A proposito della mostra a Palazzo Albergati
Franchino Falsetti ci parla del rapporto fra Monet e l’Impressionismo
Pubblicato il 20/11/2020
Impressionismo
Una parola importante nella storia moderna dell’arte.
L’impressionismo nacque in Francia, nella seconda metà dell’Ottocento, e si diffuse rapidamente sollecitando non solo una nuova moda pittorica, ma effetti sul costume e sullo stile vita di un epoca in piena effervescenza sociale e culturale.
Il termine “impressionismo”, fu inventato da un giornalista, in senso ironico, guardando un dipinto di Monet che si intitolava “Impressione: levare dal sole”, 1872.
La fortuna di questa “evanescente” ed affascinante arte prende spunto dalla ri-scoperta dei valori intimi dell’uomo, poiché è legata alla istintività esplosiva del soggettivismo, anziché dalle influenze della tradizione.
L’impressionismo è stato definito in vari modi, ma certo che questo nuovo genere ci colpisce per: la pittura della luce, la pittura chiara, una certa sensualità espressiva nel rappresentare la vita moderna. Un nuovo modello di vita fatta di plasticità estetiche e suggestioni effimere.
Corot e Boudin vengono indicati come precursori della pittura della luce all’aria aperta.
Ma gli artisti impressionisti sono un’altra cosa, sono proprio artisti nuovi. Monet fu l’indiscusso inventore della pittura nuova. Alcuni caratteri essenziali: la luce non è più un elemento aggiunto: l’ombra è anch’essa una zona di colore, senza creare situazioni contrastive con il colore della luce. La luce vive come essenza pervasiva dell’idea pittorica della composizione. E’ un elemento protagonista e prezioso agli occhi dell’artista.
Se si vuole scoprire un eventuale origine di questo nuovo sguardo dell’arte, bisogna evocare il mondo Orientale, in particolare l’arte giapponese.
La pittura di Monet opera delle vere rivoluzioni: addio alla pittura consumata nello studio e l’abbandono dell’ombra per la luce.
Una frase famosa di Cèzanne che si riferisce a Monet: “Monet è un occhio” e aggiunge “ma quale occhio!”.
Non certamente “l’occhio” di un personale obiettivo fotografico, ma “l’occhio” della sua intima visione, del suo modo di trasfigurare le immagini e rendere accennate, come se fossero nuvole passeggere che si diradano all’orizzonte. Un sogno continuo della realtà, della quotidianità. Una serena realizzazione di particolari stati d’animo, che durano un attimo e rivivono come sogni consolatori.
Il quadro impressionista esprime un nuovo concetto di sintesi che non è più rappresentato dalla materia, ma un a serie di particolari e suggerimenti che ne costruiscono nuove profondità e sensazioni. La composizione è ricca di suggestioni e di linee più musicali che disegnative. E l’opera non si contiene più nel quadro ma deborda , esce come raggiungere il mondo che viene rappresentato. L’opera traduce gli aspetti universali della natura.
“La situazione di Monet mi pare questa: quello che lo interessa è la natura; però entro le sue sensazioni, che sono di origine naturale, mette tutto quello che ha in se stesso. Cioè, mette tutta la sua forza, la sua invenzione”. ( Francesco Arcangeli, Monet,Carte d’Artisti, 2015 )
Gli impressionisti abbandonano ogni orpello dell’arte classica e romantica e si pongono di fronte alle cose in modo libero, senza condizionamenti e si lasciano cullare dalle “impressioni” della realtà come sostanza dell’apparenza.
Questi bohemiens dell’arte scoprirono nella percezione visiva, nel dipingere en plein air un nuovo piacere sensazionale dell’arte e furono gli ultimi “romantici” di una affascinante Bellezza aerea e sensuale.
Altri artisti di rilievo, si ricordano Claude Manet, Edgar Degas, Pierre -Auguste Renoir, Camille Pissarro.
Franchino Falsetti
Monet e gli Impressionisti.
Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Parigi
Palazzo Albergati, Bologna
dal 29 agosto 2020 al 14 febbraio 2021
DPCM del 4 novembre 2020
Per effetto del DPCM del 4 novembre 2020 la mostra Monet e gli Impressionisti a Palazzo Albergati, Bologna rimarrà chiusa al pubblico dal 6 novembre al 3 dicembre 2020.