Love is not enough. Un incontro a Bologna.

Incontri casuali, fra le mura di Bologna

Love is not enough

Pubblicato il 05/03/2021

Il mese scorso mentre andavo cercando immagini per raccontare la Bologna contemporanea fra le sue mura mi sono imbattuto in Piazza Rossini e nei suoi papaveri rossi stilizzati.

Osservando le persone che andavano a passo svelto mi sono accorto della presenza di una persona che – diversamente da chi ha fretta di fare cose urgenti – sostava, immobile, e con un cartello in mano.

Ho pensato inizialmente all’ennesimo senzatetto che chiedeva la carità ma, a ben vedere, quella persona non aveva alcuna caratteristica del barbone locale.

Rallento il mio passo fino ad arrivare a poca distanza da lui; era giovane e portava un cartello in cartone ondulato che non aveva nulla a che vedere con una operazione di marketing, poi leggo cosa c’era scritto sopra: ” Love is not enough. We need big love”.

L’amore non è sufficiente, abbiamo bisogno di un amore grande.

Mi fermo. Ricordo frasi simili scritte su cartelli in cartone ondulato e tanti ragazzi che ne portavano di simili ma è una mia memoria lontana. La (ri)comparsa di questo solitario “cavaliere” che con lo sguardo seguiva i movimenti dei suoi concittadini mentre lo osservavano come se una bestia rara, antica e illusa, mi ha sorpreso.

Si chiama Pietro questo ragazzo che ha il coraggio di esporsi portando un cartello ormai diventato, oggi, estremista. Pietro non è originario di Bologna; è uno studente universitario che assieme ad altri studenti ha sentito il bisogno di esporre il suo pensiero pubblicamente: – “Non sono da solo, ci sono altri ragazzi e ragazze che oggi, come me, stanno esponendo se stessi in un cartello come questo”, mi ha confidato.

Sono tutti studenti universitari di varie Facoltà bolognesi che vorrebbero un mondo meno aggressivo, più confortevole e più votato alla comprensione. Per poter dimostrare che per loro “si può fare” hanno deciso di stazionare in alcuni angoli della città per far notare che le cose possono cambiare, migliorare.

La cura? E’ svelata nel testo dei loro cartelli. 

Non sono in tanti ma quei pochi hanno deciso di esporsi: – “Bologna è una città in cui si possono ancora esprimere idee e concetti come questo e farlo apertamente senza avere conseguenze…”

 

 

Si può ancora fare.

Si può ancora pensare fuori dalla competizione che ci insegnano.

Grazie a Pietro ed ai suoi amici.

 

 

 

Testo e fotografie di Roberto Cerè per la rivista Millecolline

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