Una po’ come i bouquinistes parigini (ma non vendiamo libri usati)
Millecose in Redazione, da oggi 19 aprile 2023
Pubblicato il 17/05/2023
Millecose in Redazione è la raccolta di inviti che ci giungono ma che non possiamo/riusciamo a pubblicare in rivista (visto lo spazio esiguo). Ci dispiace però non pubblicarle, così proviamo a raccoglierli tutti insieme in un unico articolo per poi chiedere al lettore di avere la pazienza di cercare per trovare cose per lui interessanti. Come di fronte una bancarella.
Numero tre
La Galleria d’Arte Contemporanea Wikiarte
in Galleria Falcone e Borsellino 2/D Bologna
È lieta di informarvi che
sabato 20 maggio 2023
ore 17.00
si terrà l’apertura delle mostre personali di
EMILIA AGOSTI
e
EMANUELA DE FRANCESCHI
Classicismo, ripreso in chiave contemporanea, evocativo di un tempo trascorso che diviene protagonista della rappresentazione: della poetica del ricordo, permeata di vivace nostalgia, espressa nel susseguirsi dei soggetti. E magia del corpo come della sua dinamica, la cui narrativa è trade union di un’estetica che unisce spirito e materia, armonicamente, nel connubio dell’artefatto.
Evidenza di una ricerca costante il cui incipit risiede nella memoria sempre viva di un attento sguardo volto al cielo. Eco di un tempo trascorso che assurge a matrice del cambiamento, anticipato da una profonda riflessione, che rivisita gli iniziali dettami estetici dell’artista romana Emanuela De Franceschi. Da cui scomposizione armonica della visione d’origine, scandita da un pulsante bisogno declinato tra la scelta senziente di un’estetica innovativa e l’attenzione, volta a soggetti diversi, non più frutto della realtà circostante ma tratti dalla classicità, ripresa sovente nelle rappresentazioni di maschere, che divengono fulcro corrente della poetica dell’artista. Da cui immagini come metafore, da Pirandello a Mitoraj, la cui costante attualità valica il limite del tempo, o del ricordo, risolvendosi nella drammaticità della loro stessa replicazione, se non già fonti del prossimo accostamento al linguaggio visuale, palesemente contemporaneo, della street art.
Presenza e assenza, contatto e distanza se non materia e spiritualità. Elementi solo all’apparenza opposti perchè parte di un unicum, dove l’arte funge da ‘porta regale ed il corpo come simbolo e mezzo visibile che rimanda all’invisibile’, citando le parole dell’artista Emilia Agosti. Da cui la poetica, intrisa di cambiamento, ripresa dalla dinamica di un corpo che diventa media, meglio ancora vettore di un sentire pulsante cui filosofia, teatro e segno fanno da fondamento. Da qui tele a terra, non sul cavalletto, su cui l’atto del body printing imprime pigmenti di colore, permanenti e duraturi, se non impronta ed ultima testimonianza del ritorno all’essenza. E tela come un vuoto, colmato da polveri, forme e colori che sullo sfondo, cangiante come un incessante evolvere, dipingono un impulso già riflesso di un sogno, di un film o di gradito incontro; in perpetua oscillazione tra concetto e forma, qui inscindibili, perchè pervasi l’uno dell’altro, nel racconto visuale della poesia del corpo.
Testo critico e presentazione:
Pietro Franca
Sponsorizzata e pubblicizzata da:
www.palazzopallavicini.com
www.fogacci.net
www.axeleventsmanagement.com
www.virtualstudios.it
Per i possessori di CARD CULTURA sconti riservati sull’acquisto delle opere
Durata mostra:
20 maggio – 01 giugno 2023
dal martedì al sabato dalle 11.00/13.00 – 15.00/18.00
01 giugno chiusura ore 13.00
Torna il Deltablues di Rovigo giunto alla sua 36° edizione sempre all’insegna della musica di qualità.
