Istruzioni per l’uso: perché nulla si disperda!
A partire da questo nuovo anno di collaborazione con la redazione di Millecolline, in modo periodico, presenterò l’arte nei suoi possibili aspetti, curando, in modo particolare, i contenuti dell’espressione artistica anche nei vari contesti tecnologici e scientifici che condizionano, soprattutto, l’esperienza contemporanea e le sue nuove ricerche sperimentali e le , molto spesso, incomprensibili “provocazioni”.
Tutto questo senza aver la pretesa di definire l’arte, che è , comunque, una vera impresa,oggi, poiché l’aver teorizzato e praticato il nuovo dogma : uscire dagli schemi e dai metodi, ha generato forme aleatorie od indefinibili del processo artistico del tradizionale concetto di creatività e di inventività . C’è il rischio che l’opera d’arte contemporanea si giustifichi non per quello che esprime, per le sue implicazioni culturali, ma per quello che , come fatto extra-arte, lo condiziona e lo produce.
La società di oggi, nella sua “liquida” trasformazione, ha , inesorabilmente, contaminato ogni espressione e ogni comunicazione.
L’arte è lo specchio deformante di questa società, sempre più disumanizzata e sempre più destrutturata.
L’arte, in questo disarmante e precario contesto sociale, può ri-conquistarsi un suo ruolo, una sua autonomia, una sua funzione pedagogica, per es. quella di “aprire” gli occhi della mente.
“ La barbarie estetica realizza la minaccia che pesa sulle creazioni spirituali fin dal giorno in cui sono state raccolte e neutralizzate come cultura”. ( Max Horkheimer, Theodor W. Adorno, Dialettica dell’Illuminismo, Torino, Einaudi,1976, )
E poiché è sempre importante ricordare che “per deliberare occorre conoscere”, l’arte oltre ad essere materialità, è, soprattutto, pensiero, un modo per pensare la realtà e la materialità. E , quindi, è opportuno leggere, studiare, riflettere sui “casi” dell’arte, sulle sue teorizzazioni, sulla sua storia, su i suoi modelli culturali ed interpretativi.
E questo sarà il mio programma per l’anno 2015-16, la mia identità come studioso, come docente, come critico dell’arte.
Ecco perché ho intitolato questo percorso di cultura e di educazione: “Leggere l’arte senza confini..…riflessioni, recensioni, bibliografie, ect.. ”.
Lo “scaffale “ dell’arte
1. Jean Baudrillard, La sparizione dell’arte, a cura di Elio Grazioli, Milano, Abscondita, 2012
E’ uno stimolante volumetto, dove sono state raccolte due conferenze tenute negli Stati Uniti nel 1987 da Baudrillard, importante studioso, intellettuale, critico d’arte e saggista francese.
Il modo migliore per capire di cosa parlino questi duestimolanti “manifesti” dell’arte, preferisco trascrivere alcune righe scritte dallo stesso autore.
“Quando si parla dell’arte, è perché non esiste già più. Certo, non nei fatti – la vediamo proliferare ovunque, e il discorso sull’arte ancora più velocemente -, ma nel suo genio, nella sua avventura, nella sua potenza di illusione, nella sua capacità di negare il reale e di opporre al reale un’altra scena in cui le cose obbediscano a una regola del gioco superiore, una figura trascendente in cui gli esseri, a immagine delle linee, dei colori su una tela, possano perdere il loro senso, eccedere la propria fine e, in uno slancio di seduzione, raggiungere la loro forma ideale, fosse pure quella della loro distruzione”.
2. Lev N. Tolstoj. Che cosa è l’arte?, a cura di Filippo Frassati, Milano, Universale Economica Feltrinelli, 1978
Il grande scrittore russo sensibile non solo non solo alla scrittura narrativa ma ad ogni segno estetico di ricerca comunicativa e creativa. I suoi interessi erano, principalmente, rivolti alla dimensione estetico- artistica. “L’arte, la poesia? Per molto tempo, sotto l’influsso del successo, della lode della gente,, io m’ero persuaso che questa era l’attività che dovevo svolgere, senza considerare che poi sopraggiunge la morte che annienta tutto : le mie opere e il ricordo di esse”. In questo piacevole libretto, Tolstoj vuole indagare l’animo umano, per scoprire le motivazioni di questa antica pratica, antico linguaggio dell’arte.
Prima di arrivare a dare una sua definizione dell’arte, c’è un capitolo dedicato alle varie teorie dell’arte sia come attività, che come manifestazione dell’uomo.
Il senso di religiosità o di coscienza religiosa che Tolstoj affida all’arte, lo porta a sostenere una sua definizione, su cui si dilungherà nella sua lunga ed articolata trattazione.
“ L’arte comincia quando l’uomo, nell’intento di trasmettere ad altri una sensazione da lui provata, la risuscita in sé e la esprime con certi segni esteriori”.
3. Francesco Bonami, Lo potevo fare anch’io! Perché l’arte contemporanea è davvero arte, Milano, Mondadori, 2009
Un testo piacevole scritto con una certa (auto) ironia da un eccellente protagonista della critica d’arte italiana. Il titolo è già un invito alla lettura con forti curiosità, perché , come ci ricorda lo stesso autore: “L’arte è come il cibo, nessuno dice ‘non me ne intendo’ quando va al ristorante. E’ il cibo dell’anima e della mente: dopotutto si mangia anche per piacere, non solo per sopravvivere. Gusterete l’arte come mangiare la pasta, senza pensarci tanto, criticando quella scotta e apprezzando quella al dente”. Il libro è costruito in modo libero, senza cronologie di rigore. Si procede per capitoli dedicati a differenti artisti, proprio come si fa con un buon menu assortito : non è richiesta nessuna competenza ma un buon palato. Gli artisti, per ricordarne qualcuno, vanno da Arnaldo Pomodoro a Lucio Fontana, da Warhol a Cattelan.
Segnalazioni bibliografiche
– Francesco Bonami, Mamma voglio fare l’artista! Istruzioni per evitare delusioni, Milano, Electa, 2013
[ si rivolge ai bambini di 9 anni e genitori intelligenti ]
– Flavio Caroli, Arte d’Oriente arte d’Occidente, Milano, Electa, 2012
[ Una descrizione accurata di mappa delle culture del mondo per comprendere i principi che ne hanno determinato le differenze e che poi hanno raggiunto forme di incontro e di intreccio fra loro. ]
4. Gabriel M. Roig, Arte per bambini, Trieste, Editoriale Scienza, 2012
(Un libro scritto ed illustrato per avvicinare i bambini all’arte mediante “l’osservazione, il gioco, l’ingegno e la sorpresa”).
Franchino Falsetti
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