viaggianti” indetto dall’organizzazione, ovvero FotoArt di Francesco De Marco.
Per la cronaca i vincitori del concorso “Sensazioni Viaggianti” sono:
Sez. Foto singola
1. Marco Pierli
2. Giuseppe Caleffi
3. Luigi Rivasi
4. Gianni Morandi
5. Silvia Facchini
Sez. Racconta una Storia:
1. Mara Leporati
2. Giuliano Bandieri

“Buongiorno, benvenuti a FotoArt, questa è una biennale di fotografia; al piano terra potrete trovare alcuni dipinti di autori locali mentre al primo piano e secondo piano ci sono le mostre fotografiche e più su, all’ultimo piano, la mostra del CAI di Modena con il calendario 2025”.
Ogni ospite che varcava la soglia del castello veniva accolto da queste parole pronunciate da Francesco De Marco che poi, come promemoria indicava il volantino con gli orari di ogni incontro previsto.
“Al sabato arriva gente ma la giornata migliore è senz’altro la domenica, allora il pubblico è molto più numeroso e poi ci sono anche le iniziative collaterali come presentazioni e shooting fotografici”.

Salgo al primo piano e appena girato l’angolo mi accoglie l’alto porticato del castello che offre la sua visuale sulle case e sulle viti coltivate di Levizzano, un buon inizio. Sono arrivato presto ma già ci sono persone che si aggirano fra le sale; la prima mostra che incontro è il lavoro di Ivano Adversi Gluck Auf – Une Histoire minière a cura di Cristina Bertelli/Terzo tropico, il racconto di ciò che resta a ricordare le miniere in Belgio. Poi, superando la soglia della grande sala si entra nella raccolta fotografica Ivano Venturelli che, sempre impegnato a spiegare il proprio lavoro agli ospiti, presenta un progetto contemporaneo: “This is Palestine”.

Nel frattempo i visitatori continuano ad entrare e come sempre cerco di verificare la fascia di età, lo so è un mio gioco, per verificare se la fotografia rientra negli interessi dei giovanotti che attraversano i nostri anni. Nessun giovanotto/a ma, mi dico, probabilmente al sabato sono tutti a scuola.
Io salgo e scendo varie volte i piani del castello e in questo vagare incontro “Fan di stelle”, la sala a cura di Davide Borghi che presenta vari autori che si dedicano alla fotografia astronomica. Una simpatica curiosità di questo allestimento è certamente la stazione spaziale orbitante costruita interamente con mattoncini Lego…

Ancora un autore lungo il percorso, Ermanno Ferrarini, che propone un classico dell’arte fotografica ovvero il ritratto con “Visi sguardi”. Ci sono davvero tanti esempi di immagini con varianti di luce in studio e luce naturale mentre, nello spigolo lontano della saletta, l’autore ha allestito una piccola sala posa per coloro che volessero farsi ritrarre.
Poi c’è una cosa che attrae per la sua particolarità quasi giocosa “Echi dal castello”: in un ambiente allestito in stile da ricreare atmosfere misteriose e antiche ecco che compaiono le foto in costume presentate dal Circolo Colibri (MO) che ha lavorato con modelli nelle sale del castello per ricreare atmosfere di altri tempi.

Infilandosi nella porticina della sala dei premiati al concorso si accede ad un piano fortificato esterno dove, a terra, ci sono alcune gigantografie in tessuto plastico che fanno parte del lavoro “Clima. I cambiamenti climatici, una scomoda certezza” risultato di una lunga e accurata ricerca a cura di FotoArt con immagini di Francesco De Marco e Giordano Cerè. Mostra che ha girato in parecchie sale dei comuni del nostro territorio.

All’ultimo piano, in un arredo che simula i capanni di osservazione tipici di birdwatcher e foto-naturalisti, ecco ritrovare Giordano Cerè che illustra le foto a cura del CISNIAR ODV e del Museo Civico di Ecologia e Storia Naturale di Marano sul Panaro (Mo). In questo allestimento si sono potuti osservare alcuni animali nel loro ambiente naturale (il più naturale possibile, perlomeno) attraverso fotografie di più autori appassionati.

Per ultimo, ma non ultimo, ecco l’angolo dedicato al foto-calendario del CAI di Modena con tutte le 12 fotografie originali esposte in mostra.
Se avete seguito i passi di questo articolo avrete certamente notato una mancanza sottotraccia. Una mancanza che non riguarda i vari indirizzi che la fotografia dedica a svariati argomenti.
Una mancanza che si riferisce ad una generazione; nonostante questa biennale sia stata creata per dare visibilità e riconoscimento ai “giovani” nessun giovane si è presentato all’appello. La mancanza di passaggio di testimone fra generazioni colpisce anche la fotografia, non solo il pubblico che ormai si divide in due: coloro che hanno dai 26 ai 55 anni (bravi ad informarsi attraverso la tecnologia WEB ma disinteressati ad essere pubblico curioso e presente di persona) e coloro che hanno dai 55 anni in su (che ancora trovano piacere a partecipare di persona come pubblico ma che disdegnano la comunicazione WEB preferendo canali che non informano più).
Questo, probabilmente, è uno dei motivi per cui si verifica sempre più un dissanguamento partecipativo alle attività artistiche proposte (che si pensa siano dedicate ai soli operatori di settore).
L’impoverimento culturale diffuso soprattutto nelle giovani generazioni (cancel culture) dipende anche dalle ragioni indicate (parliamone!) ed è per tale motivo che il nostro sostegno ad organizzatori che ancora credono alla “presenza” e partecipazione, come gli organizzatori della biennale di fotografia al castello Levizzano, va tutta la nostra stima.
Testo di Roberto Cerè per Millecolline.

