Dedicata a Silvio Montaguti

La biblioteca di Castello di Serravalle da oggi è dedicata a lui

Silvio Montaguti ha lasciato tracce profonde

 

Pubblicato il 14/05/2018

 

Silvio Montaguti è la scanzonata difesa delle proprie radici, raccontate con tratto autorevole senza dimenticare l’aceto del carattere emiliano. Ho conosciuto Silvio Montaguti alla fine degli anni ’80 del secolo scorso in occasione dell’impostazione della ormai irreperibile Guida turistica della Valsamoggia che riuscii a pubblicare poco tempo dopo; dal quel momento ho cercato di mantenere un contatto per quanto nettamente insufficiente (la distanza di Codroipo non aiutava) ma ricevevo sue notizie da Pietro Ospitali , suo amico di lunga data.

Mi divertiva il suo modo di sdrammatizzare anche gli eventi più complessi per poi ricondurre il tutto in una delle più tradizionali forme di racconto locale: la Partida. In più, Silvio Montaguti, aggiungeva la musica che usava come perfetto collante per attraversare rapidamente tempi e distanze.

In fondo non posso certo dire di averlo conosciuto in non più di una manciata di incontri ma questo con Silvio Montaguti poteva bastare perché si facesse una idea di poter partecipare al suo grande interesse nella diffusione e difesa delle radici tradizionali che gravitavano ai suoi luoghi samoggini; visto dal di fuori può essere giudicato come il solito piccolo mondo destinato ad essere trasformato da un progresso non certo liberatorio e nemmeno felice, solo più impegnativo e (a volte ) insopportabile.

Ci sono stati momenti in cui mi sono chiesto se Silvio Montaguti fosse stato effettivamente tanto lungimirante da indicarci che la difesa del dialetto fosse un mezzo usato come monito sul pericolo che sta correndo la lingua italiana: diventare il dialetto contemporaneo a rischio di prossimo abbandono.

In attesa della conclusione del montaggio del video pubblichiamo alcune fotografie della titolazione in data 12 maggio 2018.

 

Testo e fotografie di Roberto Cerè per la rivista Millecolline

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