EDITORIALE Millecolline. Secondo Tempo

Editoriale della domenica

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 13/10/2024

Qualcuno ci dovrà spiegare…

È una richiesta. Non è una semplice domanda. È una doverosa richiesta perché siamo convinti che siamo stati ingannati.

Dalla nascita della Repubblica, nulla si è “rivoluzionato” per realizzare quel New Deal all’italiana.

Non certo le autostrade od il boom economico e neppure la contestazione globale importata da altre culture e che noi abbiamo mal copiato al punto di arrivare ad un film, quanto mai emblematico, dal titolo: La classe operaia va in paradiso.

Ci hanno realizzato, invece, una caduta di ideali, di condizione sociale, di orgoglio di appartenenza, come era quella contadina.

Il sol dell’avvenire si trasformò nel considerare il regime democratico in un modello loisir, un giocattolo, ormai, usurato dalle “prediche inutili” che doveva essere rotto nelle sue parti tradizionali, vitali, cardini per il suo funzionamento.

Qualcuno ci dovrà spiegare… perché si è distrutta la famiglia, la scuola, il modello civico del saper vivere in società e nell’avere protagonismo nelle relazioni pubbliche.

Le illusioni di cambiamento, di progresso (predicate dai cattivi maestri e dalle istituzioni servili ad uno Stato sempre più, distante dalla sua Costituzione della Repubblica), hanno vanificato il sistema dei valori che la rivoluzione, la politica e la scienza avevano progettato in modo da divenire la “bibbia” laica dell’uomo liberato da ogni schiavismo, da ogni oppressione, da ogni limitazione della libertà individuale e collettiva.

In oltre settant’anni di pace abbiamo solo subito i manuali del potere istituzionale e della classe dirigente.

Molti hanno scritto su Gramsci e molti lo hanno indicato come esempio di intellettuale da seguire, per una via italiana alternativa al capitalismo borghese e consumistico, ma, come è vizio degli italiani: si scrive per non leggere e tutto si trasforma in sentito dire, nel citare frasi ad effetto retorico, nel considerare gli uomini di pensiero semplici quadri appesi in sale non illuminate, perché siano solo “materiale d’arredamento” e non da utilizzare per creare quel parco di serenità, di comunità, di comprensione, di solidarietà e di amicizia tra i popoli, che da secoli molti intellettuali (eretici, in particolare) hanno cercato di far conoscere e di diffondere.

Tutto ad opera dei gramsciani o di coloro che lo usavano come tessera, come discriminante progressista.

Qualcuno ci dovrà spiegare come mai tutto questo non si è concretizzato.

Ricordo che siamo nel XXI secolo e viviamo con le sex manager come se fossimo nel più buio Medio Evo. Non ci consolano i commenti dei vari soloni prezzolati e replicanti (da qualunque parte essi provengano).

Non si può continuare a vivere nella menzogna, nella negazione dei diritti, di cui nel parlatorio (Parlamento) si discute tra comparse e fatiscenti rappresentanti del popolo. Vorremmo piuttosto vedervi  persone, con alta dignità personale e pieno riconoscimento dalla collettività.

I giornali che dovrebbero esprimere la sentinella dei declini sociali e culturali, vivono invece delle stesse contraddizioni, limitazioni della libertà di pensiero, condizionati dai compromessi e dal considerare merce ogni atto professionale.

Una società in vetrina, soggetta ai saldi di stagione e prossime liquidazioni.

Gli episodi di queste ultime settimane sono la cartina di tornasole di questa ideologia perversa volta alla distruzione e al mentire sui nostri valori umani e di italiani e sulla indifferente e narcisistica visione della vita contemporanea.

Dovremmo vivere nella Società della Conoscenza! È falso! Le manifestazioni a sostegno dei palestinesi sono definite pacifiche. Si manifesta per il terrorismo e non per la libertà dei popoli. Si assaltano i poliziotti perché non sono più poliziotti. Sono servi dello Stato e ubbidiscono allo Stato. Non difendono nessun cittadino. Non possono farlo. Ed allora noi viviamo senza sicurezza personale, della nostra casa, dei nostri diritti, del diritto di Civiltà.  

Qualcuno ci deve spiegare perché siamo stati ingannati fin dai banchi di scuola: è stato sostituito il libro unico di testo con letture prive di cultura e di formazione (di saperi e di conoscenze).

Sono cambiati gli insegnanti che non sono più di regime, ma sono ideologizzati e sostenitori della demolizione della Istituzione scolastica di ogni ordine e grado. Pertanto verrebbe da pensare che chi non sa insegna! E questo forse è il motivo della morte della scuola, come della famiglia che non è più la realtà primaria (la cellula di coesione affettiva, educativa e della formazione dei suoi componenti), ma una realtà associativa aperta ad ogni presenza legittima ed illegittima, ad una sorta di ricovero di disperati, privi di ogni qualità.

Abbiamo vissuto in un mondo virtuale senza essere stati programmati dall’informatica.

Penso che con il ripetersi dei vecchi scenari ante seconda guerra mondiale, bisognerebbe pensare ad una difesa che attacchi questa pervasiva mentalità dominata dalla stupidità, dall’arroganza del potere, da un egocentrismo devastante, da protagonismi mediatici, da una preoccupante demolizione del valore fondamentale di rispetto verso ogni condizione sociale, ogni dignità della persona, al fine di riconquistare la serenità del benessere per tutti e della convivialità del nostro popolo: dal nord al sud.

 

                                                                                                                 Franchino Falsetti

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