Molto ricco – anche in questa edizione 2023 – il programma dello storico festival, che vede l’ormai consueta e sempre molto gettonata crociera di anteprima lungo le acque del fiume Po – venerdì 2 giugno – con due artisti d’eccellenza, quali l’americano Luke Winslow-King e il nostro Roberto Luti, che renderanno magico il tramonto durante la navigazione di venerdì 2 giugno.
A seguire, partendo da venerdì 16 giugno e fino a domenica 9 luglio il festival si suddividerà, oltre che a Rovigo, tra alcune ormai consolidate sedi come Loreo, Adria e Lendinara e vedrà una ricca programmazione con ospiti del calibro di Rossana Casale, Sugar Blue Band e Tommy Castro & The Painkillers in data unica in Italia, tra i tanti.
All’insegna del gemellaggio ideale tra i delta del Po e del Mississippi la trentaseiesima edizione del Festival Deltablues ripropone dopo la pandemia la “Blues Cruise” nel Delta del Po.
Protagonisti il duo, Luke Winslow-King & Roberto Luti, che interpretano al meglio il Blues di New Orleans.
Luke Winslow King cantante e chitarrista, maestro della “slide guitar”, originario del Michigan ma affermatosi musicalmente a New Orleans dove risiede da giovanissimo, è considerato tra i migliori interpreti del “Blues della Louisiana” ed è presenza fissa nei maggiori festival internazionali.
Lo accompagna il chitarrista livornese Roberto Luti, senz’altro tra i migliori esponenti della scena musicale Blues italiana per oltre dieci anni negli Stati Uniti dove ha collezionando collaborazioni con i più grandi interpreti statunitensi.
Un evento da non perdere nel magico ambiente del Delta del Po dove si potrà godere delle note Blues assieme alle bellezze ambientali e paesaggistiche del nostro Delta.
INFORMAZIONI UTILI PER LA BLUES CRUISE
- Data: venerdì 2 giugno 2023
- Luogo di partenza: attracco di Cà Tiepolo di Porto Tolle alle ore 19,00 (imbarco alle ore 18,45 sulla nave Venere di Navigazione Cacciatori)
- Programma: la navigazione svolgerà nel cuore del Delta del Po lungo il Po di Pila e la “Busa di Tramontana”, fino alle ultime propaggini del Delta dove il fiume incontra il mare
- Prezzi: Il costo dell’escursione in nave con il concerto è di € 15,00 – riduzione del 20% per soci COOP Alleanza 3.0, Slow Food e Rovigo Jazz Club (riduzioni non cumulabili)
- Prenotazioni: info@deltablues.it
- Informazioni: www.deltablues.it – tel. 346 6028609
Bologna art books festival
Festival del libro d’arte, Bologna
prima edizione
a cura di Danilo Montanari e Lorenzo Balbi
26, 27 e 28 maggio 2023
Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
via Don Minzoni 14, Bologna
presentazione e preview stampa: venerdì 26 maggio, ore 11.00
inaugurazione: venerdì 26 maggio, ore 12.00
venerdì 26 maggio, ore 12.00 – 19.00
sabato 27 e domenica 28 maggio, ore 10.00 – 19.00
accesso con biglietto collezione MAMbo
www.mambo-bologna.org
Bologna, 28 aprile 2023. Danilo Montanari Editore in collaborazione con Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna presenta la prima edizione di BOOKS, il festival dedicato ai libri d’arte e d’artista a cura di Danilo Montanari e Lorenzo Balbi che si terrà negli spazi della Sala delle Ciminiere del museo da venerdì 26 a domenica 28 maggio 2023.
Nato dall’idea di non disperdere l’eredità di due manifestazioni fondamentali del settore –Artelibro, il Festival del Libro d’Arte che si è svolto a Bologna dal 2003 al 2014, e FLAT – Fiera Libro Arte Torino, appuntamento internazionale che ha animato il capoluogo piemontese dal 2017 al 2019 – BOOKS intende posizionarsi in un segmento “laterale” seppur non strettamente alternativo al fenomeno delle fiere, con l’obiettivo di proporre, grazie al libro come medium, contenuti e occasioni che facilitino il rapporto diretto, di conoscenza e scambio, tra artisti e collezionisti, senza rinunciare a una vocazione di mercato.
