Quando artigianato e arte confonde i confini
La passione per i Sassolini diventa ornamento etico
Pubblicato il 16/02/2018
Non ricordo esattamente come sono arrivato a conoscere la passione di Raffaella Leonelli e Attila Biro nei confronti dei Sassolini ma siccome mi è parso di capire che fosse qualcosa di più interessante della semplice costruzione di un bijoux mi sono ripromesso, un giorno, di approfondire l’argomento. Quello che raccontiamo oggi non è sicuramente un lavoro da annoverare fra gli scultori da accademia ma questo misto fra passione, artigianato, improvvisazione, estetica e un po’ di follia per iniziare mi ha incuriosito e siccome Millecolline racconta il bello della Valsamoggia (e oltre…) mi sono deciso ad entrare in contatto con i Sassolini.
Un argomento interessante, che svela l’intervista inserita in questo articolo, è relativo alla possibilità di iniziare a credere in una passione o una intuizione partendo da poche basi disponibili e svilupparle pian-piano fino a farle diventare una realtà concreta. L’invito è quindi esteso a tutti coloro che continuano a considerare le arti, anche quelle meno comuni, come un insieme di attività da coltivare fino a farle rendere evidenti ed abbandonare la teoria che vede l’arte come “semplice hobby” a cui si dedicano le persone non coinvolte nel “grande” tessuto produttivo. Finiamola con questo, sterile, pensiero concretivista. Buona visione.
Testo e immagini di Roberto Cerè per la rivista WEB Millecolline
Tutti i diritti Risevati