STEFANO MASSARI AL CINEMAX DI BAZZANO

ANTEPRIMA. Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’invito che ci fa il Teatro delle Ariette e Stefano Massari: andare al cinema a vedere Valsamoggia, una vita attorno al tavolo.

Vi invitiamo a vedere anche il videoreport con intervista che abbiamo fatto a Stefano Massari e la sua prima alla Rocca di Bazzano, pubblicate nella nostra rivista.

 

Valsamoggia, la vita attorno a un tavolo Cinemax-1

Valsamoggia, la vita attorno a un tavolo Cinemax-2

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Savigno omaggia Gino Pellegrini

ANTEPRIMA. Dalla Fondazione Rocca dei Bentivoglio riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo che ci presenta l’omaggio che Savigno vuole dedicare a Gino Pellegrini in occasione del Festival Internazionale del Tartufo Bianco Pregiato, organizzato assieme alla Pro-Loco di Savigno.

Omaggio a Gino Pellegrini

inaugura sabato 31 ottobre, nel “Teatro F. Frabboni” di Savigno di Valsamoggia, la mostra dedicata al grande artista e scenografo, nell’ambito del Festival internazionale del tartufo bianco pregiato

Sabato 31 ottobre alle 17:30, nell’ambito del Festival internazionale del tartufo bianco di Savigno, inaugura una mostra dedicata a Gino Pellegrini, artista di fama internazionale che ha lasciato segni indelebili sul territorio della Valsamoggia, dove per anni ha ideato e realizzato le sue grandiose opere, nello studio di Merlano.
Allestita nel teatro “F. Frabboni”, nel Centro Storico di Savigno, la mostra è stata, però, concepita con una mostra diffusa, dove alle opere in esposizione all’interno del Teatro si accostano quelle sul territorio savignese (come il dipinto Tira la riga in vicolo del Voltone, e il Il paese nel bosco di Amerigo, sulle pareti della famosa trattoria savignese). 

In tutte le opere, come si legge dalle parole di ringraziamento del Sindaco di Valsamoggia Daniele Ruscigno, emerge la propensione di Pellegrini a “cogliere le mille sfumature di cui si compone il paesaggio e che, col suo lavoro, lo ha celebrato e arricchito.

La mostra  nasce da una proficua collaborazione tra tutti gli enti, le associazioni e le persone del territorio che hanno, in passato, collaborato a stretto contatto con Gino (tra cui Pro Loco di Savigno, Auser, Fondazione Rocca dei Bentivoglio, Appennino Food, Fondazione Dozza Città d’arte, Luciano Bovina, Alberto Bettini) insieme al prezioso contributo della moglie di Gino, OsvaldaPellegrini.

Gino Pellegrini – Emigra giovanissimo negli Stati Uniti dove porta a termine gli studi alla Los Angeles Art Center School mentre, contemporaneamente, si dedica a ricerche artistiche con mostre nell’ambito del movimento pop e all’attività nell’industria cinematografica hollywoodiana dove percorre tutti i gradi della carriera scenografica lavorando per le majors più importanti.
Tra i film più noti ai quali lavora ci sono Gli Uccelli di Hitchcock, 2001 Odissea nello Spazio di Kubrick, West Side Story, Funny Girl, Hello Dollly, Las Vegas, la serie televisiva Il pianeta delle scimmie, L’ammutinamento del Bounty, Tora Tora Tora, Viaggio allucinante, Alice’s restaurant, L’uomo che venne dal Cremlino, Indovina chi viene a cena, Mary Poppins, Un maggiolino tutto matto, Walk on a spring rain, e i serial televisivi Bonanza e Star Trek.
In Italia, dove torna negli anni settanta stabilendosi a Bologna, continua l’impegno in campo artistico particolarmente con performances pittoriche in tempo reale e con scenografie d’ambiente, realizzate studiando l’intervento in relazione alla soggettività degli spazi e dei suoi fruitori. Nella nostra regione ricordiamo solo la Piazzetta Betlemme a San Giovanni in Persiceto (Bo), Piazza Guareschi a Conselice (Ra), la grande palestra di Castel di Casio (Bo) e diverse opere sul territorio di Savigno.

LOCANDINA Gino PellegriniGino a Valsamoggia: Lo studio di Merlano
Gino aveva trovato a Merlano il suo luogo ideale per vivere e dipingere in sinergia con la natura circostante. Qui si è tessuta una rete di pregevoli relazioni di amicizia e di lavoro.
In questo studio, sono nate opere come, ad esempio, il Volo del piacere, risultato di un work in progress svoltosi nelle 3 domeniche della Festa del Tartufo 2014, come una vera e propria performance artistica, insieme al musicista Vittorio Bonetti e all’affabulatore Eros Drusiani durante il quale i passanti hanno potuto vedere formarsi via via il bosco con le sue sorprese…

Le opere diffuse 
Oltre alle opere esposte in teatro, la mostra è arricchita dalle testimonianze dell’opera di Gino che si possono trovare sul territorio di Savigno: dalla stanza rettangolare e interamente dipinta in un gioco di trompe l’oeil e metafore, all’interno della famosa Trattoria da Amerigo, al ricordo di uno dei numerosi e caratteristici avventori di un’antica osteria, Samuele, detto Tira la riga, ritratto su legno, in vicolo del Voltone, per arrivare al gruppo scultoreo della rotonda di Ca’ Bortolani dedicato ai I doni di Cerere e Bacco.

