Editoriale della domenica
L’Editoriale Millecolline
Pubblicato il 26/10/2025
Che cosa ci rende vivi?
Potrà sembrare un interrogativo banale, una soluzione da cruciverba, ma il Caos esistenziale imposto in molte realtà del nostro vecchio Pianeta ci dimostra che vivere non è solo fatica, ma un qualcosa che dobbiamo definire.
Il dibattito filosofico da tempo si è volatizzato sui temi del chi siamo e su ciò che caratterizza il vivere e la sua coscienza d’essere.
Spinoza inventò il mondo delle emozioni per connotare la sensibilità e la ragione del vivere. Contrariamente a Cartesio che scelse la ragione, il pensiero, il pensare come motivo del vivere e dell’esistere. E poi la filosofia esistenzialista per cogliere il materico, il concreto, il flusso, di cui parlavano i positivisti, che dà il respiro alla nostra esistenza deprivandola da ogni esigenza metafisica e spirituale.
Il materialismo ha considerato la vita come ingranaggio di sopravvivenza e di negazione di ogni valore in difesa della dignità e delle motivazioni culturali e sociali dell’essere aggregato e cooperativo.
Un quadro sintetico, non del tutto esplicativo, solo alcuni accenni alle principali tendenze filosofiche che hanno caratterizzato per secoli i nostri modi di vedere e di pensare.
Ma ciò che sta accadendo e di cui siamo testimoni ci sollecita altre riflessioni, forse non codificabili, ma certamente utili per porci nuovi interrogativi e per percepire non solo la realtà (romanzata) ma la sua proiezione deformata nella nostra sfera intima dell’impossibile.
Siamo infatti alla ricerca della nostra Identità perduta nei meandri del modernismo e delle illusioni alimentate dalle invenzioni tecnologiche scientifiche. L’uomo pensava di essere divenuto onnipotente ed invece stava perdendo il suo tesoro principale: l’autonomia come fonte primaria di ogni forma d’educazione compresa quella ormai offuscata della libertà di coscienza, necessaria per saper scegliere il proprio futuro.
In contesti defuturizzati l’uomo contemporaneo si è trovato nella sua “selva oscura” senza alcun Virgilio guida-salvatore, bensì imprigionato nei mezzi e luoghi di sorveglianza e controllo.
“Un cittadino europeo è oggi schedato in media da venti a trenta volte al giorno e nel giro dei prossimi dieci anni dovrebbe esserlo fino a sessanta volte. La schedatura interviene in occasione degli episodi più comuni della vita quotidiana: telefonate, uso di un cellulare, navigazione su Internet, passaggio davanti a una tele camera di videosorveglianza, ingresso in un parcheggio, pagamento con carta di credito, utilizzazione di una smart card o del badge di un’impresa, passaggio in una stazione di servizio, frequentazione di un luogo pubblico, pasto in un ristorante, visita di un centro commerciale, spostamento in autostrada”. (Alain de Benoist, La Nuova Censura, 2021)
È questo che ci rende vivi?
Oltre a libri preziosi come quelli del filosofo francese de Benoist (oggi, quasi, introvabile) che ci mettono in guardia, non abbiamo altre condizioni e soluzioni per poter far fronte a questa ormai visione globale della nostra esistenza, come dovrà essere.
Il Grande Fratello ha raggiunto i suoi scopi anche fuori dalla realtà e ha trasformato la realtà (romanzata) in un grande specchio in cui si agiteranno le nostre aspirazioni, il nostro grido di non voler essere solo una comparsa momentanea e predeterminata di ciò che dovrebbe significare Vivere nella piena consapevolezza di Esistere.
Franchino Falsetti
