Editoriale
L’Editoriale Millecolline
Pubblicato il 09/07/2023
Bologna capitale del nuovo Stato Pontificio
Mi dispiace che non si possano approfondire certi concetti e certi riferimenti storici e di sviluppo tematico, perché troppi sarebbero i collegamenti e le inevitabili considerazioni e valutazioni. Cercherò, comunque, non di descrivere fatti ma di pensarli in una rievocazione utile per continuare, ciascuno in modo autonomo, i propri approfondimenti.
La Storia è maestra di vita, ci insegnavano un tempo. E questa “sentenza” dobbiamo considerarla come una semplice verità. È vero che non tutto si ripete allo stesso modo, ma è anche vero che modelli, comportamenti, mode, mentalità, strategie, il già pensato e fatto, possiamo ripeterlo, secondo la formula “corsi e ricorsi”.
Nel seguire e vivere questi ultimi cinquant’anni, decisivi per capire ogni trasformazione epocale e sviluppi socio-culturali, si ha la sensazione di rivivere i famosi versi del Sommo Poeta: trovarci in “una selva oscura, ché la dritta via era smarrita”.
Può apparire un paragone azzardato, ma non troppo.
L’uomo moderno, contemporaneo, progressista senza limiti, ha “clonato” i tempi passati, quelli che, altrove, su scenari a luci sfavillanti vengono “montati” come teatrini ambulanti per giocare a reinventare la realtà.
La regola d’obbligo era ed è: distrarre ed ingannare. La Storia deve ripetersi perché l’uomo ha già consolidato nei secoli gli ambienti della propria sopravvivenza e del dominio su questa terra. Ci preoccupiamo, giustamente, dell’ecosistema, ma non ci preoccupiamo che l’analfabetismo sia pari al 94% della popolazione terrestre.
Ci preoccupiamo di patteggiare una “pace giusta” (che si fa fatica a capire cosa sia questa nuova formula gesuitica) ma non ci preoccupiamo di rendere l’uomo davvero libero e capace di saper orientare la propria vita non secondo imposizioni predeterminate da mascherati sistemi sociali e politici, ma secondo quella necessaria scelta che nasce dal rendere tutti gli uomini “costruttori operativi”.
Ma con queste considerazioni possiamo essere catalogati come gli ultimi utopisti e sognatori. È con queste etichette che il potere conservatore e conquistatore ha selezionato e poi cancellato eroici pensatori e protagonisti di nuovi modi di pensare con di nuove elaborazioni dei propri ideali.
Bologna, già città papalina e seconda dopo Roma, ha ritrovato la strada del nuovo potere temporale. Le eccellenze recenti dal cardinale Biffi a Caffarra erano voci dissonanti, cristiane e critiche verso il potere laico bolognese di trazione petroniana.
Le loro voci, i loro discorsi, sono stati di grande esempio e di conforto per molti cattolici ed hanno sempre distinto la vanità dell’apparire dall’essere una presenza, a volte scomoda, critica verso il declino di una città “grassa ed opulenta”.
Nel Convegno su “La Chiesa di Bologna e la cultura europea”, il cardinale Biffi ricordava come “a imitazione di Roma, anche Bologna è stata concepita come un catechismo architettonico. Essa canta la sua fede anche dai muri. I suoi portici esprimono una civiltà dell’accoglienza. E la basilica di S. Petronio, espressione di una laicità sana, cristiana e consapevole di sé. I bolognesi sapevano essere presenti nel tempo come testimoni dell’eterno”. […]
“Io credo – era la risposta di Biffi – che la nostra Chiesa sia ancora in grado di suscitare la fame e la sete di verità, di amore, vera libertà, di risvegliare la domanda per ridare un’anima se non all’Europa, almeno all’Italia, liberandola dai pesanti condizionamenti di quella asfittica ‘cultura del niente’ che produce frutti di morte. Se sarà così, potremo ancora dire “Bononia docet”?” (1 dicembre 2000).
Un piccolo estratto per leggere in profondità l’essenza dell’essere cristiano e del rendersi conto dei pericoli che la nostra Civiltà, la nostra tradizione, stavano rischiando.
Questo non accade con il nuovo Cardinale Zuppi che è un abbonato a cariche, incarichi, missioni, collaboratore del Comune di Bologna, presenzialista in ogni dove e tuttologo dell’effimero e della spettacolarità della cronaca quotidiana. Ora anche inviato dal papa che “sbatte” (il Manifesto del 7 giugno 2023) sulla controffensiva nella guerra in corso tra Ucraina e Russia.
Sempre sullo stesso articolo del Manifesto: “Zelensky incontra il Cardinale Zuppi: -Grazie ma la guerra è qui da noi, e non abbiamo bisogno di un mediatore.
Poi la missione a Mosca: un incontro tra le Chiese, una voglia di tessere ben altri rapporti. Ma certo è che la Chiesa cattolica oggi preferisce i mass media, la cultura del presente, un nuovo esercizio del potere non solo temporale.
Tutto come prima. Non è stato sufficiente la Breccia di Porta Pia.
Non possiamo più assistere al penoso e ridicolo ritorno dei Legati pontifici (il card. Zuppi sta interpretando questo ruolo per la Bologna pontificia), né sentirci condizionati ed invasi quotidianamente dalla presenza di alcuni influencers della nomenclatura ecclesiale per nuove forme di confusione e deformazione spirituale.
Ma noi non siamo una Repubblica? Non viviamo in uno stato laico? Ed allora di cosa abbiamo bisogno? Questo fatiscente Stato della cristianità non è riuscito a capire le nuove religiosità, il nuovo senso dello spirituale e del sacro a sta cercando di distrarre l’attenzione della vergogna della pedofilia, che sembra più naturale, in questa mondiale congregazione, della propria missione con cui è vissuto finora.
La fede cristiana non nasce mangiando il tortellino islamico, né con i soliti insignificanti messaggi sull’immigrazione che impedisce al governo italiano di esprimersi in modo “indipendente” con efficaci risoluzioni.
Siamo nuovamente ossessionati dalla retorica che non apre le menti, ma ci rende doppiamente schiavi.
I sacerdoti di oggi assomigliano a quelli dell’antica Civiltà Egizia: custodi e sostenitori del potere dei Faraoni, per rendere il popolo sempre suddito, impaurito, schiavizzato, ignorante.
Anche le Civiltà muoiono e la Chiesa cristiana cattolica sa del proprio declino, anche attraverso certi inequivocabili constatazioni: le Chiese si svuotano, la Parola di Cristo si è mescolata con le nuove stregonerie del politeismo dilagante, le vocazioni sono inesistenti ed i nuovi sacerdoti arriveranno, come i Re Magi, dall’Oriente.