Gli omaggi fotografici – Sono molte le foto che raccontano la vita artistica di Gino Pellegrini e che sono state raccolte in due  mostre ed in alcuni contenuti multimediali. Dalle immagini di Luciano Bovina, a celebrare la loro antica amicizia e affinità, a quelle di “Quattro Fotografi per Gino”, che testimoniano il contributo di Pellegrini alle edizioni delle Biennali del Muro Dipinto, a Dozza imolese, del 2005, 2007 e 2011 nelle quali ha realizzato tre performances in divenire.
Oltre a queste, sano stati realizzati, contributi video e multimediali.

Gli incontri – Nell’ambito della mostra, sono stati, inoltre, programmati, 3 incontri dedicati a Gino, insieme ad alcuni importanti amici e collaboratori. Due appuntamenti con Eros Drusiani che dialogherà rispettivamente con PatrizioRoversi e Vito, domenica 1 novembre alle 11 e con Ivano Marescotti, domenica 8 novembre alle 11.. Domenica 15 novembre, invece, sempre alle 11, si chiuderà la mostra insieme a Silvano Monti e gli amici di Gino

La mostra rimarrà esposta dal 1 al 15 novembre, ad ingresso gratuito

Camminando una sera d’autunno

ANTEPRIMA. Bazzano in Valsamoggia, 17/10/2015. Quel giorno degli anni ’70 ero con Nerio alla fermata dell’autobus; quel giorno avevamo fatto fughino ma ormai si doveva ritornare a casa ed io dovevo prendere la corriera delle 13:30. Cominciava a fare freddo e ci ritirammo più sotto al portico, ovvero, più accanto a quella che un tempo era la Libreria Bolognina e fu in quel momento che vidi la copertina di un libro che aveva uno strano, intraducibile titolo e chiesi al mio amico Nerio se sapesse tradurre in italiano quello strano termine inglese. Nerio, che era un noto intellettuale fra noi della 2°C, fece una serie di considerazioni tardo anglofone ed io compresi che questa volta la stava facendo fuori dal vaso. A quel punto gli dissi, scherzosamente, quello che pensavo della sua traduzione e mi avvicinai di più alla copertina di quel libro; notai che l’autore era Federico Fellini. Federico Fellini? E’ un romagnolo, vuoi vedere che…  ma certo! Nerio non è un titolo in un inglese a noi sconosciuto… Si legge Amarcord e gli si deve dare la valenza del dialetto romagnolo (in questo caso simile all’emiliano) e si traduceva in: ” Io mi ricordo”. Ma veh! Federico Fellini aveva scritto un libro con un titolo in dialetto. Non dovemmo aspettare che pochi giorni per scoprire che Federico Fellini, oltre al libro, aveva anche presentato il suo ultimo film nelle sale italiane; quel film si chiamava, appunto, Amarcord. Il film fu un grande successo, ricordo che mi divertii molto quando lo andai a vedere nella sala del cinema Astra di Bazzano. E passano gli anni. Camminando in questa sera di autunno, di sabato 17 ottobre, per caso, mi fermo davanti alla libreria Carta/Bianca a Bazzano, “butto l’occhio” a cosa vedo? La locandina di Amarcord che sottolinea il fatto che il film di Federico Fellini sia stato recentemente restaurato e, in un fogliettino bianco, piccolo piccolo, la nota in cui si informa che questo capolavoro italiano lo potremo rivedere nella serata di mercoledì 21 ottobre 2015 al Cine Max di Bazzano. Ma si può venire a sapere una cosa come questa in questo piccolo modo?

Testo e foto di Roberto Cerè per Millecolline

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La vita attorno a un tavolo, ora è un film

Bazzano in Valsamoggia (Bo), 26/09/15. Stefano Massari ha presentato questa sera il suo nuovo film “Valsamoggia, la vita attorno a un tavolo” che fa parte della iniziativa Territori da Cucire promossa assieme al Teatro delle Ariette e basato sul loro spettacolo “Teatro da mangiare?” portato in tournee, questa estate, lungo la Valsamoggia. La presentazione del film di Massari è stata organizzata su due date e in due luoghi samoggini; la prima a Bazzano il 26 settembre e la seconda a Savigno il 3 ottobre 2015; in entrambe i casi sono stati invitati tutti gli abitanti a cui è stato chiesto di portare qualcosa di cucinato da loro per condividerlo in una cena collettiva prima della proiezione del film. L’iniziativa ha riempito i tavoli  di prenotazioni, tanto da dover ripiegare nella più spaziosa corte del la Rocca perchè la sala predisposta non sarebbe stata sufficiente ad accogliere tutti. Siamo stati alla prima di Bazzano e ve la raccontiamo attraverso il videoracconto della serata. Buona visione.

 

 

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Intervista a Stefano Massari per il film “Valsamoggia, la vita attorno a un tavolo” – VIDEO #2.0

2.0 – ANTEPRIMA aggiornata il 25.09.15 – Bazzano (Bo). A pochissimi giorni dalla prima del film “Valsamoggia, la vita attorno a un tavolo” siamo andati a trovare il regista Stefano Massari per conoscere qualcosa di più sul film che sta finendo di montare e che sarà pronto per sabato 26 settembre 2015. Il film, come sapete verrà presentato a Bazzano e a Savigno rispettivamente il 26 settembre e il 3 ottobre, rappresenta la quarta e ultima tappa del percorso “Territori da cucire” ed  è stato girato durante la recente tournee  in cui il Teatro della Ariette ha portato il suo spettacolo “Teatro da mangiare?”  nelle frazioni e nei paesi della Valsamoggia. Nella palette APPUNTAMENTI troverete la locandina per i maggiori dettagli del caso; noi saremo alla prima a Bazzano e vi aspettiamo.

Buona visione.

Il giorno 25/09/15 l’articolo è stato aggiornato con questo nuovo materiale inviatoci dal Teatro delle Ariette:

 

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