ANTEPRIMA – Calcara in Valsamoggia (Bo). Dialogo fra una strega e una vergine.
il 24 e 25 giugno 2016 la rassegna teatrale Clarence di Scene dal Parco della Luna, si arricchirà della sua nuova esperienza teatrale: Dialogo fra una strega e una vergine, di Enrico Petronio Nicolaj. Nei giardini di villa Petronio Nicolaj, in una leggera collinetta, ai margini del piccolo bosco di Villa Petronio Nicolaj, verrà raccontato “il più poetico degli spettacoli di questa edizione”, come definito dalle parole del suo autore. In questa sera calda e umida, come quasi tropicale, ci siamo trovati a raccontare fotograficamente alcune scene di questo terzo appuntamento teatrale della rassegna Clarence; assieme gli attori a piedi nudi sull’erba tagliata di fresco guardiamo, ogni tanto, verso l’alto per capire se quelle, rare, gocce di pioggia saranno di passaggio oppure si faranno più fitte. La pioggia alla fine ci risparmia e possiamo proseguire.
Fotografie di Roberto Cerè
“ Versati luna. E anche tu, memoria”.
Visionario, onirico, fiabesco; il più poetico degli spettacoli di questa edizione. L’incontro fra due personaggi senza tempo e senza storia, una strega e una vergine, entrambe simboli di purezza e di analisi del profondo. La situazione e la semplicità nuda dei dialoghi è quella delle fiabe dei fratelli Grimm, ad esempio (…). Il “dialogo” fra queste due creature visionarie, che sembrano uscite da un’allegoria o dalle illustrazioni di un almanacco medievale, affronta temi come la paura, il rapporto fra Dio e Satana, l’amore e il sesso. E tutto nella maniera più semplice, più lapidaria, più diretta. Il linguaggio della poesia che non soffre gli orrori della paura.
Questa esposizione trasparente della verità è prerogativa del cinema del più grande regista di tutti i tempi: Ingmar Bergman. Ecco perché lo spettacolo è dedicato a lui. “Omaggio a Ingmar Bergman” dunque, non solo per l’aspetto di “discesa nell’umano”, non solo perché ad un certo punto del testo la strega reciterà un celebre monologo tratto dall’opera “Pittura su legno” di Bergman (opera che fu da base al capolavoro “Il settimo sigillo”); ma soprattutto per questo amore per ciò che è limpido, per la luminosa violenza della nudità dei pensieri e delle emozioni, per il tentativo di fotografare le stanze dell’anima nella loro assoluta luce diurna.
Musica: i brani tratti dal cd “CLARENCE: sospiri ed urla dagli abissi” di Enrico Petronio Nicolaj.
Testo tratto dal comunicato stampa.
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ANTEPRIMA. Calcara in Valsamoggia (Bo). A tavola con Pirandello
“Diffido sempre delle persone che non urlano. Io non potrei mai vivere senza urlare. Io ce l’ho qui dentro l’urlo, sempre, sempre teso. Recito come recito perché non mi interessa recitare in altro modo. Devo urlare. Devo sentire che dentro mi si spezza qualcosa”.
Due amici attori, coinvolti nelle prove di un allestimento di “Questa sera si recita a soggetto” di Pirandello, si ritrovano a tavola a parlare di teatro e di vita. A partire dal lavoro sul sommo drammaturgo che ha ipotizzato la maschera come “nascondiglio sociale”, nasce un quadro ironico, brillante e rabbiosamente amaro sul mestiere del teatro. “Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti”, scrisse una volta Pirandello.
“Ho cominciato a scrivere questa commedia lo scorso autunno. Guardavo molti film di Woody Allen. Ero, e sono, attratto dall’intelligenza acuta e perfetta, minuscola a precisa come la mina di una matita, di questo grandissimo regista americano. Di Pirandello sono interessato a questa stessa intelligenza luminosa e oscura allo stesso tempo. L’indagine intellettuale, un poco “esistenzialista”, che conduce all’esplorazione dei pensieri e dei sentimenti”. (E. P. N.)
