EDITORIALE Millecolline. Viviamo di surrogati, anche di Libertà frappè

Editoriale della domenica

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 29/06/2025

Viviamo di surrogati, anche di Libertà frappè

Forse qualcuno penserà che abbia voluto creare una certa assonanza con il clima torrido di queste settimane e di inventare un titolo che possa aiutarci a rinfrescare le idee. Nessuna assonanza. Una pura coincidenza.

Si solito le notizie estive si sciolgono più rapidamente del solito proprio perché troppo esposte alla calura climatica ma anche alla calura del tasso di accettabilità della notizia stessa. Montanelli diceva che il giornale, il giorno dopo un valeva niente.

Come per dire che le notizia si bruciano in fretta e con rapidità si cancellano. È proprio quello che verifichiamo ogni giorno.

Le notizia non bastano più. Dobbiamo creare dei valori aggiunti, artificiali che tendano a distrarre od a non fare pagare nulla, perché le notizia, oggi, si costruiscono sul nulla, non più sul sentir dire, ma sul nulla.

È sufficiente iniziare un articolo con “Si sentono lontani dei rumori, la battaglia è sicuramente aspra. Noi abbiamo trovato in tempo un sicuro rifugio… e così discorrendo “.

Pertanto la notizia non è il cappello che introduce problematicamente un evento, una storia importante, un reale pericolo di vaste dimensioni, ma semplicemente un esordio per poi far seguire libere narrazioni, molto spesso, inventate, lette sulla stampa estera, sulle varie fonti d’informazioni ed alla fine ecco il riassunto in dieci righe del/sul nulla.

Ed il lettore legge un surrogato, una sorta di placebo per non sentirsi agitato, per considerare ancora una volta che quello che succede di tragico in questo anno terribile (2025) non ci appartiene, non ci riguarda.

Sono mondi lontani, sono accadimenti che non ci emozionano. Ma mille giornalisti, molti giovanissimi e ragazze di borgate, che giocano ad essere le Fallaci e sono le nuove commesse della rete nazionale ed internazionale della disinformazione.

Ma cosa può aver letto una “giornalista“ di 23 anni ? Per essere corrispondente da Gaza, Iran, Ucrania, Gerusalemme, Siria , Turchia o dal Parlamento Europeo?

Al di là dei “vecchi” dipendenti Rai, il resto fa parte di una enorme scolaresca dove si sono formati allo stesso modo con le stesse righe da imparare a memoria e con le stesse dispense obbligatorie per seguire i Corsi.

Ma, non avendo talento, ma massificati su una scelta professionale di grande impegno culturale, imparano modelli standard e prevale il surrogato, dove si parla per non comunicare, si scrive per evaporizzare, si fanno vedere e producono filmati come se fossero film d’animazione per un Festival enigmistico sul come non fare un filmato, un documentario, una cronaca video registrata sulla guerra vera o presunta.

Una realtà surrogata, dove i sensi non servono più: non sono le nostre finestre, come si diceva un tempo, per arieggiare la realtà, per percepirla e capirla e saperla comunicare agli altri.

Sono tali i prodotti inscatolati che ci hanno condizionato nel vivere quotidiano che anche ciò che caratterizza gli strumenti del fare conoscenza o informazione, dell’educare o del renderci consapevoli dei fatti che accadono, che è opportuno trovare uno slogan che sia pronto il surrogato da memorizzare, ripetere, diluire secondo le circostanze visive, televisive, fotografiche, o dei mezzi che viaggiano sulle autostrade dell’Internet.

L’obiettivo è, ormai, conosciuto: aprire il serraglio degli aspiranti alle centinaia di migliaia di premi che arredano la Società ma non la cambiano poiché la Cultura non è più coltivata, mentre i prodotti per visualizzare le parole alimentano lo stile del messaggio da inviare e connettersi e ci rendono felici perché è arrivato bene a destinazione.

Il nostro modello di pensiero e di pensare si è atrofizzato, ristretto, incapace di articolare ed argomentare.

Abbiamo sostituito il pensare per ramificazioni e siamo passati al pensiero unico orizzontale alimentato da liofilizzati e surrogati di ogni tipo, per ogni soluzione.

Saper ragionare consentiva saper valorizzare e scegliere.

I documenti a disposizioni erano i testi originali, in lingua originale. Oggi si studia sui surrogati, sui sunti dei sunti, sulle riduzioni come avveniva per i libri per ragazzi, Nessuna consapevolezza, riflessioni, convinzioni, maturità, capacità di potenziare la propria creatività od inventività.

Ma il sapere, come studio delle fonti e relativi approfondimenti, si legava alla conoscenza di altri valori come la Libertà!

Anche la Libertà ha perso la sua consistenza valoriale, ideale, di garanzia per essere liberi di sapere e di poter esercitare ovunque il senso nobile e fondamentale dei suoi significati.

Se la conoscenza e suoi diffusori si alimentano di surrogati, la Libertà è diventata un frappè: tutti ne parlano ma nessuno sa cosa sia realmente e cosa significhi difenderla, praticarla, renderla una dei primari diritti dell’uomo sapiente, civile, democratico.

 

Franchino Falsetti

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