EDITORIALE Millecolline. La Costituzione non è del popolo italiano

Editoriale della domenica

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 13/07/2025

La Costituzione non è del popolo italiano

È un titolo un po’ pirandelliano, ma rende bene l’idea rispetto alla fabbrica delle leggi e leggine di cui l’Italia detiene il primato assoluto.

Ogni tanto si cerca di ricordare che abbiamo una Carta Costituzionale, un documento che dovrebbe essere sacro perché nasce dalla Resistenza e difende, con chiarezza i principi della democrazia, i diritti ed i doveri nel nome della libertà e del rispetto del popolo italiano. La Costituzione repubblicana degli italiani.

“Fate che il volto di questa Repubblica sia un volto umano. Ricordatevi che la democrazia non è soltanto un rapporto fra maggioranza e minoranza, non è soltanto un armonico equilibrio di poteri sotto il presidio di quello sovrano della Nazione, ma è soprattutto un problema di rapporti fra uomo e uomo. Dove questi rapporti sono umani, la democrazia esiste, dove sono inumani, essa non è che la maschera di una nuova tirannide”. (dal Discorso di Giuseppe Saragat dopo essere stato eletto Presidente dell’Assemblea Costituente, 24 giugno 1946)

Queste poche righe per sintetizzare la sostanza, il focus della scelta repubblicana e democratica dopo i nefasti e le disumanità prodotti dalla Seconda Guerra Mondiale e dalle dittature come il fascismo in Italia.

Ma, al di là, di certe enfasi e di inevitabili accenni retorici, oltre ad un linguaggio che segna proprio il secolo scorso, i 139 articoli della Costituzione italiana, dovrebbero essere oggetto di conoscenza e commento (anche di necessari sviluppi semantici) in ogni luogo istituzionale come “testo” di base per acquisire cittadinanza ed identità italiana.

Ciò che si è liberalizzato in questi decenni ha condizionato i rami portanti della democrazia, quelli che avrebbero dovuto vigilare e non permettere lo svilupparsi di forme liberticida e di negazione della personalità ed identità italiana.

Si fa fatica, per non dire che è incomprensibile il fenomeno diffuso ed accolto, in modo dissennato ed irresponsabile, dell’immigrazione rispetto all’assenza di un piano di regolamentare accoglienza, collocazione ed integrazioni lavorative-produttive e di convivialità di rispetto reciproco senza predisporre privilegi, assistenze curiali ed apostoliche. Di illimitata beneficenza.

La nostra Costituzione non è né di destra né di sinistra: è la Carta Magna della nostra Democrazia ed il Parlamento deve sempre considerarLa per evitare ogni tipo di arbitrarietà o scelte più legate alle piccole o grandi intese alimentate dai vari Gruppi rappresentativi delle tendenze d’opinione.

Il Parlamento non è un luogo isolato in cui si contrappongono i vinti ed i vincitori, è un luogo in cui tutti i rappresentanti eletti dal popolo si dovrebbero adoperare per governare al meglio il proprio Paese.

Ciò che sta accadendo da alcuni decenni è che gli italiani non amano l’Italia, la considerano propria una “configurazione geografica” e gli stessi italiani, in virtù delle nuove dinamiche sociali e politiche, devono lottare ogni giorno per autenticare la propria identità, la propria italianità.

Si pensa di governare il paese del ben godi (come nelle favole), ma non si valuta che per governare bisogna conoscere l’intendere, il bisogno, le disattenzioni che da sempre si sono cementate ed ancora si prega perché venga a piovere o smetta di piovere.

E l’aver reso l’attualità il grande centro d’interesse, il nostro valore vitale, il vero senso della spiritualità consumistica, ha, antropologicamente, mutato non solo i modelli del costume italiano, ma la nostra struttura mentis: pensiamo con altri strumenti (tecnologici), abbiamo modificato il nostro modo di pensare, abbiamo ridotto il campo delle conoscenze, si delimitano, persino, i confini di ciò che dobbiamo sapere. Il Caos ci governa!

Com’è possibile pensare di riformare la Scuola pensando che sia sempre quella di Pinocchio, mentre la Società è strutturalmente cambiata?

Gli studenti si rifiutano si sostenere la prova orale all’esame di maturità. Questo è il segnale inequivocabile della nullità della Scuola italiana ed altrettanto luogo inadatto per parlare di ius scholae.

Di quale Scuola stiamo parlando? Che cittadini stiamo formando attraverso una Scuola rattoppata, logorata dalla retorica e dalla ripetitività ossessiva di mondi astratti, fantasiosi ed inesistenti.

Tutta la realtà si è burocratizzata e di conseguenza noi ne subiamo ogni condizionamento (dal fenomeno dell’antilingua alla comunicazione predeterminata, modulata secondo la necessità richiesta).

Il modello vincente è sentirsi sicuri perché omologati, scolpiti da un Grande Geppetto che ci renderà sempre più attivi, meccanici e vuoti di pensiero.

Per ritornare alla nostra Costituzione, non può essere oggetto di propaganda di qualche giornale nazionale o di qualche partito radiofonico (vecchio stile), deve diventare il Breviario per non dimenticare che non troveremo mai articoli dove si aprono teatrini europei, americani, con l’applicazione dell’AI anche per trasformare la striscia di Gaza in Miami beach e nuove formule giustificatorie per non ri-parlare di genocidio, di guerre giuste o di crociate in nome di ciò che nessuno conosce, mentre centinaia di migliaia di morti hanno ricreato un nuovo Muro del pianto.

“[…] C’è una parte della nostra Costituzione che è una polemica contro il presente, contro la società presente. Perché quando l’articolo 3 vi dice: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana” riconosce che questi ostacoli oggi vi sono di fatto e che bisogna rimuoverli”. (Piero Calamandrei, Discorso sulla Costituzione, 26 gennaio 1955Discorso da imparare a memoria -)

Franchino Falsetti

2 thoughts on “EDITORIALE Millecolline. La Costituzione non è del popolo italiano

  1. La nostra costituzione … più bella del mondo … forse non di destra nè di sinistra, ma non è la tavola dei 10 comandamenti come si vorrebbe far credere…. è stata fatta da un gruppo di persone ossessionate dall’idea dell’uomo/donna soli al comando … e tramite una serie di contrappesi inestricabile ha reso l’Italia ancora una volta ingovernabile… che già lo era per ragioni storiche millenarie.

  2. Se la pensi così, per te è così. Peccato che non sia stata applicata fin dall’inizio visto l’accanirsi anglosassone contro di lei (vedi MI6…).

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