Lo spettacolo è strutturato in quattro scene: antipasto, primo, secondo e dolce. Quattro momenti, quattro dialoghi, senza mai alzarsi dal tavolo, in cui i due attori operano una vivisezione impietosa, sincera e appassionata di ciò che comporta “calcare le assi del palcoscenico”. Il pubblico è seduto in scena tutto attorno al tavolo, quasi a mangiare con gli attori. È uno spettacolo intimo, fatto di parole precise, di sguardi, di realtà. “Abbiamo bisogno che il pubblico sia molto vicino a noi, che ci guardi bene, che possa notare ogni movimento dei nostri occhi; insomma, che mangi con noi”.
Musica: le canzoni di Patty Pravo
Le date:
22, 29 maggio – ore 16:30
27 maggio – ore 21:00
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Giovedì 19 maggio 2016
ANTEPRIMA. Calcara in Valsamoggia, Giovedì 19 dalle ore 19:00 Villa Petroni Nicolaj accoglierà il pubblico di Clarence con l’ENGLISH ART-CAFE’: le favole di Oscar Wilde. Un ricco apericena per ascoltare le preziose, lussureggianti, profumate fiabe di questo scrittore così originale e geniale.
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Il giorno della prima
Calcara in Valsamoggia (Bo), 17/04/16. Siamo a teatro nei giardini di Villa Petronio Nicolaj per vedere la prima di “Ritorno al giardino dei ciliegi”, di E. Petronio Nicolaj, dove “i personaggi del celeberrimo “Giardino” cecoviano tornano fra i ciliegi per parlare di Bellezza e di Arte” con Elisabetta Scarano e Luigi Di Pietro come attori in questo palco di sole e margherite. Il tempo è stato clemente ed ha regalato lame di luce come fossero luci spot sugli attori che si muovevano in un vero giardino con tanto di prato ben coltivato ed alberi da frutta. Abbiamo provato a raccontare questa suggestiva ambientazione con alcune immagini dello spettacolo regalatoci da questi brillanti, giovani, attori.
“Ma non si può vendere la pace; né la si può comprare”.
Anja e Trofimov, personaggi giovani del capolavoro di Anton Cechov, fanno ritorno – ma solo in sogno – al luminoso, paradisiaco “giardino dei ciliegi”. È questo il prologo allo spettacolo che, più che essere una semplice, ovvia memoria del “Giardino”, si propone invece di essere un gigantesco discorso sull’arte e sul suo significato profondo. Nel testo, durante un intimo, bucolico pic-nic a due – fra grezze quinte di stoffa raffiguranti radiosi rami di ciliegio in fiore, appese con le mollette fra gli alberi del giardino come panni stesi ad asciugare – i due romantici ed intensi protagonisti discutono appassionatamente di pittura e di arte. Analizzano, in una specie di privata lezione “vibrante e struggente”, le opere di Giotto o di Piero della Francesca, di Brueghel, e poi Magritte, Balthus, Cezanne, Matisse … fino a Picasso e all’arte contemporanea. Che cos’è un quadro? Che cos’è un’immagine? Che cos’è in definitiva un’opera artistica e cos’è un artista? E cos’è la creazione artistica umana e cosa invece la creazione divina? Il giardino dei ciliegi del titolo, al quale “si fa ritorno”, è il simbolo di questa Bellezza; un’analisi e una ricerca profonda; una cosa preziosa, anzi, preziosissima, la più preziosa che abbiamo, e che non si può e non di deve “vendere”, perché non la si può “comprare”. E attraverso questa “conversazione sulla pittura” escono fuori i due caratteri dei protagonisti: dolci, energici, pieni ancora di immortali ideali e di sogni.
“Lo scorso autunno e inverno ho visitato diverse mostre. Prima di ogni altra forma d’arte, ho amato la pittura, fin da bambino. Io capisco il mondo vedendolo. Vedere un’opera dal vivo non ha paragoni. La migliore riproduzione su catalogo non comunica una briciola della commozione e della forza che l’opera originale sprigiona da sé. Questo mi ha portato a scrivere RITORNO AL GIARDINO DEI CILIEGI”.
Musica: brani da Mozart
(Il testo in corsivo è l’originale comunicato da Scene dal Parco della Luna).
Produzioni Millecolline
Diritti Riservati