Venezia, settembre 2015. Il Festival del Cinema è terminato ma Millecolline aveva un inviato speciale, Marco Masi, che si è impegnato a scrivere (dal vivo?) una serie di schede relative ai film che è riuscito a vedere. Ricordiamo che Marco è il presidente del Buena Vista Cineclub che a Bazzano organizza l’ormai tradizionale Films Sotto Le Stelle, la rassegna estiva del cinema all’aperto a cui abbiamo dedicato due videoreport che potete consultare in rivista. Buona lettura; speriamo di incontrarci nelle sale. Grazie Marco.
GIORNO I (2 settembre 2015)
La 72^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica si è aperta il 2 settembre 2015. Alla cerimonia d’apertura ha partecipato, per la prima volta da quando è stato eletto a Capo dello Stato, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Quest’anno, il compito di presiedere la giuria del Festival è stato affidato al regista premio oscar messicano Alfonso Cuarón, il quale proprio due anni fa, sempre a Venezia, ebbe l’onore di aprire la 70^Edizione della Mostra con GRAVITY , film fuori concorso vincitore poi di ben 7 statuette d’oro ai Premi Oscar 2014.
La giuria Orrizzonti, sezione dedicata ai cortometraggi in concorso, è presieduta dal regista statunitense Jonathan Demme, vincitore del premio oscar 1992 alla miglior regia per il film IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI.
Il film, fuori concorso, con il quale è stata aperta la 72^ edizione della mostra è EVEREST del regista islandese Baltasar Komarkur.
EVEREST di Baltasar Komarkur , 122’ [3D]
Film d’apertura: fuori concorso.
Il film è ispirato ai fatti realmente accaduti raccontati nel libro Aria Sottile dello scalatore statunitense Jon Krakauer il quale nel film è interpretato da Michael Kelly.
La storia prende luogo nel 1996 in Nepal e racconta di una delle più grosse tragedie dell’alpinismo mai accadute sull’omonimo monte che coinvolsero le compagnie degli alpinisti Rob Hall e Scott Fischer, protagonisti del film interpretati rispettivamente da Jason Clarke e Jake Gyllenhaal.
Un film dai tratti fortemente hollywoodiani nel quale il veri protagonisti sono le immagini della montagna e gli straordinari effetti speciali. Il film uscirà nelle sale italiane il 24 settembre, sicuramente ne sentiremo a lungo parlare e di fatto, ad oggi, già si candida in corsa per la lotta agli Oscar 2015.
EL DESCONOCIDO di Dani de la Torre, 96’
Film fuori concorso.
Film spagnolo non in concorso. La trama non è delle più originali. Siamo a Valencia e una macchina gira per la città, dentro la macchina oltre al banchiere Carlos e i figli Sara e Marcos, c’è una bomba pronta ad esplodere. I malcapitati passeggeri sono costretti a rimanere seduti nel veicolo se non vogliono saltare per aria. Il tutto immancabilmente coordinato da un misterioso ricattatore telefonico. Nonostante la banalità della trama il film riesce a raggiungere alti punti di suspense e tensione, diventando di fatto un vero e proprio thriller basato sul brokeraggio bancario e finanziario il tutto in salsa mediterranea.
Nonostante la piacevole visione il film difficilmente riuscirà a trovare spazio nei prossimi mesi nelle sale italiane
BEASTS OF NO NATION di Cary Fukunaga, 136’
Film in concorso scritto e diretto del regista statunitense Cary Fukunaga, famoso al grande pubblico per la direzione della prima stagione della serie televisiva TRUE DETECTIVE, al suo esordio al Lido.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo Bestie senza una patria di Uzodinma Iweala. La storia ha luogo nell’Africa occidentale martoriata dalla guerra civile. Il protagonista è il piccolo Agu costretto a difendersi sia dalla ferocia delle truppe ribelli sia dal fuoco facile dell’esercito governativo. La fuga unica soluzione. Ben presto catturato dalle milizie ribelli si trova di fronte ad una spietata scelta: morire o combattere la loro causa. La decisione è facilmente intuibile e così facendo Agu si ritrova ad essere un bambino soldato.
