Editoriale della domenica
L’Editoriale Millecolline
Pubblicato il 24/08/2025
La realtà non ci emoziona più
In pochi decenni le conquiste tecnologiche hanno, silenziosamente, operato, a mio avviso, una delle più devastanti rivoluzioni culturali di tutti i tempi.
L’affermarsi in rapida espansione e diffusione su tutto il Pianeta dell’ideologia digitale e delle sue infinite applicazioni e trasformazioni circa il sostituire la realtà con l’informazione, fino a divenire essa stessa evento, cioè, cosa di cui sentirsi attratti, svuotati da ogni tipo di consapevolezza.
I media tradizionali e quelli on line (nati nel 2000) hanno costruito, costruiscono e modellano le nostre coscienze; alterano i processi educativi, impongono modelli di comportamento deformando i tradizionali concetti relativi allo stare insieme, a gestire le pubbliche relazioni nel rispetto, nella cortesia e nella considerazione dell’altro/degli altri.
Questi strumenti perfezionati del comunicare (dal computer all’intelligenza artificiale) hanno prodotto, inevitabili, trasformazioni, per non dire nuove realtà. Il mondo nel quale viviamo è sempre più virtuale e la stessa realtà di cui pensiamo di continuare a toccare non esiste più.
Noi viviamo di copie, di fotocopie, di fax, di selfie, di oggetti che sono privi di precise utilità d’uso e che rendono, per la loro confezione seriale, tutto uniforme come riflesso delle nostre piatte personalità.
Ho seguito, come tanti, gli incontri internazionali tra gli USA e gli esponenti europei per raggiungere accordi per arrivare alla fine della guerra tra Russia e Ucraina: sono rimasto ipnotizzato dal flusso delle immagini che si ripetevano ogni pochi minuti, da un parlato incomprensibile, e da una preoccupante insensibilità partecipativa. Tutto sembrava finto!
Una sceneggiatura obbligata per allontanare ogni pubblico interessato e quindi artefatto dalle regie dei media per neutralizzare gli effetti di una realtà astratta, priva di ogni coinvolgimento, di ogni emozione.
Ciò che sta accadendo da alcuni anni in Europa, in Medio Oriente, non ci rende partecipi. Il bombardamento monotono del vedere ed ascoltare, con “giornalisti” che sembrano ripetere un disco rotto della loro incompetenza, che ci offrono immagini di repertorio, con nessuna verifica di veridicità e nauseanti nella ripetitività ed ossessione propagandistica, da tempo, ci hanno reso indifferenti come gli appelli per pregare per la Pace (modello derivato e provocato dagli stessi media, assenti da ogni spiritualità o devozioni).
Il governo intellettuale appartiene alle fake news ed alla fucina dell’ipocrisia.
Tutti si prenotano (es. ciò che resta della voce partito) ad essere promotori di manifestazioni, a mettere bandiere di non si sa quale popolo vittima. È ritornato in modo preoccupante l’antisemitismo (indipendentemente da ciò che sta accadendo in Palestina).
Le scuole da tempo non ospitano più nessuno, come se non si potesse parlare dei fatti che coinvolgono tutti, non solo i politici, i poteri occulti, ed i potenti della Terra! Ma anche questo fa parte del sistema multi mediale avanzato che si è sostituito all’uomo ed alle sue specifiche organizzazioni sociali e culturali.
L’uomo avendo perso l’Istituzione educativa, d’istruzione e di formazione perché hanno vanificato il ruolo con cui erano state create, si trova, come accade negli USA che la stragrande maggioranza della popolazione si nutre di fumetti, di tv e di strumenti elettronici (computer, social, il mondo del web). Dati non solo preoccupanti, ma rivelatori, che, ormai, i giochi son fatti e non si torna indietro.
Oggi l’informazione ha sostituito la conoscenza e questo ha, di fatto, modificato la nostra natura, i nostri strumenti del sapere, del conoscere, dell’agire, dell’ideare, del pensare, del considerare la realtà un oggetto imprevisto in cui non inciampare.
È una condizione alienante dell’uomo contemporaneo, la cui qualità è quella di esserne privo e la sua visione del mondo di oggi e quello che verrà, sarà regolato dagli automatismi, regolatori della nostra esistenza e cancellatori del nostro mondo interiore, delle nostre sensibilità, delle nostre vitali emozioni.
Franchino Falsetti
