CATTIVI PENSIERI. Santa Bologna, ora pro nobis…

Inviti ad abbandonare il pensiero unico

Sono considerazioni come fossero Cattivi Pensieri per chiedersi altro: siamo tutti colpevoli ?

Pubblicato il 02/06/2023

Santa Bologna, ora pro nobis…

Può apparire un’invocazione goliardica, ma, più benevolmente, è una bonaria imprecazione perché, da un po’ di tempo, come dal titolo di una nota Associazione bolognese, Succede solo a Bologna!

Come ricordo, molto spesso, su questa Rivista viviamo il secolo delle trasformazioni epocali e i radicali declini che anche questa nostra amata città consuma ogni giorno, compreso il ripetersi degli stessi episodi distruttivi e mortificanti che la confinano al destino dei ricordi, senza aspettare che i posteri possano emettere la famosa “ardua sentenza”.

In pochi giorni si sono registrati: vandalismi al Pincio (Montagnola) di vaste dimensioni e costi elevatissimi per ripulire; imbrattamento al muro d’ingresso del nobile Palazzo Albergati (Via Saragozza); apertura, in pieno centro, di una pasticceria, accreditata in altre città italiane, che sforna dolci riproducendo le forme dei genitali maschili e femminili ed altre amenità.

il-Pincio-Montagnola-vandalizzata

 

Sono consapevole che tutto questo è frutto di un apocalittico cambiamento e che la gente si è abituata, anzi cammina senza guardare perché rincorre i propri individuali interessi e desideri. E nulla la deve distrarre o quanto meno far pensare.

Siamo di fronte ad una sorta d’involuzione sociale, cioè si valuta il “proprio particulare” e si ignora ogni vicina o lontana problematica. Anche i mass media, così vituperati, stanno soffrendo queste distanze, direi rifiuto alle forme paranoiche in cui anche l’intrattenimento è caduto: la tv non ci condiziona più di tanto. Si preferisce uscire e stare insieme per cercare di cogliere quel calore di coesione, di convivialità di cui si sente sempre più il bisogno, come una positiva risposta alla solitudine, alla deprivazione affettiva, alla perdita dei sentimenti.

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Il rischio è l’assuefazione e la trasmissione dei modelli di vedere ed interpretare la vita. Tutto artefatto, tutto manipolato, ma il vecchio detto “non è vero ma ci credo” è la nuova sicurezza per evitare la disperazione totale.

Mentre scrivevo queste note di sottolineatura di ciò che più bizzarro accade anche a Bologna e di ciò che invece, un certo lassismo e tolleranza di maniera governano questa città permettendone ogni abusivismo ed ogni attivismo  distruttivo (come i sessantottini nuovi ecologistici falsi moralizzatori dell’Ultima generazione), le notizie relative ai disastri apocalittici nella nostra Regione e nella nostre storiche strade cittadine, hanno ulteriormente messo in stridente evidenza il sorriso della propaganda e della leggerezza politica e delle sue fattibilità, mi hanno fatto pensare non solo alla fragilità della nostra esistenza ma al cinismo con cui, in tanti decenni, siamo stati e siamo governati.

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Tutti pronti a giustificare e tutti pronti ad aprire conti correnti per aiutare. E poi…  E poi con i primi raggi di sole tutto ritorna come prima, ma i morti rimangono, la tragedia di aver perso tutto rimane: dalla casa alla ricchezza delle coltivazioni, allevamenti, produzioni del nostro benessere sociale ed economico.

Ci si affida al volontariato che può solo pulire ciò che è diventato spazzatura. Non sono gli angeli della salvezza, sono quelli della solidarietà e della speranza. Ma in queste distruzioni bibliche non sono sufficienti. Ci vuole un cambio di mentalità ed una programmazione che regoli gli assetti territoriali e ciò che può custodirli, proteggerli. Una progettualità ingegneristica ed economica. Una priorità per la nostra salvezza esistenziale, sociale, di sicura Comunità.

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Non posso più scrivere. Mi sento troppo addolorato. Questa immane calamità non è casuale ed ha bisogno di atti urgenti per affrontare l’emergenza e per una vera e sicura rinascita.

 

                                                             Franchino Falsetti

 

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