Un film crudo che non nasconde la ferocia e spietatezza delle condizioni delle popolazioni africane distrutte dalle guerre civili sui quali i riflettori del mondo occidentale mai si accendono. Non solo un film di guerra ma anche di forte denuncia sociale. Molto acclamato dal pubblico e dalla stampa si candida come uno tra i principali contendenti del Leone d’oro.
GIORNO II (3 settembre 2015)
LOOKING FOR GRACE di Sue Brooks, 100’
Film in concorso della registra australiana Sue Brooks.
Il film racconta della fuga di casa della quattordicenne Grace assieme ad un’amica. La particolarità di questo film consiste nel fatto che lo stesso episodio, ossia la fuga e la ricerca di Grace, venga raccontato più volte ma con gli occhi dei vari protagonisti, tra cui Grace stessa i genitori e un simpatico ottuagenario Detective. La fuga raccontata con gli occhi e le emozioni dei diretti interessati offre allo spettatore una chiarezza e comprensione totale delle emozioni e sentimenti dei protagonisti. Un film a tratti molto divertente che strappa sorrisi e risate tanto da far sfumare nella commedia la base drammatica del film la quale tuttavia è la vera base della storia.
Piacevole e leggero le speranze di vittoria quotate altissime, ma che fa della semplicità la sua forza.
ORPHANS di Peter Mullan, 95’
Film fuori concorso già presentato a Venezia nel 1998 vincitore del premio del “Sindacato della 30^ settimana della Critica”. Si tratta della riproposizione al pubblico dell’opera prima del regista Peter Mullan successivamente poi vincitore del premio al migliore attore al Festival di Cannes del 1998 e del Leone d’oro a Venezia alla 59^ Mostra del Cinema per il film MAGDALENE .
Siamo in Scozia. Il film si svolge tutto in una singola notte, e racconta le vicende di quattro fratelli alla vigilia del funerale della loro madre. Dai tratti fortemente gotici e noir ben presto le avventure separate dei quattro fratelli neo orfani si tramutano in una divertente commedia nera dell’assurdo. Tentati omicidi, sparatorie, ferimenti, fughe, rapimenti, fenomeni atmosferici estremi e tanto altro fanno di questo film il campione assoluto del non-sense cinematografico.
FRANCOFONIA di Alexander Sokurov, 87’
Film in concorso del regista russo Alexander Sokurov, già vincitore nel 2011 del Leone d’oro alla 68^ Mostra del Cinema per il film FAUST .
Protagonista del film è il Museo del Louvre di Parigi. Attraverso i contenuti e le vicende del Museo il regista racconta la storia del novecento in Europa e della seconda guerra mondiale. Da dentro a fuori al museo, dai quadri alle persone, dalle mura alla vita fuori di esse. Vengono raccontate le vicende non solo delle opere d’arte dislocate durante l’occupazione nazista, ma anche le sorti dell’Europa durante la guerra.
Il regista dialoga direttamente con il pubblico, da costante voce narrante si trasforma in protagonista attraverso la sua interazione fantastica tra personaggi reali come l’allora direttore del Luvre Jacques Jaujard, il conte ed ufficiale nazista Franz von Wolff-Metternich (che insieme riuscirono a mettere in salvo le collezioni del museo), ma anche con la figura femminile del celebre quadro “La Libertà che guida il popolo” di Delacroix o lo stesso Napoleone Bonaparte.
Un film che vede contaminarsi al suo interno vari generi dal documentario allo storico dal biografico al fantastico. Dai tratti fortemente didascalici è stato fortemente acclamato dalla critica tanto da rendere Sokurov nuovamente in lizza per Leone d’oro.