Per la prima edizione di BOOKS, gli ampi spazi della Sala delle Ciminiere accoglieranno circa 40 espositori, librai ed editori del settore, italiani e internazionali, presenti con veri e propri progetti sul libro d’arte: non stand, ma tavoli di approfondimento concentrati su un numero limitato di titoli, non superiore alle 100 unità per espositore.
Accanto ai tavoli degli espositori, sempre all’interno della Sala delle Ciminiere troveranno spazio otto focus espositivi: dalla presentazione di tutti i libri d’artista di Franco Vaccari ai 5 libri nati negli anni Settanta dalla collaborazione tra Claudio Parmiggiani e Mario Diacono; dai libri in edizione limitata di Paolo Ventura a tutti i libri curati da Luigi Ghirri durante la sua attività di artista e fotografo; dai libri d’artista di Daniela Comani dagli anni Novanta a oggi fino a una selezione della produzione di Jacopo Benassi e a un omaggio postumo all’artista Irma Blank, scomparsa pochi giorni fa.
Un focus monografico sarà inoltre riservato a Giorgio Maffei, con circa 50 libri da lui curati: libri sui libri, dedicati alla produzione di maestri come Bruno Munari, Alighiero Boetti e Sol LeWitt.
L’allestimento di BOOKS sarà organizzato in modo da favorire lo scambio conviviale: al centro della Sala delle Ciminiere troverà spazio un’area lounge in modo che gli incontri con gli autori e i collezionisti possano svolgersi in dialogo con i focus espositivi, senza soluzione di continuità.
Un programma di talk e conversazioni arricchirà di stimoli la tre giorni e avrà come cardine la lectio di Anne Moeglin-Delcroix, autrice di Esthétique du livre d’artiste (1997), saggio che dalla sua prima edizione si è affermato nel mondo come lo studio di riferimento sull’argomento.
La prima edizione del Bologna art books festival si avvale di un comitato scientifico composto da Silvia Alessandri, Mario Diacono, Liliana De Matteis e Giovanna Pesci.
L’immagine guida di BOOKS è stata ideata da Paolo Ventura.
L’ambiente sonoro che accompagnerà il festival è realizzato da Carolina Martines.
Il progetto prevede la collaborazione con gallerie e istituzioni culturali della città.
BOOKS fa parte di Bologna Portici Festival – Heritage meets Creativity, l’evento promosso e coordinato dal Comune di Bologna per celebrare i Portici Patrimonio dell’Umanità UNESCO nell’ambito del cartellone di eventi Bologna Estate. Proprio il portico dell’Ex Forno del Pane, edificio storico che ospita il MAMbo, è tra quelli selezionati nella lista UNESCO.
Si ringraziano per la collaborazione: Collezione Maramotti, Archivio Luigi Ghirri, Galleria Studio G7, Galleria P420, Maffei Studio Bibliografico.
La mostra d’arte contemporanea LE ENERGIE DELLA PERSIA, a cura di Eleonora Frattarolo, con la partecipazione di Roya Khadjavi, verrà inaugurata il 4 Maggio 2023 alle ore 19, nello spazio di THE ROOOM, studio di comunicazione per la sostenibilità, che ha sede a Bologna nello storico palazzo Montanari Aldrovandi in via Galliera 8. Ancora una volta, con questa mostra, THE ROOOM afferma l’importanza nevralgica della creatività nello sviluppo di una cultura condivisa, che spinge, sostiene e sprona la formazione di una coscienza civile attenta alla protezione dei beni comuni, alle emergenze ecologiche, alle diseguaglianze economiche, alla parità di genere e alla difesa dei diritti umani.
LE ENERGIE DELLA PERSIA implica la convinzione che la cultura sia il più potente strumento di semina e produzione di consapevolezza sociale e di forza trainante del cambiamento.
