EDITORIALE Millecolline. Non sono per la disumanità

Editoriale della domenica

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 27/07/2025

Non sono per la disumanità

Oltre ad essere governati dal Caos e da una diffusa impotenza ed incertezza del mondo politico internazionale, il perdurare delle guerre a pezzi stanno mostrando una maschera terrificante del livello di disumanità che il progresso ha maturato come compensazione alle proprie evoluzioni ed illimitati traguardi.

L’uomo contemporaneo non è diverso dall’uomo primitivo. Non sono sufficienti i grattacieli, i Festival internazionali della Scienza, i primi Nobel, le conquiste mirabolanti della tecnologia, ogni raffinata esperienza per cure estetiche e di lunga vita, perché la natura nascosta, improvvisa, devastante, priva di ratio, esprima ogni irrefrenabile desiderio di distruzione fino a considerare la guerra l’unico strumento non solo di morte fisica, ma di morte morale, spirituale, della dignità dell’uomo e del suo diritto a Vivere.

Sono, letteralmente, disorientato, dopo la buia e tragica pagina dell’Olocausto, della Seconda Guerra Mondiale, della guerra in Indocina, nel Vietnam, e nel Medio Oriente (tra popoli Israeliani e Palestinesi di antica Civiltà in odio da sempre), l’attuale guerra iniziata con la strage del 7 ottobre 2023 da parte dei Palestinesi, con attacchi di gruppi armati provenienti dalla Striscia di Gaza (1200 morti) ha scatenato una guerra senza precedenti.

Si è scatenato uno spettacolo gratuito per tutti i popoli del progresso: conversazioni, telefonate, visite di cortesie, ricevimenti, sostegni illimitati militari da parte delle grandi potenze occidentali ed il pieno riconoscimento delle giornaliere stragi degli Innocenti sulla famosa e dannata striscia di Gaza.

Questa striscia è un cumulo di macerie, con un popolo ridotto alla fame, alla ricerca delle primordiali necessità per Vivere e per giunta ogni giorno vengono mitragliati e muoiono a centinaia (molti i bambini e gli anziani).

L’umanità è scomparsa! Cicerone diceva che in “guerra tacciono le leggi”, ma non deve tacere il rispetto per il vinto.

L’umiliazione della sconfitta non può esser sostituita con la pulizia etnica, non si può tollerare che l’altro sia solo oggetto di annientamento e non di comprensione della sua sofferenza fisica, materiale, di sopravvivenza.

Non posso pensare che nel XXI secolo le guerre stellari si siano trasferite nelle guerre terrestri ed i popoli con hamburger e Coca Cola siano sostenitori di un cambiamento violento, intollerabile, disumano, dei valori essenziali della Vita.

Questa inaccettabile situazione va al di là del banale schieramento per l’uno o l’altro popolo. La cultura della vendetta, della sottomissione, dello schiavismo, della vita come fatalità esistenziale, non sono qualità per un Popolo come quello d’Israele di antichissima Cultura e culla di Civiltà.

Le Sacre Scritture contengono pagine in cui si predica l’occhio per occhio, l’annientamento del nemico, ma la Storia è solo un quadro metafisico o l’orientamento per vedere meglio e provvedere al meglio ogni forma di benessere personale di convivenza tra i popoli.

I Palestinesi non saranno mai Israeliani e viceversa, ma ciò non può giustificare nessuna atrocità, nessun atto di bestialità come quelli di cui tutto il mondo civile ha assistito e sta assistendo.

Questa guerra così giocata tra poteri sotterranei (interni ed esterni), creerà una sorta di destabilizzazione della stessa società civile israeliana e potranno aprirsi nuove preoccupanti problematicità che potranno divenire una nuova “mutazione” della nostra sensibilità, dei nostri attuali modelli di cooperazione sociale e comunitaria. Ci sono segni di piena sfiducia nell’organizzazione sociale e nei valori finora praticati.

Molti ebrei stanno abbandonando il loro Paese, tanto amato e costruito con la fede nei propri morti, uccisi dalla perdita della Ragione dell’Uomo moderno, civilizzato e costruttore di cambiamenti per un mondo migliore.

La parola Pace è, oggi, una parola rivoluzionaria. Invocata dall’attuale Papa Leone XIV e dai precedenti, ma non conosciuta dai governanti e dalla Comunità Europea, che mentre si vuole riconoscere la Palestina, si sostengono le guerre che fanno comodo, come l’Ucraina vs Russia, altri focolai in Medio Oriente, e quello più aberrante il riarmo dell’Europa per fare nuove guerre.

Come è possibile parlare di Pace nel Parlamento Europeo? Come è possibile parlare di Pace nel Parlamento italiano che ha ignorato pienamente la Costituzione italiana “che ripudia la guerra”?

La Pace è un valore fondamentale che rende ogni popolo operoso e progettista del proprio futuro. La Pace è sinonimo di Vita, di riconoscimento della propria e dell’altrui, pur nel rispetto delle diversità sociali e culturali.

Ciò che coniuga la Pace è la Convivenza, altro grande valore che l’Uomo Contemporaneo non può ignorare, anzi ogni ostilità potrà essere vinta non con i droni ed i missili, ma con la strategia dell’educazione permanente, dove ognuno è portatore di esperienze, conoscenze, saperi, costumi, culture, tutte realtà che potranno esprimersi in contesti di riappacificazione, eliminando ogni scoria o turbativa per la piena realizzazione dei progetti di Convivenza e di Convivialità per una nuova Umanità.

 

Franchino Falsetti

2 thoughts on “EDITORIALE Millecolline. Non sono per la disumanità

  1. Sono pienamente d’accordo con questa analisi.
    Ci scandalizziamo ancora oggi per le atrocità di Auswiz….ma ciò che sta accadendo non è peggio se non uguale?
    Tutti stanno invocando la Pace,ma è chiaro che chi comanda il mondo non la vuole…anzi.
    Per questo non mi sento rappresentata,in questo momento, né dalla Comunità Europea, né da chi si maschera da pacifista ma non lo è. Perché, se veramente si volesse la Pace,come tanti sbandierano,non saremo,qui, oggi a parlarne.

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