GIORNO III (4 settembre 2015)
MARGUERITE di Xavier Giannoli, 127’
Film in concorso del regista francese Xavier Giannoli
Parigi inizio 1900. Marguerite è una ricca nobildonna francese con una passione: il canto. Marguerite ama cantare si diletta nei circoli culturali a cantare le arie liriche più famose. Nulla di straordinario se non fosse per il fatto che sia mostruosamente stonata. La donna ignora questo suo terribile difetto ma nessuno, per non perdere gli innegabili vantaggi economici della sua amicizia, ha mai avuto il coraggio di dirle la verità riguardo la sua voce. Complice un articolo di giornale fintamente benevolo Marguerite decide di fare il salto di qualità: diventare una vera cantante di teatro.
Una commedia brillante e simpatica che fa entrare subito lo spettatore in empatia con la sfortunata protagonista e le sue illusioni di successo che nessuno è in grado di frenare una volte messe in moto.
BLACK MASS di Scott Cooper, 122’
Sicuramente una delle pellicole più attese di questo Festival. L’ultima opera del regista statunitense Scott Cooper, già impostosi all’attenzione del grande pubblico nel 2009 con il film CRAZY HEART, viene presentata fuori concorso in questa 72^ edizione della Mostra.
Protagonista del film un magistralmente truccato Johnny Depp che interpreta la vita e le vicende del criminale americano di origini irlandesi James ‘Whitey’ Bulger. Il film si svolge nella Boston degli anni ’70 e racconta la creazione dell’impero criminale di Bulger. Divenuto informatore federale Bulger riesce, per mezzo delle proprie soffiate, non solo a vedere sgominata per mano dell’FBI la più potente famiglia italo-americana rivale, ma anche, grazie all’accondiscendenza di funzionari a lui fedeli, ad ottenerne il monopolio dei racket della città.
Un vero e proprio gangster-movie dove non vengono nascoste le violenze e atrocità della criminalità organizzata. Crudeltà e spietatezza fanno da contorno all’ascesa del protagonista, il quale senza ombra di dubbio è stato uno dei criminali più pericolosi della storia degli Stati Uniti. Il film è la trasposizione cinematografica del libro dedicato alla storia di Bulger scritto dai giornalisti Dick Lehr e Gerald O’Neill ed uscirà nelle sale italiane a partire dall’ 8 ottobre 2015.
SPOTLIGHT di Thomas McCarthy, 127’
Film presentato fuori concorso del regista ed attore statunitense Thomas McCarthy.
Il film narra la storia dell’inchiesta giornalistica messa in atto dal quotidiano “The Boston Globe” riguardo i casi di pedofilia all’interno della chiesa cattolica americana. I protagonisti, tutti giornalisti del Globe, attraverso una minuziosa opera investigativa e grazie alle testimonianze delle vittime riescono a portare alla luce una delle pagine più dolorose del nostro presente: gli abusi sui minori da parte dei membri del clero. Non solo vengono denunciati i singoli casi, ma anche viene portata alla luce la chiara e meticolosa macchina di insabbiamento che le gerarchie ecclesiastiche americane hanno messo in atto per non far emergere lo scandalo. Fra i principali accusati troviamo l’arcivescovo Bernard Francis Law il quale, è stato dimostrato, non solo non denunciò i sacerdoti pedofili ma anche si fece promotore di un ben collaudato sistema volto a coprire e nascondere i responsabili.
Un film che come la verità fa davvero male, riesce non solo a raccontare la storia dell’inchiesta, ma anche farsi portavoce della denuncia sociale. Una visone che consiglio a tutti quanti quando, nel 2016, il film uscirà nelle sale italiane.
GIORNO IV (5 settembre 2015)
THE CHILDHOOD OF A LEADER di Brady Corbet, 113’
Film fuori concorso. Opera prima del regista inglese Brady Corbet.
