EDITORIALE Millecolline. “Sotterrare i pensieri” ci rende enigmatici

Editoriale della domenica

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 28/09/2025

“Sotterrare i pensieri” ci rende enigmatici

Sono convinto che “sotterrare i pensieri”, nelle radiazioni anarchiche che stiamo vivendo, sia la tendenza comune per ogni nostra azione e decisione (privata o pubblica).

Il senso di libertà estemporanea nel comportamento, nel vestire, nel relazionarci, nel fruire eventi pubblici, nel comunicare, nel soddisfare le piccole esigenze di una monotona ripetitività quotidiana, siano frutto di un conquistato e maturato disordine mentale e di un determinismo esasperato.

Si è passati dalle dialettiche sociali, culturali e politiche alla pianificazione omologata, senza creatività oppositive, senza contraddizioni, senza alcun ragionamento critico, costruttivo, aperto solo alle variabili contingenti di una obbligata operatività casuale “sotterrando “i pensieri, la cultura della bellezza, il saper costruire e ricostruire con merito e professionalità il proprio futuro.

E così prevale una certa irrazionalità che, invece, di sviluppare conoscenze richiede reazioni, comportamenti di ostilità e di violenza che si coniugano con il caos e non solo col disordine, con l’impossibilità di pensare per sistemi, per regole, per finalità, per come organizzare, in modo funzionale, modelli di adattabilità per funzionali strutture ed infrastrutture richieste dalle nuove invenzioni tecnologiche e scientifiche che connotano il vivere contemporaneo.

Il trionfo di una certa irrazionalità ha provocato anche la perdita dei valori, il consolidarsi del pensiero unico, la cancellazione della cultura del passato, non solo remoto, ma anche prossimo: viviamo confinati e legati al presente, a ciò che muove la nostra curiosità, interesse, avidità e bramosie di onnipotenza, di potere.

Ci si inventano le tifoserie politiche perché non si ha nulla di consolidato come formazione culturale e politica e tutto diventa creatività ad libitum.

La mancanza della meritocrazia in ogni nostro operare (compreso fare il muratore) ha maturato un paradosso italiano impensabile: centinaia di migliaia di posti restano scoperti per mancanza di candidati adeguati (Ferruccio de Bortoli, Corriere della Sera, 2023). E di questo nessuno ne ha parlato responsabilmente ed a distanza di due anni da questa importante denuncia, nulla è pressoché cambiato.

Non confondiamo l’occupazione con la qualità professionale.

I giovani che non sanno leggere e scrivere e far di conto, non sono nel libro “Cuore”, ma sono gli eredi di “Porci con le ali”, libro ritenuto esemplare negli anni ’70 del secolo scorso dalla sinistra libertaria e progressista, come il ritratto della nuova gioventù e dei nuovi valori di crescita e di maturità, considerando la vita una semplice opportunità da godere, da sfruttare, da negare, da dissacrare.

Il narcisismo più sfrenato per costruire un mondo di dis-valori e di egoismi. Quello che viviamo oggi è, semplicemente, sconfortante: le nostre esistenze sono in mano a chi si indigna ma è senza testa, a chi fomenta ma è senza conoscenza, a chi semina odio ma è privo di ogni cultura ed incapacità collaborativa (si vive di esperimenti, di rettifiche, di riscritture di leggi e di decreti. In un permanente cantiere di idee riciclate od importate)

Sono sempre più convinto che il maggior pericolo che dobbiamo combattere sia questa diffusa tendenza all’irrazionalità, come anticamera della morte della democrazia e dei suoi pilastri fondamentali: la cultura della libertà e la convivenza pacifica.

 

Franchino Falsetti

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