Anime nella nebbia. Il nuovo corto di Nicoletta Rinaldi

Nicoletta Rinaldi al Festival Modenafilosofia – Psiche –  2024

Anime nella nebbia con il commento poetico di Serena Vestene

Pubblicato il 04/10/2024

Durante la tre giorni di Modenafilosofia, quest’anno dedicata a Psiche, Nicoletta Rinaldi ha presentato il suo recente cortometraggio dal titolo: Anime nella nebbia.

Il lavoro cinematografico è stato presentato nel Teatro Guiglia in via Francesco Rismondo dove la regista ha accolto il pubblico essendo presente in tutte le proiezioni previste per presentarlo e raccoglierne le impressioni.

Il rapporto traumatico, apparentemente incolmabile, fra sole donne in cui un vero ricordo traumatico di guerra si infrange contro coloro che tale ricordo non lo hanno mai provato se non attraverso un racconto letterario.

Questo problema di comunicazione fra generazioni e fra uomini e donne rimane un motivo ricorrente dei lavori recenti di Nicoletta Rinaldi e questo lavoro non fa eccezione.

Anime nella nebbia sembra sottolineare i tratti drammatici di questo distanziamento emotivo rendendolo ancora più scarno, rendendo essenziale anche il numero delle protagoniste: solo tre donne.

Tre donne e due diversi mondi con difficoltà di comprensione fra due diverse generazioni; una generazione adulta impastata in un buonismo studiato e di maniera, quasi ormai artificiale, che cerca di comprendere ma che si dimostra insufficiente è a confronto con una nuova generazione colpita da traumi che non sa esprimere e quindi non può essere aiutata. 

Dialoghi scarni in cui senti la difficoltà di uno sforzo comunicativo che senti vano già dall’avvio, tentativi di comprensione in cui le parole avrebbero bisogno di nuovi termini per essere efficaci nei confronti di un mondo diverso che si esprime a gesti di stizza e scomparse incomprensibili.

Tutto è annebbiato e non si risolve.

Le immagini sono tratte dal cortometraggio Anime nella Nebbia.

                                                                                                                                                                                                                        Roberto Cerè

 

Sul lavoro cinematografico (a cura di Serena Vestene)

Dopo aver visto la replica delle ore 19.00 di domenica 15 settembre al Teatro Guiglia di Modena di “Anime nella nebbia” della regista Nicoletta Rinaldi nell’ambito del Festival della Filosofia, mi sento di dire che, assistere alla proiezione di un cortometraggio della Rinaldi è come sedersi al cospetto di fantasmi dell’inconscio in una verticalità crescente, apparentemente rasentante l’ineluttabile nichilismo dell’impotenza davanti alla tragicità degli eventi e di un finale inevitabile, ma virante invece sempre, tramite simbolismi riposti  all’interno della sceneggiatura sia nei dialoghi che nelle immagini, verso scenari inaspettati e senza un reale epilogo.

È infatti cifra della regista quella di incidere drammaticamente la realtà trattata e, allo stesso tempo, lasciare immancabilmente il finale aperto a sviluppi mai definiti e chiari, quasi a voler spezzare quello stesso legame tipico con la crudezza e la crudeltà del contesto per pescare nell’inconscio collettivo riposte latitanti in altre dimensioni possibili.

Non fa eccezione “Anime nella nebbia”, per l’appunto, che, con questo continuo rifarsi all’immagine del big bang come a evocare l’inizio di un Tutto, consegna a quell’universo del femminile, rappresentato nel film dalle due protagoniste – separate dalla grande differenza di età, da stili di vita agli antipodi, da un intermittente perdita di contatto in un caos di proiezioni e percezioni – la capacità di poter arrivare a comunicare in maniera autentica su sfere altre, creando una coltre di palpabile speranza nel cambiamento, opposta e contraria alla nebbia fisica che all’inizio le ha rese invisibili e incomunicanti tra loro.

Agata ripone questa fiducia nella sua scrittura, che la mette inaspettatamente in connessione con Layla; Layla fa fede sulla sua spinta alla sopravvivenza istintuale e animale (da animal = anima), che la porta a sfidare anche la bontà etica di Agata.

                                                                                                                                                                                                                             Serena Vestene

Da qui il mio componimento poetico, scritto durante la proiezione in maniera estemporanea, suggestionata da immagini, allusioni e parole durante la proiezione del cortometraggio, vertente la sfera psicologica della trama, che poi è stata la vera protagonista di tutto il Festival:

 

Serena Vestene legge la sua poesia “Anime nella nebbia”. Modena, 2024.

 

“Anime nella nebbia”

 

Tra i boschi di cervi

e i tronchi belli di nebbia,

le voci negate.

La Psiche è elica

di un vento lontano

– minaccia di morte in vita

dove l’alba ricuce i mondi? -.

La Psiche dedica

alla creazione un’esplosione

di bombe e big bang

di universo femminile,

la psichedelica

strategia di sopravvivenza al dolore

di Agata – “pietra” di memoria

di Layla – ”notte” di inconscio

collettivo risalire tra proiezioni

                                    di Sé.

                                                                                                                ————————————————————–

Dal sito di Festivalfilosofia -Psiche- riportiamo il testo relativo al cortometraggio di Nicoletta Rinaldi:

Agata, una scrittrice affermata, si è ritirata nella casa sull’argine dove solitamente si dedica alla stesura delle sue opere. Dopo essere stata volontaria in un campo profughi, vuole dare voce alle vittime innocenti di tante guerre.
Durante una passeggiata lungo l’argine, vede sbucare dalla nebbia una donna che sta camminando in direzione opposta alla sua. Quando se la trova accanto si accorge che è una ragazza che indossa un cappotto identico al suo; si ferma a guardarla confusa, ma la ragazza prosegue a passo svelto. Agata la segue con lo sguardo finché non la vede scomparire nella nebbia.
Successivamente la scrittrice assisterà ad improvvise apparizioni della ragazza nei pressi della casa, seguite dalla sua immediata scomparsa. Qual è il segreto che spinge la ragazza a spiare e inseguire Agata? Tra le due sembra essersi stabilito un richiamo misterioso, una risonanza inconscia dell’anima che induce Agata a interrogarsi sul senso della scrittura e a chiedersi se chi non ha provato sulla propria pelle l’orrore della guerra possa mettersi nei panni di chi invece l’ha vissuta. 

Anime nella nebbia

(Italia, 2024 – 45’)

Sceneggiatura e regia: Nicoletta Rinaldi
Assistente alla regia: Sabrina Calanchi
Segreteria Organizzativa: Alessandra Bertoli
Riprese e fotografia: Nicolò Serri
Contributo alle riprese: Matteo Roncaglia
Montaggio: Saverio Maro
Musiche originali di Silverio Lega
Testi e voce: Alessandra Bertoli
Attrici: Sofia Buttini, Daniela Fini, Annie Claude Gambinò
A cura di: Al posto di me

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