Il piccolo Prescott è figlio di un diplomatico statunitense in missione in Francia al fine di coordinare la buona riuscita di quelli che saranno i Trattati di Versailles. Quella di Prescott non si può definire un’infanzia felice: pressoché ignorato dai genitori si trova a vivere in un Paese a lui straniero con la ben comprensibile difficoltà dell’apprendere la lingua. Le vicende di Prescott fanno da contorno a quelle dell’Europa post prima guerra mondiale.
Un film nell’insieme ben costruito che purtroppo paga una poco chiara visione di intenti. Manca drammaticità, manca pathos, emerge la confusione laddove si spegne la noia. La piattezza della trama non aiuta a dare emozione allo spettatore. Particolarmente ben fatta la colonna sonora e le musiche oltre che a un lavoro magistrale dal punto di vista dei costumi e della fotografia. Non mi sento in colpa nel dire che, purtroppo, la cosa più affascinante di questo film risulta essere il titolo.
BANAT (IL VIAGGIO) di Adriano Valerio, 84
Film fuori concorso. Opera prima del regista italiano Adriano Valerio, già vincitore con il suo cortometraggio “37°4S” del Premio Menzione Speciale dalla Giuria del 66° Festival di Cannes e del Premio Speciale Nastro d’Argento 2014
Ivo è un giovane agronomo che vive a Bari. La mancanza di opportunità lavorative a lungo termine rispondenti al suo profilo lo spingono a lasciare l’Italia per recarsi a Banat, regione a forte connotazione agricola della Romania. Il film si apre con l’incontro casuale tra Ivo e Clara, giovane ragazza da poco trasferitasi a Bari. La storia porta avanti in parallelo non solo il viaggio e l’approdo di Ivo in Romania, ma anche la nuova vita del protagonista all’estero e il suo rapporto con Clara che fin da subito si dimostra affiatato, tanto che la ragazza decide di seguirlo in Romania.
Probabilmente il tema vero di questo film non è la storia dei protagonisti quanto il coraggio di partire e la ricerca della felicità. Realizzato in collaborazione con Rai Cinema presumibilmente il film troverà spazio nelle sale cinematografiche o prossimamente sul piccolo schermo.
MA di Celia Rowlson Hall, 85’
Film fuori concorso della regista americana Celia Rowlson Hall.
Ottantacinque minuti senza dialoghi. La comunicazione avviene non per mezzo delle parole ma per immagini e scene. Senza dubbio un esperimento molto azzardato della regista che cerca di comunicare al pubblico in modo non convenzionale. La storia della protagonista si accavalla ad incontri e scene surreali i quali tuttavia sono difficili per lo spettatore da legare assieme dando l’inevitabile senso di pesantezza e difficoltà di comprensione. Il tutto circondato da assenza totale di musica e parole. Sicuramente la decisione da parte della direzione della Mostra di proiettarlo alle ore 22.30 non aiuta la già non facile visione del film. Ammetto senza vergogna di essermi addormentato un paio di volte.
VOGLIAMO I COLONNELLI di Mario Monicelli, 96’
A cent’anni dalla nascita, la Mostra di Venezia omaggia Mario Monicelli con la proiezione restaurata de “Vogliamo i colonnelli”. Sicuramente una delle opere meno conosciute del grande regista italiano, grande capolavoro di comicità e satira politica.
Presentato a Cannes nel 1973 la pellicola con protagonista Ugo Tognazzi racconta la meticolosa organizzazione di un colpo di stato da parte dell’ on. Giuseppe Tritoni esponente della Grande Destra. L’obiettivo è chiaro: deporre il presidente della Repubblica per instaurare un regime militare guidato delle più alte cariche dell’esercito.
Una chiara satira politica evidentemente ispirati ai fatti dell’epoca come il “Piano Solo” o il “Golpe Borghese”, il film entra a pieno titolo nella categoria della commedia all’italiana con un esilarante Tognazzi nei panni del camerata Tritoni.
Testo e fotografie di Marco Masi per Millecolline