Alberto Pasini, pittore d’oriente in mostra a Villa Magnani-Rocca

Sono più di 100 le opere esposte del celebre pittorialista emiliano

“Pasini e l’Oriente” in mostra dal 17 marzo al 1 luglio 2018

 

Pubblicato il 19/03/2018 a cura della Fondazione Magnani-Rocca

 

17 marzo 2018, ha aperto la mostra

PASINI e l’Oriente

Un grande percorso espositivo con più di 100 opere fra dipinti e lavori grafici, dalla Persia alla Turchia passando per l’Egitto, per riscoprire la grande pittura orientalista dell’Ottocento nelle splendide sale della Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo (Parma).

Una pittura legata al vero, una tecnica impeccabile fatta di colori brillanti, pennellate vivaci, una sapienza della luce e della composizione, la scelta attenta di personaggi pittoreschi ma mai didascalici, sono le caratteristiche che fanno di Alberto Pasini uno dei più grandi pittori orientalisti a livello europeo.

Alberto Pasini nasce a Busseto nel 1826. Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Parma all’insaputa della madre e ha come maestri Giuseppe Boccaccio, Girolamo Magnani e Paolo Toschi che lo inizia alle tecniche litografiche. Ancora molto giovane si trasferisce a Parigi dove espone per la prima volta al Salon. Pochi anni dopo si presenta un’occasione unica e irripetibile, Pasini parte per una missione diplomatica in Persia, agli ordini del ministro Prosper Bourée. Un viaggio che rappresenterà la vera svolta nella sua carriera artistica.

Tornato nella capitale francese, inizierà subito a rielaborare studi, disegni e appunti di viaggio. I collezionisti, attraverso il famoso mercante d’arte Goupil, cominceranno a contendersi le sue opere, persino lo Scià di Persia e il Sultano di Costantinopoli diventeranno suoi committenti.

Dal 1871 Pasini lascia gli sfarzi di Parigi e si ritira sulle colline torinesi, a Cavoretto, ma non smetterà mai di viaggiare.

Image

È una pittura, quella di Pasini, che prende le distanze dal lavoro di tutti gli altri interpreti della stagione orientalista dell‘Ottocento, perché non si propone di presentare l’immagine dell’Oriente che il pubblico occidentale richiedeva e alla quale era abituato, ma di creare immagini nuove, aprendo un dialogo artistico con una cultura altra, attraverso la presentazione “dall’interno” dei suoi contenuti, usi, costumi, atmosfere.

Un modello pittorico e di dialogo artistico che divenne un unicum, e che oggi, per l’importanza del tema, acquista un valore e un significato di grande attualità.

Testo a cura della Fondazioni Magnani-Rocca