Ci risiamo… Halloween per chi?

Editoriale

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 31/10/2021

Ci risiamoHalloween per chi?

Qualche decennio fa, ricordo che passeggiando sotto il Pavaglione in un pomeriggio autunnale, precisamente verso la fine di ottobre, guardando le vetrine tutte illuminate e messe a festa, mi accorsi di vedere che in bella vista esponevano trombette, mascherine, cappelli neri a punta di carta da “maghetto”, mantelli neri, denti da vampiro, stelle filanti e coriandoli. Rimasi sorpreso! Mi fermai e corsi ad aprire la mia agenda, 27 ottobre… Ma non è Carnevale!

Entrai in un negozio con tutta questa “mascherata” esposta e chiesi come mai questi oggetti tipici per il periodo di Carnevale. La commessa, con sorriso smagliante, una volta si sarebbe detto Durbans: -“Ma è Halloween!!!!!! La festa più amata dai nostri bambini. Più del nostro Carnevale!” Rimasi, francamente, ammutolito! Ringraziai ed uscii, come da una corsa nel tunnel della Morte dei vecchi Luna Park.

Avevo sentito parlare di questa ricorrenza anche in Italia, ma non vi avevo prestato nessuna attenzione, anche perché non era e non è una nostra festa da ricordare, fino a superare persino la Festa per eccellenza che è il Natale.

Tornai a casa e mi documentai su questa nuova stramberia voluta dal mercato e poi dai temibili condizionamenti della globalizzazione che ha come obiettivo disorientare e rendere ogni giorno incoronato da un dizionarietto per le generazioni di ripetenti recidivi della lingua italiana, di cui dò un piccolo assaggio: “sorrisi”, “tutto si farà, “tutto andrà bene”, “tranquillo, “fa star bene”, “grinta e felicità”, “sogni belli pieni di coccole, “un abbraccio e un bacio”.

Una brutta copia dei famosi “cartigli” del Bacio Perugina.

Anche questa stramberia del 31 ottobre ha le sue parole magiche: dolcetto o scherzetto?  Escono dal pentolone di Mago Merlino, ma i tempi sono lontani, rarefatti, appartengono a culture che non sono la nostra e per giunta pagane, primitive, primordiali.

Riporto quanto ci dice la Treccani, gloriosa enciclopedia:

“Halloween (nei paesi anglosassoni) denominazione vigilia di Tutti i Santi della sera che precede il giorno del 1 novembre e costituisce un’occasione di festa, soprattutto per i bambini. Trae origini dalle tradizioni pre-cristiane dell’Europa Celtica, in particolare da quella delle isole Britanniche dove il 31 ottobre era il giorno della fine dell’estate, ma anche, secondo la credenza popolare, il momento in cui dalla sera e per tutta la notte le anime dei morti tornavano sulla terra, accompagnandosi a streghe, demoni e fantasmi. Testimonianza di quest’ultimo aspetto della ricorrenza si riscontra ancora nei travestimenti di cui si servono i bambini per girare di casa in casa chiedendo dolci e monetine”.

Notizie più che sufficienti per considerare questa leggendaria ricorrenza come una curiosità da vecchio libro di lettura per le elementari piuttosto che trasformarla in un “rito” mondiale, come se fosse un nuovo evento da non dimenticare.

Vorrei far notare che sono convinto che questa insulsa festa sia proprio il primo esempio di cancel culture.

Questa blasfema e pagana danza macabra è stata imposta dagli invisibili planetari per cancellare il 2 di novembre, giorno sacro di commemorazione dei nostri defunti secondo la religione cristiana e cattolica. Io ricordo di non avere mai festeggiato, in questo triste e giorno caro a noi tutti, che la visita ai nostri defunti. Le soste nei Cimiteri e le rinnovate commozioni per la perdita dei nostri cari sono segnate nei nostri cuori per tutta la vita.

Questo momento di grande spiritualità e religiosità in osservanza, comune a tutti i popoli della terra, è stata banalizzata con la mascherata di Halloween.

Come per l’invenzione di Babbo Natale (che mise in ombra la sacralità del Natale), questa ricorrenza ha imposto al mondo intero un nuovo rito selvaggio e planetario in cui credere.

                                                                                                                                                         Franchino Falsetti

 

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