Editoriale della domenica
L’Editoriale Millecolline
Pubblicato il 02/11/2025
Bada come parli
Un vecchio modo di dire per suggerire di stare attento a quello che si dice.
A volte in senso molto bonario, quasi infantile. Ma, a volte, suonava come una minaccia, quasi, un ricatto verso un interlocutore invadente, senza ritegno, privo di rispetto.
Una frase di altri tempi, si direbbe oggi, quando era diffusa l’ostentazione di apparire persona importante, anche per futili motivi.
Una battuta spontanea che era nascosta nel risvolto della giacca e pronta ad essere pronunciata in ogni luogo pubblico dove fosse necessario mostrare una diversità di condizione sociale con l’intenzione di porre fine a qualunque tipo di discussione per capire l’oggetto del contendere.
Ebbene questo comportamento intimidatorio che, alla fine, era suggeritore di ilarità e divertenti barzellette sulla stampa degli anni del secolo scorso, ritorna, prepotentemente, in senso negativo, un vero avvertimento per limitare od inquisire la libertà di espressione e del proprio pensiero (non allineato).
Da diverso tempo, anche in Italia, nei luoghi pubblici (dalle università alle scuole superiori, dal mondo sindacale a quello giornalistico e culturale (mondo dello spettacolo e dell’editoria) si registrano episodi piuttosto inquietanti poiché protagonisti della vita pubblica e politica vengono censurati fino a perdere il posto di lavoro e la propria identità.
Il ritorno all’’antisemitismo ne è una lampante e preoccupante prova. Ultimo grave episodio l’interruzione del discorso di Emanuele Fiano, ebreo, politico del Pd, figlio di Nedo sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz, all’Università Ca’ Foscari di Venezia, dopo una contestazione da parte degli studenti di sinistra, con striscioni “Fuori i Sionisti dalle Università – segue simbolo falce e martello e firmato FGC “ .
La stessa Università che poche settimane fa aveva costretta la nota intellettuale e docente di storia contemporanea Lucetta Scaraffia, ebrea, a rassegnare le dimissione dalla Commissione etica dell’ateneo di Venezia.
Una vera discriminazione degli ebrei. Un ritorno drammatico alle leggi razziali del 1938, Intanto tutto continua. Gli studenti comunisti che stanno agitando il mondo della Scuola e dell’Università, hanno proclamato per il 14 novembre la mobilitazione generale “contro genocidio e governo Meloni”.
Tutto come una giostra di liberazione morale di generazioni dimezzate dove l’ignoranza è il libro di testo che gira in ogni realtà d’istruzione che dovrebbero caratterizzarsi come i luoghi del sapere. Gli studenti così, orgogliosamente, identificati sono esecutori di sobillazioni, di atti di sovversione, di vandalismi, di limitazione o di divieto alla libera espressione e partecipazione e di interruzione del servizio pubblico e diritto alla frequenza scolastica per la propria formazione e professionalità future.
E poi si parla di fascismo e di antifascismo! La scelta Pro-Pal (ispiratrice della nuova contestazione nazionale) risolve i problemi dell’Italia? È foriera di nuove scelte democratiche per migliorare od eliminare la nostra povertà totale di ben sette milioni di italiani?
Perché non scioperare per il blocco dei salari, degli stipendi delle pensioni, della sicurezza personale e sociale, nonchè per le nostre garanzie? Perché gli studenti rossi e non rossi non contestano, senza conflittualità ed esclusioni, i mali incurabili della Scuola e del sistema scolastico, educativo e formativo? Perché non manifestare, pacificamente, per la frammentazione del sapere, per l’inadeguata formazione professionale degli insegnanti, per gli esamifici ufficializzati? Perché dover affermare il sessismo discriminante, la diversità culturale provocata e pretestuosa ai fini di costituire vere e proprie categorie razziali in contrapposizione e conflittuali?
L’elenco potrebbe ancora continuare, ma certo che “bada come parli” non è più una battuta da ridere, ma un nuovo incipit che potrebbe modificare ed impedire la nostra consapevole presenza e partecipazione, in piena libertà, alle vere questioni che preoccupano i fermenti sociali e le radicali trasformazioni dei modus vivendi dell’attuale Umanità e dei singoli popoli
(come quelli presenti e censurati nella nostra traballante Italia).
Franchino Falsetti