Protagonisti dell’esposizione sono gli artisti iraniani Majid Bita, Tooraj Khamenehzadeh, Sima Shafti, Amir Sharifpour, Sepideh Salehi e Kamran Taherimoghaddam, che con linguaggi diversi vivono la drammatica attuale situazione del proprio Paese certi che per comprendere il presente occorra conoscere il passato, certi che l’immaginazione e l’arte siano strumenti più potenti dei cannoni per conquistare libertà di pensiero e parità tra esseri umani.
LE ENERGIE DELLA PERSIA a cura di Eleonora Frattarolo con la partecipazione di Roya Khadjavi
Dove: the rooom, via Galliera n. 8 – 40121 Bologna
dal 04 maggio al 30 maggio 2023
Inaugurazione: 04 maggio 2023 dalle 19 alle 22
Orari di apertura: dal 05 maggio al 31 maggio 2023 da lunedì al venerdì: 9.30-12.30 / 15.00-18.00
Contatti: +39 375 5604011 | www.therooom.it
La partecipazione è su prenotazione a press@therooom.it
YUVAL AVITAL, MÉCANIQUES DISCURSIVES, IS THIS REAL?
Tre mostre da non perdere all’insegna dell’arte contemporanea e della sperimentazione, tra visite guidate gratuite ogni sabato e aperture straordinarie in occasione delle prossime festività.
Yuval Avital. About birds
A cura di Elisa Camesasca
23/03 – 04/06/2023
FMAV – Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande 103, Modena
Orari: mercoledì – venerdì: ore 11-13, 16-19;
sabato, domenica e festivi: ore 11-19
Ingresso libero
—
Mécaniques Discursives. Don’t follow the guide!
Fred Penelle & Yannick Jacquet
A cura di Francesca Fontana
23/03 – 20/08/2023
FMAV – Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande 103, Modena
Orari: mercoledì – venerdì: ore 11-13, 16-19;
sabato, domenica e festivi: ore 11-19
Orari a luglio e agosto: mercoledì – domenica e festivi: ore 15-19
Ingresso: intero 6 € / ridotto 4 € (Circuito Vivaticket). Il biglietto consente di visitare dal 20 maggio anche la mostra Yannick Jacquet. Finger plays: dal teatro delle ombre ai social network al Museo della Figurina.
—
Is this real? L’arte nell’epoca della Game Engine Culture
A cura di Valentino Catricalà
23/03 – 20/08/2023
FMAV – Palazzina dei Giardini, Corso Cavour 2, Modena
Orari: mercoledì – venerdì: ore 11-13, 16-19;
sabato, domenica e festivi: ore 11-19
Orari a luglio e agosto: mercoledì – domenica e festivi: ore 15-19
Ingresso libero
INGE MORATH
Fotografare da Venezia in poi
Venezia, Museo di Palazzo Grimani
18 gennaio – 4 giugno 2023
Comunicato Stampa
Venerdì 21 aprile, al Museo di Palazzo Grimani
Italo Zannier per Inge Morath
Una serie di appuntamenti e visite guidate accompagnano gli ultimi due mesi di apertura di “Inge Morath. Fotografare da Venezia in poi”, allestita sino al 4 giugno al Museo di Palazzo Grimani. La mostra, a cura di Kurt Kaindl e Brigitte Blüml, con Valeria Finocchi, è stata promossa dalla Direzione regionale Musei Veneto (direttore Daniele Ferrara) e da Suazes in collaborazione con Fotohof, Salisburgo, con il patrocinio e il sostegno del Forum Austriaco di Cultura di Milano e con la partnership di Horm.
L’appuntamento di venerdì 21 aprile, alle 17, è di particolare rilievo. Si parlerà di fotografia insieme ad uno dei maggiori esperti di quest’arte, il prof. Italo Zannier, fotografo e storico della fotografia italiana, autore di importanti saggi di storia e tecnica della fotografia. I partecipanti all’evento (tariffa ridotto speciale € 7,00 per i prenotati, prenotazione obbligatoria, fino ad esaurimento posti, al n. 041.2411507 o mail a drm-ven.grimani@cultura.gov.it) potranno visitare la mostra con un’introduzione della direttrice del Museo, dott.ssa Valeria Finocchi, alle ore 16.00.
