EDITORIALE Millecolline. Privi di identità e di verità

Editoriale della domenica

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 30/11/2025

Privi di identità e di verità

Nel secolo scorso si alternavano due frasi che potevano ben rappresentare la sinistra e la destra, ma anche il buon senso dei luoghi comuni, più comprensibili e senza demagogie ideologiche.

Una sponda di fronte alle difficoltà sempre più in crescendo di una Società insicura a due velocità diceva: “Tirà a campà “(alla romana). L’altra sponda sosteneva: “Finché la barca va, lasciala andare “.

Varcato il XXI secolo questi modi di dire popolari, ma molto rispondenti ad una realtà sociale sempre dibattuta tra “vecchi fusti e nuovi”, sono stati cancellati dal pensiero unico e dal vento dei mercati dell’informazione.

Il dizionario delle tradizioni e degli aforismi hanno perso le preziose pagine che contenevano esempi e saggezza antica, che per secoli avevano orientato il mondo.

La dissoluzione ad opera del processo di mercificazione delle idee, dei modelli di vita, della cultura relazionale e comunitaria, hanno prodotto il disastro della negazione di ogni valore, della ragione, di un intero sistema rassicurante sulle scelte politiche e sulle competenze professionali.

Fino al secolo scorso tutto questo era ancora ben garantito e la consegna tra la vecchia e la nuova generazione era ancora possibile. La continuità dei valori del progresso era una promessa fatta come fosse un patto inscindibile.

Quelle frasi di buon senso, apparentemente, qualunquiste (ma non disfattiste), sono state sostituite da una preoccupante “antropologia” dell’emergenza oscurantista da un nuovo processo di restaurazione, al ripristino di vecchie e nuove paure, ad un lacerante lassismo che sta producendo forme irreversibili di un perverso schiavismo che ci ha privati della nostra identità e della verità (del pensare liberamente e del diritto al dissenso).

Si parla di riarmo, di riserva militare, di ripristinare la leva militare, di nuovi confini, di liberalizzazione del pensiero in senso liberticida ed asservito. Mancano visioni sistemiche dei cambiamenti sociali.

Si alimentano le guerre, mentre si predica per la pace. I Lumi non ci illuminano più.

La ragione è stata materializzata nel consumo dei beni effimeri, inutili e negli spot pubblicitari (la nostra vera coscienza) per sentirci appagati da ciò che dobbiamo consumare e da ciò che non potremo mai possedere. La realtà virtuale ha affermato la sua connotazione e la sua imposizione.

Le nostre coscienze, manipolate dagli effetti censori del potere, non sono più le nostre identità, ma semplici medium per svuotare la nostra partecipazione esistenzialista autonoma e libera di esprimersi. Nel Mondo, oggi, esiste un fermento che mostra la disperazione dell’Umanità.

Tutti i popoli desiderano cambiare i rapporti di forza, di emarginazione, di separazione, di classismo, di divisione. Non è più tollerabile il contropotere della malavita, della corruzione, delle uccisioni come pulizia etnica.

Inammissibile il ritorno delle guerre di religione, del ritorno a vecchi stereotipi culturali privi di verità, ma pretesto per aprire conflitti e nuove forme di dominio schiavista e mortificante per la dignità e l’identità di ognuno di noi.

Dopo decenni l’Europa non ha un Progetto per i Paesi della Comunità. Si vive su protocolli burocratici e sulle ingerenze dei poteri bancari e delle industrie concorrenti e multinazionali.

Quale progresso? Quale identità per il cittadino europeo, che non c’è?

Tutto è rimasto diviso: dai sistemi scolastici, alla produzione economica ed industriale. E chi sono coloro che siedono nel Parlamento europeo?

Pensiamo ai nostri rappresentanti! Forse qualcosa ci illuminerà!!! La mancanza di vedere il futuro, l’incapacità di costruire Società progettuali ed educanti, ci rende insofferenti e privi non solo di identità e di verità, ma di affettività alla Vita, a questa Vita che dovremmo saper apprezzare ed amare.

 

Franchino Falsetti

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