EDITORIALE Millecolline. Le buone abitudini non ci sono più

Editoriale

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 31/12/2023

Le buone abitudini non ci sono più

Il termine tradizione non va confuso né con la parola costume, né con la parola abitudine.

La tradizione è un sistema di valori, il costume è una tendenza della moda del momento, l’abitudine è ciò che ci permette di agire la quotidianità.

Tanto per esemplificare, perché qui non siamo in una succursale della Crusca.

Poiché siamo nell’ultimo giorno dell’anno 2023, le tre paroline sopra ricordate nel passato prossimo determinavano una sorta di sinergia, cioè i festeggiamenti variavano a seconda della storia, della cultura degli ottomila Comuni d’Italia.

In pochi decenni non più un vento dell’Est ma dell’Ovest ha cominciato a soffiare in senso contrario e ha segnato tracce dappertutto e molti sono stati gli abbattimenti delle presenze visibili del mondo della tradizione e delle sue indelebili testimonianze.

Come al tempo della contestazione ci si voleva dipingere di nero, anche oggi nella diaspora più totale e nella destrutturazione di ogni rigoroso sistema sociale, il nero prevale su ogni altro colore, come i ruoli dell’uomo e della donna affidati dalla divina Provvidenza sono mescolati come un mazzo di carte per giocare a “sbarazzino”. 

Coloro che producono queste visioni dalla testa in su pensano di essere intelligenti e di fornire utili strumenti per non avere pensiero unico. Invece sono proprio questi “scarti” della politica, della cultura e della società che confermano il dominante consumismo che tende nella “provocazione” bambinesca di legittimare un nuovo e fruttuoso mercato di valori “alternativi” inventati ma condizionanti per sentirsi diversi da chi sta al potere o mostra evidenti segni di contrarietà o di difesa del pensiero logico e razionale.

Alcuni buontemponi parlamentari del gruppo + Europa hanno realizzato una cartolina di presepi con due Madonne, due San Giuseppe, il Bambino nero, una Maria da sola. Oltre l’evidente oltraggio alla religione cristiana, l’infantilismo emerge e sono da farli regredire all’asilo nido a cantare: Amabarabà ciccì coccò!

Non abbiamo bisogno di costruire il nemico, come dissertava l’impareggiabile satiro Umberto Eco, ma di temere e combatter il fuoco amico, quelli che prendono il sodalizio senza alcuna merito e nessuna competenza, ma si permettono di giocare a domino sui modelli del pensiero e del pensare.

Loro incapaci di pensare e di essere solo, invece, pronti ad imitare (copiare) il pensiero degli altri, i lucignoli che sono disseminati in ogni angolo di questa vecchia, stanca ed insofferente Terra.

Ebbene questi personaggi e i loro compagni, in questa sera di san Silvestro, dovrebbero essere considerati delle zavorre, delle cose inutili e quindi secondo un certo costume ritrovarsi in mezzo alla spazzatura, ai rifiuti dell’anno vecchio.

E così ogni predicatore cattivo maestro, ogni esponente della Chiesa cattolica che, pur di colmare il vuoto delle vocazioni, si rende interprete di questi insani cambiamenti fino a benedire le unioni omosessuali, modificare le sacre scritture, arrivare ad abdicare la propria identità di sacerdoti in Cristo.

Le scuole sono palestre di parole in libertà, dei non luoghi in cui non si impara, ma si devono recuperare le affettività, affrontare gli stati d’ansia, i malesseri sociali e relative incapacità per saper vivere con il sorriso nella scuola del benessere.

Un’ottima pedagogia per la prossima generazione dominata dall’intelligenza artificiale.

Il bilancio di fine anno sembrerebbe lo stesso, ma quest’anno le novità ci sono: oltre alla tradizione, il Vecchione bolognese, Igort dal nome dell’autore, figura ispirata ai nostalgici richiami fumettistici e ai cartoon americani e giapponesi brucerà il costume e l’abitudine.

Ancora prevale la cultura trasgressiva del “fumetto”, che non è un prodotto del Rinascimento ma di quelle generazioni che sostituirono la letteratura, la poesia, la musica, il teatro, alle strisce fumettistiche underground e poi emblema di costume come l’eskimo, il tascapane di tela a tracolla ed i pensieri di Mao. La Cina si diceva era vicina, oggi più che mai, ma non con il libretto rosso in mano, bensì con fiumi di denaro per dominare il mondo.

Anche questo potrebbe essere un pacchetto sporco da spazzare, poiché contiene quelle idee che illusero alcune generazioni e per alcuni continuano ad essere l’unica consolazione che è rimasta.

                                                                                                                             Franchino Falsetti

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