Editoriale della domenica
L’Editoriale Millecolline
Pubblicato il 06/04/2025
La democrazia ci rende liberi?
Gli eventi politici, culturali e sociali di cui siamo spettatori e non protagonisti, stanno chiudendo gli ottant’anni di un tempo storico che sembrava non finire e di trasformare il “lungo tempo di pace” con ogni triste ripresa di distruzione e di cancellazione di ogni solido ideale.
Non è il solito piagnisteo degli incompresi, ma è l’amara costatazione dimostrata dalla travolgente e diffusa incapacità di saper fronteggiare l’emergenza, una crisi d’identità, un inevitabile cambiamento epocale.
Ci stiamo accorgendo che anche la democrazia è stata contagiata e snaturata ed anch’essa genera mostri. Forse non ci si è accorti che il popolo non ha alcun riconoscimento o funzione e le società funzionano come se l’uomo non esistesse.
Sta di nuovo ritornando il sistema oligarchico, assolutista, il governo nelle mani dei nuovi monarchi senza dinastie o rami nobiliari.
Gli obiettivi non sono il benessere dell’umanità, ma la difesa dei propri interessi, dei propri confini, delle proprie risorse industriali e produttive. Si ritorna al governo delle Nazioni forti e a nuove forme di schiavismo, di emarginazione, di negazione di ogni diritto umano ed umanitario.
Viviamo sempre più in una società “ipotetica” dove la conoscenza, la verità e la libertà sono titoli per un girotondo nelle piazze dei risorti guelfi e ghibellini.
Non abbiamo mai studiato ed applicato quanto ricordava il grande filosofo Kant a proposito dell’Illuminismo: “L’illuminismo è l’uscita dell’uomo da una minorità che va imputata a lui stesso. Minorità è l’incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro […]”.
Ciò significa che bisognava rivoluzionare tutte le istituzioni pubbliche e private che avevano diretto e condizionato la vita di ogni essere umano.
Dopo quasi tre secoli dall’Illuminismo abbiamo solo da leggere atrocità, rovine, macerie non solo materiali ma di migliaia di fosse comuni dove sono stati seppelliti i sogni, i diritti, i pensieri, il futuro di decine di generazioni.
E quelle che verranno poiché il sonno della ragione continua ed il famoso “materialismo” (consumismo – capitalistico – neo borghese) ha trionfato, anche tra i paesi poveri, emergenti, in attesa di conquistare gli elementari valori di sopravvivenza.
Tra le categorie importanti del pensiero illuminista: libertà ed eguaglianza si nasconde la grande Utopia del messaggio cristiano, osteggiato dagli enciclopedisti, ma è un insuperabile barriera per la piena realizzazione idealizzata della filosofia naturale di “nascere liberi ed uguali”.
Utopie parallele che tuttora rimangono insolvibili perché il potere che ci governa ha affidato l’organizzazione sociale alla macchina della Burocrazia e della Globalizzazione negativa che considera l’uomo oggetto di merce e non soggetto protagonista di saperi e di azioni autonome (illuministe).
La nuova politica americana ha attivato un nuovo Congresso di Vienna (1815) avviando processi di restaurazione non solo per la libera circolazione delle merci, ma per la libera circolazione delle idee e dell’uomo. Nel voler ripristinare il “vecchio regime”, sta a sua volta cancellando i lenti progressi fatti dalla scienza, dalla cultura, dalla tecnologia.
La voglia di pianificare per meglio governare (narcisisticamente) ed appiattire ogni autonoma identità della persona e del pensiero dissidente. Una grossolana riproposizione delle decadenze democratiche greche (l’origine logistico dove la filosofia guidava menti e produzione, diritti e doveri, ma il popolo era sempre sovrano nelle scelte e nelle condanne).
Le forme di disgregazione del sistema democratico portarono ad anarchiche dissoluzioni con lotte fratricide e distruzione di ogni testimonianza dei gloriosi tempi vissuti e delle floridezze conquistate.
È quello che sta accadendo oggi, in questo momento nel vecchio e nuovo mondo (Europa ed America). Inutile, per non dire stupida, la cronachetta italiana che ci ha imposta lo spauracchio del ritorno del fascismo, con pennivendoli alla Scurati che, senza alcuna competenza del metodo storico e delle sue teorie (ma attento al mercato dei mass media e dei premi letterati a go go) ci ha oscurato in banalità e in giullari denigrazioni, senza far conoscere (agli ignoranti) un periodo che ha goduto di grandezze ed innovazioni culturali – sociali (di cui ancora oggi beneficiamo) e di tragiche decadenze.
La Storia si diceva è maestra di Vita.
In questo caso io vorrei consigliare di non leggere libri scritti per un mercato ideologicamente infetto e fuorviante.
Nelle Prediche inutili, il grande Presidente Einaudi scriveva: Conoscere per deliberare. Io vorrei aggiungere anche per governare.
La democrazia italiana e le altre forme democratiche dell’Occidente sono in pericolo: stanno cedendo alle velleità del potere effimero ed alle suggestioni assolutiste e sovraniste. Certo a nuove forme persecutorie, censorie, di negazione della libertà, della verità, della uguaglianza dei diritti sociali ed umani.
Franchino Falsetti
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