Editoriale Millecolline. Manca il plus valore alla Vita

Editoriale

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 03/07/2022

Manca il plus valore alla Vita

Può sembrare solo retorica pensare che il mondo cambi, le epoche si evolvano, gli uomini dimenticano.

Leggiamo tutti i giorni sui giornali che, ormai, fanno parte di un altro mondo e si ostina a produrne dei nuovi e far languire quelli cosiddetti “storici”. Cosa ci comunicano questi fogli che non odorano più d’inchiostro? Ed i giornalisti non sono più giornalisti. Sono operai della carta stampata e come tutti gli operai vivono di routine, di gesti automatici, di schemi prefabbricati, di parole che godono il favore della Crusca o della Treccani, ma che non dicono nulla, non servono a nulla, anzi sono sempre più lontane dal vecchio dizionario, amico indispensabile per le nostre conoscenze e per la nostra maturità intellettuale.

Tutto, infatti, si evoluto, ma in modo deviante, privo di baricentro, di severità preventive. Tutto è stato concesso, persino reinventare le parole d’uso quotidiano con il primo motore della “rivoluzione” stimolata e coordinata dal docente che dovrebbe insegnare a saper scrivere e leggere in lingua italiana. Questa “libertà” priva di cultura e di formazione è la morte della nostra lingua, nella quale si nascondono i nostri costumi, le nostre distinzioni, le nostre radici, le nostre origini, il nostro senso di appartenenza.

Non abbiamo bisogno di lingue artificiali, di modelli precotti per analfabeti permanenti. In questo modo nessuno può pensare di avere capacità di interagire con gli altri, con la diversità, la disuguaglianza, la comunità in cui vive.

Ricercare le soluzioni esemplificate, riduttive, di raccordi gergali, è segno di decadenza, di debolezza, di rinuncia, di pericolosa permissività.

Ma il pericolo non è questa diffusa escrescenza velenosa che fiorisce ai bordi dei confini delle ultime Civiltà, ancora presenti nel mappamondo della geopolitica e cultura della storia dell’Occidente, ma l’incapacità di prevedere i disastri che questo abbandono e negazione di millenni di progresso, di benessere e di conquiste sociali ci condurrà, cioè a cancellare la nostra coscienza.

Anzi, il rischio è non averla più!!!!

Ma questi sono gli effetti impliciti ed espliciti a questo processo migratorio del pensare e del come si pensa. Il Grande Fratello è la tecnologia nelle sue complicità e sostegno da parte della scienza o della pseudo scienza come la imperante psicanalisi (così definita dal grande scienziato Karl Popper).

Ciò che invece non si dice e nessuno ne vuole parlare è che la Vita su questa Terra è cambiata in pochi anni, ma non solo nelle abitudini, nelle tradizioni, nei costumi, nella mentalità di sapersi ancora distinguere come “entità” temporale, la Vita è cambiata perché ne abbiamo svalutato l’essenza, quella particolare e misteriosa presenza che ci faceva riflettere, di tanto in tanto, sollecitandoci ad amarla sempre più, a difenderla, ad esserne gelosi al punto tale di essere disposti a rinunce, sacrifici, abnegazioni, pur di sentirla “nostra” e di saperci identificare con Essa.

Quel magico alone non c’è più. Quel plus valore che ci tranquillizzava e nello stesso tempo ci infondeva i cosiddetti “buoni sentimenti” si è trasformato nel più spietato nichilismo (disumanità), identificando nell’essere vivo esclusive individualità, soggettività, sentimenti di onnipotenza e di distruzione.

Parole come speranza, fiducia, attesa, solidarietà, amicizia, sentimento, fanno parte di un altro mondo, quello del plus valore, ma l’uomo contemporaneo, senza memoria, continua a ripeterle, ma non esprimono nulla perché è scomparso il contesto. Come molti degli argomenti od esperienze che vengono trattati, quotidianamente, da ogni medium della comunicazione, che sono solo delle “codificazioni” dissociate, destrutturate che aumentano il grado di schizofrenia del nostro equilibrio psichico, parallelamente alla perdita di ogni credo, fede, certezza, che lievitano, pericolosamente, il nostro stato di deprivazione affettiva, cognitiva e culturale.

La comunicazione è divenuta sempre più un “fattoide” su cui si stanno costruendo i nuovi effetti speciali per imporre una nuova infanzia del genere umano.

 

                                                                                                                                                                 Franchino Falsetti

 

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