Editoriale Millecolline. È  Natale

Editoriale

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 25/12/2022

È  Natale

La piacevole coincidenza della domenica con il giorno di Natale non può che essere foriera di rilanci e di nuove speranze di rinnovamento e di rinascita di questa tormentata Vita del tempo Contemporaneo. Quello che viviamo ogni giorno in ogni longitudine e latitudine della vecchia Terra. Perché, come si sa, la Storia è sempre contemporanea. Non intendo annoiarvi con le solite litanie delle promesse, del saremo bravi, che, sicuramente, non guarderemo indietro, ma si cercherà di diventare sempre migliori e buoni.

Questi proponimenti teatrali lasciamoli ai politici impenitenti ed ai non bambini. Sappiamo anche che oggi si vive per imitazione e per ripetizioni illimitate. Nulla si trasforma per amore e gli “Uomini di buona volontà” sono i nuovi messaggeri della Pubblicità Progresso.

È certo che non si può avere una certa nostalgia di quanto in famiglia, per la cena della Vigilia, noi bambini, di un altro mondo, trepidanti, con la complicità della mamma, mettevamo la famosa “letterina” di natale sotto il piatto del capo famiglia, il nostro trepidante papà. Un a gioia cominciava a circolare fra tutti i presenti ed alla fine tutto si trasformava in un radioso ed incantevole momento, quando il papà si accorgeva che sotto il suo piatto c’era qualcosa.

L’attimo fuggente stava per materializzarsi: le mani tremanti del genitore cercavano di fermare quell’unica atmosfera in cui tutti diventavano bambini. Che felicità! Le parole, a volte scritte con qualche pennino spuntato, altre in bella calligrafia con la prima stilografica Omas per bambini, ed altre ancora con la semplice matita (lapis) perché non era stata scritta a scuola, ma al lumicino dell’angolo della cucina economica. Le cose erano da chiedere e le promesse erano uguali per tutti. Penso che solo in questa annuale ricorrenza si usassero le stesse parole e le stesse intenzioni. un esempio unico per sentirci tutti uguali, anche se i desideri erano distinti dall’essere maschio o femmina.

Cartolina di Natale

Ma l’alone dei sentimenti si spandeva ed allegrava l’attesa dell’arrivo di Gesù Bambino.

Una poesia inventata dagli adulti per tornare tutti bambini, almeno per ventiquattr’ore, fino al giorno, compreso, di Natale. Una “borghese” tradizione che vorrei che ritornasse, come molte altre cose del “mondo di ieri”. Ma il passato è passato. Il costume antico è stato superato e vanificato. Ci rimangono le poesie, le cantilene, le filastrocche, la sapienza che si rinnova e ci suggerisce nuove attenzioni senza trasformarci in aridi ominidi e in venditori di parole inesistenti. Nel ricordare l’amico e geniale Rodari (amico per un giorno negli anni settanta per una giornata d’incontro con trecento bambini sui giochi della “Grammatica della Fantasia”), ripropongono una profonda e meditativa Filastrocca, molto vicina alle problematiche sociali sofferte del nostro Tempo.  E voi potreste trascriverla nella letterina appena acquistata dal “fantastico” cartolaio quando si continuava a volare insieme al Piccolo Principe.

Non manca il sano umorismo e neppure i richiami ad una dolcezza e voglia di vivere senza limiti, senza confini.

È una filastrocca che gira per tutta la Terra e diffonde nuove “volontà” quelle di non sentirsi mai emarginato, allontanato, deprivato, ma sempre partecipe, anche nella povertà, alla grande giostra della Vita con piena dignità.

È il mio augurio più bello ed anche quello di Millecolline.

Buon Natale e rinascita per tutti

Filastrocca

– Il pianeta degli alberi di Natale –

Dove sono i bambini che non hanno
l’albero di Natale
con la neve d’argento, i lumini
e i frutti di cioccolata?
presto, presto adunata, si va
sul Pianeta degli alberi di natale,
io so dove sta. Che strano, beato Pianeta…
Qui è Natale ogni giorno.
Ma guardatevi attorno:
gli alberi della foresta,
illuminati a festa,
sono carichi di doni.
Crescono sulle siepi i panettoni,
i platani del viale
sono platani di Natale.
Perfino l’ortica,
non punge mica,
ma tiene su ogni foglia
un campanello d’argento
che si dondola al vento.
In piazza c’e’ il mercato dei balocchi.
Un mercato coi fiocchi,
ad ogni banco lasceresti gli occhi.
E non si paga niente, tutto gratis.
Osservi, scegli, prendi e te ne vai.
Anzi, anzi, il padrone
Ti fa l’inchino e dice:”Grazie assai,
torni ancora domani, per favore:
per me sarà un onore…” Che belle le vetrine senza vetri!
Senza vetri, s’intende,
così ciascuno prende
quello che più gli piace: e non si passa
mica alla cassa, perché
la cassa non c’è. Un bel Pianeta davvero
Anche se qualcuno insiste
A dire che non esiste…
Ebbene, se non esiste, esisterà:
che differenza fa?

Dove sono i bambini che non hanno
l’albero di Natale
con la neve d’argento, i lumini
e i frutti di cioccolata?
presto, presto adunata, si va
sul Pianeta degli alberi di natale,
io so dove sta. Che strano, beato Pianeta…
Qui è Natale ogni giorno.
Ma guardatevi attorno:
gli alberi della foresta,
illuminati a festa,
sono carichi di doni.
Crescono sulle siepi i panettoni,
i platani del viale
sono platani di Natale.
Perfino l’ortica,
non punge mica,
ma tiene su ogni foglia
un campanello d’argento
che si dondola al vento.
In piazza c’e’ il mercato dei balocchi.
Un mercato coi fiocchi,
ad ogni banco lasceresti gli occhi.
E non si paga niente, tutto gratis.
Osservi, scegli, prendi e te ne vai.
Anzi, anzi, il padrone
Ti fa l’inchino e dice:”Grazie assai,
torni ancora domani, per favore:
per me sarà un onore…” Che belle le vetrine senza vetri!
Senza vetri, s’intende,
così ciascuno prende
quello che più gli piace: e non si passa
mica alla cassa, perché
la cassa non c’è. Un bel Pianeta davvero
Anche se qualcuno insiste
A dire che non esiste…
Ebbene, se non esiste, esisterà:
che differenza fa?

 

 

                                                                                                                                                                                   di   Gianni Rodari

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