L’incontro con il prof. Zannier permetterà di sviluppare il tema della fotografia come “atto imprescindibile” e come passione di una intera vita, così come è stato per Inge Morath. Sarà inoltre l’occasione per parlare dell’ultimo fotolibro di Italo Zannier, dedicato alla montagna dimenticata ed intitolato “Palcoda” (editrice Quinlan): il fotografo si è arrampicato a novant’anni per realizzare un racconto per immagini che restituisce l’atmosfera dei luoghi evitando il sensazionalismo delle immagini spettacolari e mettendo in risalto la complessa semplicità di queste montagne friulane.
Il volume descrive una Montagna “senza neve”, ovvero senza la “neve turistica”, quella montagna che della neve subisce solo le avversità e i disagi e che è rimasta fuori dal circuito turistico di ripopolamento e attività turistica.
Palcoda non ha nemmeno goduto del recupero straordinario avvenuto in conseguenza del terremoto del 1976, perché talmente isolata e fuori dalle rotte che non è stata, a suo tempo, inserita nel Piano di recupero.
Il fotolibro, edito da Quinlan (Roberto Maggiori Editoriale), è nato con l’intento di stimolare la coscienza odierna a dare la giusta considerazione a quella storia con la “s” minuscola, quella più vera e che ci ha accompagnato all’odierno in sordina, ma con forza inesauribile.
Italo Zannier è nato a Spilimbergo nel 1932, studia architettura e pittura e inizia a occuparsi di fotografia nei primi anni Cinquanta. Tra i fondatori del Gruppo friulano per una nuova fotografia assieme ai fratelli Gianni e Giuliano Borghesan, Aldo Beltrame e alcuni tra i più impegnati fotografi italiani, come Fulvio Roiter, Toni Del Tin, Antonio Migliori, Gianni Berengo Gardin, Ferri e Carlo Bevilacqua. Docente universitario dal 1971, primo in Italia a essere titolare di una cattedra di Storia della fotografia, ha insegnato allo IUAV, a Ca’ Foscari di Venezia, al Dams di Bologna e alla Cattolica di Milano. Si è dedicato alla pubblicazione di libri, saggi e articoli ed ha collaborato con numerose riviste di settore come L’Architettura, Cronache e storia, Camera, Photo Magazine, Popular Photography. Ha curato Fotologia. Studi di storia della fotografia e Fotostorica. Gli archivi della fotografia.
Presidente dei comitati scientifici del Museo di storia della fotografia Alinari Firenze e del Centro di ricerca e archiviazione della fotografia di Lestans, da lui fondato. È membro della Société européenne d’histoire de la photographie. Ha inoltre collaborato a diverse esposizioni internazionali, fra le quali quella sul paesaggio mediterraneo organizzata a Siviglia in occasione dell’Expo 1992 e la sezione fotografica di Italian Metamorphosis , la grande mostra dedicata all’arte italiana dal Guggenheim di New York nel 1994. Ha curato la sezione Fotografia di varie edizioni della Biennale d’Arte e della Biennale di Architettura di Venezia. Ha ricevuto dall’Università di Udine la laurea honoris causa in Conservazione Beni Culturali.
RIVISTA ‘IL BLUES’, UNA STORIA DI QUARANT’ANNI
La rivista ‘Il Blues‘ è nata nel lontano 1982 in un anonimo appartamento colmo di dischi in Viale Tunisia a Milano, grazie ad un’idea rivoluzionaria di Marino Grandi. Rivoluzionaria poiché dedicata esclusivamente ad un genere musicale, in Italia al tempo sconosciuto come il blues.
