Editoriale Millecolline. Buona Pasqua

Editoriale

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 09/04/2023

Buona Pasqua

Non sarà un’omelia laica ma una forte ispirazione a determinati valori spirituali che, in questo secolo di grandi inquietudini, si stanno evaporando e ci rimarranno solo le parole, i testi, la storia, l’archeologia di quello che rappresentarono nei secoli precedenti. Non intendo guardare indietro, mi preme che l’uomo di oggi ritrovi i motivi per cui rinascere, le situazioni che lo stimolino per continuare a produrre quel necessario benessere che l’intera umanità da secoli cerca di realizzare.

L’uomo continua a nascere e ripete gli errori e le contraddizioni delle generazioni precedenti. Ciò che cambia è la generazione scientifica e tecnologica. Le macchine cambiano, l’uomo no.

È ovvio che per uomo debba intendersi il genere umano.

In questi ultimi decenni la terra ci restituisce pezzi di antica cultura, di antichi riti, di modi di vivere differenti, di credenze in varie latitudini ma con lo stesso messaggio: voglia di vivere. Sono testimonianze preziose che ci fanno capire la dedizione e la cura con cui si costruivano i loro utensili ed i loro idoli, quelle illusioni necessarie per svegliarsi il giorno dopo.

Per dare continuità a questo mondo, le generazioni precedenti hanno dovuto inventare non solo gli strumenti del vivere ma anche gli ideali per sostenere il cammino delle loro esistenze ed esprimere i significati possibili ed intellegibili del proprio Essere tra le oscurità dei misteri inspiegabili.

E poi venne un Uomo chiamo Gesù e parlò un nuovo linguaggio, prospettò una nuova vita in terra e in cielo e raccolse attorno a sé 12 apostoli per diffondere la “Buona Novella“.

Venne crocifisso e resuscitò. Ed ecco la Pasqua che ricorre da oltre duemila anni. Una Pasqua che si rinnova ogni anno perché ogni anno riecheggiano quei valori pronunciati da Gesù prima di morire e le parole che seppe poi dire dopo ai suoi discepoli dopo la sua resurrezione. Chi crede trova, ancora oggi, nella preghiera e nelle testimonianze cristiane, la consapevolezza che sia fondamentale ritrovare nuove sensibilità e nuovi progetti per la Vita. La missione della Parola ci aiuta a rinascere.

Credenti e non credenti vivono un particolare tempo del risveglio, dei nuovi propositi, delle speranze, dei buoni progetti. L’auspico sarebbe quello di non ricordare queste circostanze valoriali come fossero gadget per una vetrina in allestimento, per illudere ancora il nostro modo di agire e di pensare. Un tempo si ricordava che tutto scorre. Oggi tutto si consuma e tutto è stato reso oggetto del famoso “vuoto a perdere”. Anche per i valori spirituali, morali, etici. Non c’è nulla che ci appartenga.

Stiamo perdendo persino i “marchi” delle nostre gloriose fabbriche che hanno fatto l’Italia e gli italiani. Un liquore, un cioccolatino, una caramella, un amaro erano fonti di ricordi, di concezioni e visioni del mondo, di episodi indimenticabili che erano associati con questi piccoli piaceri della nostra quotidianità, delle nostre relazioni, dei nostri affetti.

Anche queste realtà, del piccolo mondo italiano erano diventate parte di noi, di quel mondo che abbiamo voluto, forsennatamente, cancellare subito dopo la seconda guerra mondiale, pensando che saremmo stati capaci di ricostruirne uno migliore e più vicino ai nostri moderni desideri.

Ecco questa parola “moderno” nei secoli è stata la mina vagante delle menti generazionali. Tutti si sono sempre sentiti moderni appena si alternavano i tempi epocali o di radicale trasformazione. Come tutti sono stati nella Storia sempre contemporanei.

Perché non cominciare a ri-pensare la nostra presenza senza volare nella presunzione di essere gli unici pensatori? Perché non riflettiamo che il genere umano è un unicum nell’Universo? Perché non ci sforziamo di realizzare, con impegno, quanto ci suggeriva il grande Einaudi: conoscere per deliberare?

Il nemico numero uno in questo nostro tormentato secolo è l’ignoranza e la presunzione di essere ignorante. Al di là dei naufraghi disperati o degli autoemarginati, lo studio è stato censurato e cancellato. Si vive nella convinzione che tutto quello che abbiamo a disposizione (tecnologia in primis sia sufficiente per “fare da soli” e sentirsi sempre protagonisti, senza merito, competizione, dialettiche concettuali e culturali.

Anche nell’anno 2023 la Pasqua, il cristianesimo vivono sconvolgenti trasformazioni che già un Maestro indiscusso come Augusto del Noce, sintetizzava, parlando della politicità del cristianesimo: “Il problema di una politicità del cristianesimo oggi non è semplicemente il problema di una politica che garantisca gli istituti cristiani. È invece il problema se il cristianesimo possa venire incontrato a partire dalle antinomie politiche di oggi. Non si tratta cioè di un patrimonio da difendere ma di una forma di vita da ritrovare”. (Augusto del Noce, Il suicidio della rivoluzione,2012)

                                                                                                                                                                                                       Franchino Falsetti

 

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