Editoriale Millecolline. Perché scrivere

Editoriale

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 20/02/2022

 

Perché scrivere

Le motivazioni sono diverse, non solo tra chi scrive oggi, ma per chi lo ha fatto nel passato prossimo e remoto, a partire dagli antichi filosofi, oratori, e diffusori del Verbo.

Ci sono esigenze per cui scrivere è sinonimo di regola, di comportamento, di legge, di provvedimenti per organizzare una realtà sociale, una comunità, una società.

La Costituzione deve essere scritta, come le tavole di Mosè.

C’è una cultura da tramandare, ci sono le tradizioni, le memorie storiche, insomma un mondo che non può essere solo “visto” o raccontato, ma pensato, meditato, scritto per meglio studiarlo, valutarlo e modificarlo. Scrivere per documentare, per lasciare le tracce utili per chi verrà dopo di noi o conoscere la vita di chi ci ha preceduti.

La grande e geniale invenzione della scrittura ha consentito di costruire la Storia e la stampa di diffonderla su tutto il pianeta, fino alle nuove macchine per scrivere elettroniche e le nuove autostrade costituite dalla rete Web.

Quindi c’è uno scrivere per necessità, per sviluppare e potenziare la conoscenza, il sapere, la ricerca in ogni settore teorico, scientifico e tecnologico.

C’è anche uno scrivere personale, quotidiano o di mestiere.

La scrittura come esternazione espressiva, come comunicazione di un proprio mondo intimo e riservato. Come semplice emozione.

Esiste poi una scrittura didascalica, didattica, pedagogica, politica, d’accusa (il famoso J’accuse  dello scrittore Zola), rivoluzionaria.

E c’è anche la scrittura d’autore che comprende: giornalisti, poeti, scrittori, artisti, a diverso titolo, della parola disegnata, composta, strutturata.

Come si può aver colto, la vastità d’uso della scrittura e delle sue motivazioni è pressoché infinita.

Ma questo editoriale non vuole essere un preambolo per approfondire la storia della scrittura e le sue implicazioni, vuole, semplicemente e brevemente, soffermarsi sul perché scrivere nel contesto contemporaneo. Esemplificando “brevi appunti” di alcuni noti  protagonisti della letteratura italiana e straniera, possiamo avere qualche prezioso contributo per entrare nel vivo di questo “misterioso” desiderio.

 

1 – “ Ciò che uno scrittore vuole è andare in stampa”. (John Updike)

2 – “[…]Quando mi siedo a scrivere un libro non dico a me stesso:

        “Voglio realizzare un’opera d’arte” […]”.  ( George Orwell )

3 – “Scrivo perché non so come andrà a finire la vita”. (Murakami)

4 – “[…] Non è il desiderio d’insegnare agli altri ciò che so o credo di 

        sapere che mi mette voglia di scrivere, ma al contrario la

        coscienza dolorosa della mia incompetenza. [….]”. ( I. Calvino )

Mi sembrano importanti queste affermazioni, molto incomplete, di eccellenti protagonisti del nostro tempo, stimolanti per provocare anche le nostre reazioni, pur limitandoci alle nostre esperienze sia come lettori che come piccoli o aspiranti scrittori.

Io, mettendomi come ultimus inter pares, scrivo per testimoniare, per denunciare le menzogne e le contraffazioni ideologiche.

Mi sento una vigile sentinella che non vuole solo far la guardia, ma se è necessario combattere, perché le Idee non muoiano mai!

 

                                                                         Franchino Falsetti

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