Lo scorso dicembre 2022, dopo 40 anni di instancabile passione, attenta lavorazione, strenua indipendenza economica e di giudizio, ha chiuso i battenti con l’uscita dell’ultimo numero, il 161.
Tutto forse nacque con la pubblicazione del libro “B… Come Blues” nel 1979 da parte di Marino Grandi, che raccoglieva articoli apparsi su riviste di settore quali Mucchio Selvaggio e su Suono Hi-Fi oltre ad alcune monografie preparate appositamente per questo prodotto editoriale.
Già da quel libro si percepiva l’esigenza per gli appassionati di blues italiani di trovare uno spazio dove esprimersi ed incontrarsi.
LA STORIA DE “IL BLUES”
La redazione, fin dal suo esordio nelle edicole, era composta da un manipolo di sognatori (perché non ci sarebbe altro modo per descriverli) che si riunì attorno alla figura di Marino Grandi, personaggio timido e schivo nonostante un impressionante cultura musicale sulla musica afroamericana, costruita praticamente da autodidatta.
In quel 1982 non solo iniziò un processo irreversibile, in concomitanza con la nascita di alcune manifestazioni che ancora oggi continuano a raccogliere numerosi appassionati come ad esempio il Pistoia Blues Festival, ma fece da apripista a tantissime iniziative che mancavano nel nostro Paese.
Una quantità innumerevole di musicisti di ‘casa nostra’ (questo era il titolo di una rubrica che fece capolino sui primi numeri della rivista) ha beneficiato di articoli, interviste, recensioni, ma soprattutto è stata educata e consigliata su quali dischi ascoltare o chi contattare nel caso di un viaggio oltreoceano per visitare la culla dove questa musica è nata, il Mississippi, oppure la patria del blues elettrico, Chicago.
Le porte dell’appartamento al quinto piano del palazzo, sito a Milano in zona Porta Venezia, sono sempre state aperte per tutti quelli che avevano necessità di un aiuto per meglio conoscere il blues, genere musicale tanto di nicchia quanto fortemente amato fin da subito dai suoi nuovi estimatori italiani.
VIVIAN MAIER. Shadows and Mirrors
Conegliano, Palazzo Sarcinelli
23 marzo – 11 giugno 2023
Una caratteristica costante di Vivian Maier, destinata a diventare una sorta di firma nei suoi autoritratti fu la sua ombra. L’ombra, quella silhouette la cui caratteristica distintiva è l’attaccamento al corpo. Quel duplicato del corpo in negativo, ritagliato dalla realtà, ha l’abilità di rendere presente ciò che è assente. Sebbene l’ombra attesti l’esistenza di ciò a cui si riferisce, essa allo stesso tempo cancella la sua presenza. All’interno di questo dualismo, Vivian Maier si destreggiava con una versione di sé sul confine tra la sparizione e l’apparizione del suo doppio.
Secondo Plinio il Vecchio, la pittura ebbe origine quando una fanciulla dipinse la silhouette del suo amato su una parete. Il grande scrittore romano descrisse l’episodio leggendario nella Naturalis Historia. Secondo il mito, la giovane figlia di un vasaio tratteggiò con una linea l’ombra del volto del suo innamorato proiettata sul muro dal lume di una lanterna. Su quelle linee il padre impresse l’argilla riproducendone il volto e dando vita al primo ritratto nella storia dell’arte. Vivian Maier adottò questa tecnica utilizzando la proiezione della propria silhouette. Si tratta probabilmente della più sintomatica e riconoscibile tra tutte le tipologie di ricerca formale da lei utilizzate. L’ombra è la forma più vicina alla realtà, è una copia simultanea. È il primo livello di una autorappresentazione, dal momento che impone una presenza senza rivelare nulla di ciò che rappresenta.
