EDITORIALE Millecolline. Quel vento sottile dell’ovest

Editoriale della domenica

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 21/01/2024

Quel vento sottile dell’ovest

Negli ultimi governi della nostra acciaccata Repubblica, compreso, quello in corso, al di là dei colori che retoricamente li distingue, l’orientamento politico è quello di far fronte alle emerge ed alle velleità dei singoli personalismi.

Abbiamo sostituito i soliti noti della prima Repubblica ed oggi abbiamo l’ossessione dei soliti noti della seconda Repubblica.

Non è una bella rivoluzione.

È un lento cambiamento che ha fatto dire a qualcuno che l’Italia si è addormentata. I segni di questo diffuso torpore sono riconoscibili come il morbillo.

I mass media nelle loro continue trasformazioni hanno snaturato lo scopo principale dell’informazione, pertanto, invece, di fare informazione e fornire a tutti le condizioni di partecipare e di essere consapevoli oggettivamente di verità di cui preoccuparsi e quindi trovare risoluzioni di ampia popolarità e consenso, si limitano ad essere il microfono dei vari esponenti parlamentari in cerca d’autore.

Un’informazione, si diceva un tempo, settaria, monocorde, quasi l’anticamera delle nuove “veline” della censura governativa di vecchia memoria. È vero che la stampa italiana rivendicano la libertà di stampa, che ci sono giornali che da anni il loro obiettivo è quello di sentirsi giustizieri e cacciatori degli “scheletri negli armadi”, ma questo non vuol dire fare informazione.

In questo modo non si educa nessuno a capire e tanto meno a conoscere la gestione della cosa pubblica. I mali oggi sono le parole gonfiate demagogicamente dalle parti avversarie o da coloro che fingono di aver scoperto i virus mortali della democrazia: da primariato a sovranismo.

Non mi sembrano trovate geniali, anche perché non sono “bubboni” dello stato della democrazia italiana, ma sono le sottili soffiate del vento dell’Ovest, che da decenni, insieme a deleteri altri fenomeni come il pensiero unico, la globalizzazione, la cancellazione della cultura del passato e dei valori che distinguono la diversità tra i popoli europei ed occidentali, hanno di fatto, creato, come nelle intelligenti anticipazioni di Umberto Eco, il nemico non solo da additare, ma da abbattere, elevando ed utilizzando ogni forma di violenza da quella verbale a quella materiale.

Io non amo scrivere elogi per nessuno perché la mia vocazione culturale è quella di essere un ricercatore di verità, ma è certo che questo vento dell’Ovest, iniziato con le presidenze di Reagan, dei Bush fino a Trump e Biden, hanno contaminato i paesi europei e sono esplose le crisi ideologiche e demolito i forti sistemi politici dei governi (della guerra fredda) che  dopo la caduta del Muro (1989) si sono trovi nell’incertezza e nell’incapacità di saper studiare il “nuovo” e, quindi, hanno, in buona parte, ripiegato su vecchie nostalgie e forme autoritarie, alimentate anche dai flussi migratori, da una nuova intraprendente classe di dirigenti, di banchieri, di nuovi ed enigmatici potenti sostenitori delle avventure scientifiche e tecnologiche. La filosofia del Grande Fratello, sembra il vangelo del’età contemporanea ed in particolare del XXI secolo.

E mentre si spende il tempo utile per studiare e pensare non solo Italia ma nel mondo Occidentale (Europa in testa) a nuovi piani organici ed efficaci per far cessare i conflitti in corso che possono essere i germi della terza guerra mondiale, da tempo il nemico risvegliato è di nuovo il fascismo.

Siamo d’accordo che nessuno rivuole forme autoritarie che predicano la violenza, la distruzione e la negazione di ogni libertà personale e civile, ma è anche vero che se si registrano episodi che possono allarmare, non è sufficiente polemizzare o rispolverare luoghi comuni che generano soltanto sorrisi ironici ed il ritorno del vecchio e ridicolo teatrino della politica italiana.

Quest’anno è l’anno di Giacomo Matteotti, un grande socialista liberale e maestro di democrazia. Spero che questa esemplare figura di parlamentare e di intellettuale venga ricordato non per far parlare i soliti noti (i mezzi busti della politica) ma di presentarlo nelle scuole, negli incontri culturali pubblici, in Parlamento (dedicare una giornata di studio e cercare di cogliere il rigore morale e l’insegnamento per essere un vero cittadino democratico) e nelle trasmissioni di maggiore audience perché tutti possano conoscerlo, poiché ai più è un illustre sconosciuto.

“L’Italia di oggi non rassomiglia quasi per nulla a quella scaturita dall’azione convergente del primo (vero) centro-sinistra, fortemente voluto da Piero Nenni, e dal sindacato italiano nel momento della sua maggiore unità e del suo maggior prestigio. A quella, remota, stagione riformatrice tennero dietro crisi, tensioni, colpi di mano, strategia della tensione, declino, suicidio delle principali politiche. Ma, per tenerci soprattutto all’ultimo tempo della nostra vicenda, possiamo ragionevolmente affermare che, tra i fattori che più hanno pesato, un posto di rilievo spetta al “fattore UE”. Che, proprio perciò, non riguarda soltanto il nostro paese”.                                              (Luciano Canfora, La democrazia dei Signori, Editori Laterza, Bari-Roma, 2022 ).

 

                                                                                                                                         Franchino Falsetti

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