Molti scatti di Vivian Maier sono ravvicinati. Tale prossimità le consentiva una rappresentazione molto intima dei suoi soggetti. Si palesa così una componente essenziale del suo atteggiamento: la faccia tosta, attitudine che le dava la possibilità di fotografare le sue figure spesso in situazioni private. Uomini e donne addormentati sulle panchine, persone rilassate su manti erbosi, semplici passanti più o meno famosi, sono alcuni esempi di soggetti amati da Vivian Maier. Questa passione non fa che avvicinare il suo stile a quello dei grandi fotografi francesi della strada. Vivian non soltanto coglieva l’attimo in composizioni divertenti, ma si muoveva ai margini della composizione, passando spesso inosservata. L’ombra dell’artista, nella parte bassa della composizione, è il segno della sua intrusione nella privacy del soggetto. La chiara immagine della fotografa che si intromette ed instaura un rapporto con la donna stesa a prendere il sole (probabilmente del tutto inconsapevole di essere vista).
La mostra “Vivian Maier. Shadows and Mirrors”, composta da 93 autoritratti, racconta la grande fotografa e la sua ricerca incessante di trovare un senso e una definizione del proprio essere. L’esposizione è in programma presso Palazzo Sarcinelli a Conegliano, fino al 11 giugno 2023. La mostra, a cura di Anne Morin in collaborazione con Tessa Demichel e Daniel Buso, è organizzata da ARTIKA, in sinergia con diChroma Photography e la Città di Conegliano.
“Vivian Maier. Shadows and Mirrors”
Dal 23 marzo al 11 giugno 2023
Palazzo Sarcinelli, Conegliano
Orari di apertura
Dal giovedì alla domenica e nei giorni festivi: 10 – 13 e 14 – 19
Lunedì, martedì e mercoledì: chiuso
Aperture straordinarie: 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno (10 – 13 e 14 – 19)
(La biglietteria chiude 30 minuti prima)
Per informazioni
+39 351 809 9706
A cura di Chiara Squarcina e Pier Paolo Pancotto
In collaborazione con Archivio Accardi Sanfilippo
“L’iniziativa del Museo Correr – afferma la dirigente Area Attività Museali e co-curatrice della mostra Chiara Squarcina – cade a ridosso del centenario della nascita dell’artista che, pur avendo vissuto a Roma, ha stabilito, nel corso della propria esistenza, un legame costante con Venezia, sia a livello individuale che professionale. Tra l’altro, nel 1948 ha esordito alla Biennale facendovi ritorno nel 1964 (sala personale introdotta in catalogo da Carla Lonzi), 1976, 1988 (sala personale) e nel 1993 comparendo anche nell’edizione del 2022. Opere, foto ed altro materiale documentario attestano il suo rapporto con la città lagunare compresa una immagine del 1952 quando, in occasione di una mostra alla Galleria del Cavallino, visitò col marito, l’artista Antonio Sanfilippo, e Tancredi Parmeggiani la collezione Guggenheim”.
Il progetto veneziano a cura di Pier Paolo Pancotto (in collaborazione con l’Archivio Accardi Sanfilippo, Roma) in quanto omaggio e non mostra antologica, presenta, sotto forma di installazione, una ristretta selezione di lavori posti in dialogo con gli ambienti storici del museo, in particolare quelli della Sala Quattro Porte posta lungo il percorso della Quadreria allestita da Carlo Scarpa. Si tratta dei Lenzuoli, un ciclo di opere avviato negli anni Settanta del 900 raramente visibile nel suo insieme e che, pur nella sua specificità visiva e semantica, risulta del tutto indicativo della ricerca dell’artista e, a suo modo, riassuntivo del suo percorso creativo.
“Varie ragioni – annota il curatore della mostra, Paolo Pancotto – rendono Carla Accardi (Trapani, 1924 – Roma, 2014) una delle figure più significative dell’arte del XX secolo. Nel secondo dopoguerra ha contribuito all’affermazione dell’arte non figurativa in Italia promuovendo – unica donna in un consesso interamente maschile – il gruppo Forma (1947); negli anni Cinquanta ha sviluppato la poetica del segno affermandosi tra i protagonisti dell’Art autre di Michel Tapié; nel decennio seguente ha introdotto l’uso di un inedito materiale plastico trasparente, il sicofoil, ed ha abbandonato le tempere a favore di vernici colorate e fluorescenti aprendo la sua ricerca ad effetti optical e ambientali. Superati i Settanta, segnati da un marcato impegno nelle attività sociali e nel femminismo (con Carla Lonzi e Elvira Banotti nel 1970 è stata tra le fondatrici di Rivolta femminile), ha attraversato gli anni 80 e 90 del Novecento ed è approdata al nuovo Millennio con un rinnovato interesse per la pittura sviluppando costantemente il proprio linguaggio fatto di segni e giustapposizioni cromatiche.
Maggiori informazioni ►qui
Museo Correr
San Marco 52
30124 Venezia
T +39 041 2405211
Pierre-Auguste Renoir
L’alba di un nuovo classicismo
Rovigo, Palazzo Roverella
25 febbraio – 25 giugno 2023
Verona, Teatro Ristori, 4 maggio 2023
Renoir: parole, musica, immagini
Uno spettacolo
per introdurre alla magia della mostra al Roverella.
Il Renoir del momento del “nuovo Classicismo”, protagonista della grandiosa mostra di Palazzo Roverella a Rovigo, promossa dalla Fondazione Cariparo in collaborazione con il Comune di Rovigo, sarà protagonista anche al Ristori di Verona, la sera di giovedì 4 maggio 2023, con inizio alle ore 20.45, in un imperdibile racconto-spettacolo dal titolo “Renoir: la ricerca della bellezza”.
Lo spettacolo sarà a ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria sul sito https://www.fondazionecariparo.it/eventi/palazzo-roverella-renoir-la-ricerca-della-bellezza/.
Nel corso della speciale serata al Ristori, promossa – come la mostra – dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, ad essere ripercorsa con parole, immagini e musica, sarà la fase matura del grande artista francese. Quando, presa distanza dall’Impressionismo, decide di percorrere il Grand Tour d’Italia per approfondire la conoscenza dei maestri dell’arte italiana e trarne ispirazione per la sua nuova produzione artistica.
Paolo Bolpagni, curatore della mostra “Renoir. L’alba di un nuovo classicismo”, attualmente in corso al Roverella, e ideatore dello spettacolo, racconterà Renoir nel suo pellegrinaggio italiano.
Le tappe principali (Venezia, Roma, Napoli, Palermo) rivivranno nel vivido racconto di Bolpagni e nelle immagini dei dipinti dell’artista francese, e saranno scandite da brani tratti dalle lettere che Renoir indirizzò da alcune di queste città ad amici e galleristi francesi.
A dare voce all’artista sarà Vasco Mirandola, attore e poeta vicentino.
La suggestione sarà amplificata grazie a una vera e propria immersione nella musica del momento, con l’esecuzione di brani scelti dalle composizioni di Claude Debussy, che la pianista Beatrice Barison eseguirà nello spettacolo.
Paolo Bolpagni racconta il ritorno al classicismo di Renoir, fino al nuovo equilibrio della sua pittura, trovato alla fine degli anni Ottanta dell’Ottocento. Poi l’arrivo della malattia, il conforto degli affetti familiari, e, infine, il trasferimento in Costa Azzurra.
«Dipingere fiori riposa il mio cervello. Non mi costa lo stesso sforzo intellettuale di quando ho davanti una modella. Quando dipingo fiori, pongo sulla tela toni di colore, sperimento audaci valori, senza preoccuparmi di sprecare una tela. Con una figura umana non oserei tanto, per il timore di rovinare tutto. E l’insegnamento che traggo da questi esperimenti torna a profitto delle mie opere», annota l’artista.
Che, colloquiando con Matisse, alla domanda sul perché continui a lavorare nonostante la sofferenza fisica, risponde sottolineando che «il dolore passa, ma la bellezza resta». Come ampiamente testimonia la mostra che si può ammirare sino al 25 giugno a Palazzo Roverella a Rovigo.
Info: www.palazzoroverella.com tel 0425460093