Motobenedizione. A Bazzano per iniziativa di un gruppo di amici

In Piazza G. Garibaldi per la prima volta

Motobenedizione 2025

Pubblicato il 06/04/2025

Piazza G. Garibaldi a Bazzano in Valsamoggia (Bo) si è svegliata questa mattina con il primo rombo delle moto che annunciavano l’arrivo di decine di motociclisti accorsi per la Motobenedizione organizzata da Gli Amici del cinquantino, un gruppo di appassionati locali, soliti organizzare l’evento a Monteveglio ma che quest’anno ha visto una adesione eccezionale, tanto da richiedere una piazza più grande per accogliere tutti.

Benedizione delle moto. -499- Bazzano, 2025 (ph. R Cerè)

Il numero sorprendente di partecipanti ha felicemente colto di sorpresa gli organizzatori e i rappresentanti del Municipio di Bazzano dopo aver dato il benvenuto a tutti gli appassionati delle due ruote ha lasciato la parola a Don Tommaso che ha benedetto le moto e i motociclisti sotto un bellissimo sole primaverile.

Benedizione delle moto. -474- Bazzano, 2025 (ph. R Cerè)

Io son andato a “zonzo” per la piazza zigzagando fra moto di dimensione enormi, vespine tiratissime e orgogliose e centauri di ogni età che hanno festeggiato la chiusura  dell’evento con il rinfresco, non impegnativo per la guida, offerto dalla Pro Loco di Bazzano.

Benedizione delle moto. -480- Bazzano, 2025 (ph. R Cerè)

C’era aria di festa in piazza e se ne avremo l’occasione cercheremo di saperne di più a proposito di questo gruppo di amici del cinquantino che, come dicono sorridendo, non hanno bisogno di una sede per fare le loro riunioni in quanto si trovano in osteria per organizzare i loro eventi.

Benedizione delle moto. -486- Bazzano, 2025 (ph. R Cerè)

Alle 10:30, dopo i saluti finali, la piazza si è rapidamente svuotata in quanto c’era in programma un percorso moto/turistico a cui molti hanno aderito.

Benedizione delle moto. -499- Bazzano, 2025 (ph. R Cerè)

In questo modo tutto è terminato e ci siamo trovati, quasi improvvisamente con la piazza di nuovo vuota.

Guardandoci intorno ci siamo chiesti se non fosse valsa la pena che questo tipo di incontro proseguisse lungo tutta la giornata diventando un appuntamento più ricco aumentando possibilità di incontro e le curiosità di un numero maggiore di visitatori.

Forse siamo inguaribili sognatori (?).

Testo e foto di Roberto Cerè


 

ALBUM FOTOGRAFICO

9 thoughts on “Motobenedizione. A Bazzano per iniziativa di un gruppo di amici

  1. Salve Roberto, il mondo delle “2ruote” è variegato e multiculturale. Si va dalla bicicletta in tutte le sue “versioni” alle due ruote motorizzate in tutte le sue versioni. E noi Emiliano Romagnoli ci siamo cresciuti, sia come produttori sia come utilizzatori. Tanto che sono diventati stili di vita. Le chiedevo come mai non c’è stata una anticipazione dell’evento su mille colline? La scelta di pubblicare le foto solo in BN a cosa è dovuta? Grazie. MM

  2. Torno sulle immagini in BN che ha postato: gli scatti hanno colto momenti interessanti fra i partecipanti. Sopratutto quelli dal basso con grandangolare. Tecnicamente, a mio parere, c’è troppo contrasto, i neri li vedo sempre “chiusi” e senza dettaglio nelle ombre. Mi sembra abbia scattato con un filtro ( forse giallo? In ripresa o in postproduzione. Jpg o raw?). Oppure la fotocamera settata in automatico fa quello per cui è stata programmata. È più di tanto non si riesce a intervenire. Oppure la mancanza del flash di “ compensazione.” Anche la “profondità di campo” non “predilige” il primo piano ma lo sfondo. Purtroppo il BN della pellicola cinematografica di “una volta” è ormai diventato un “sogno” ( per i fotoamatori). Molta praticità e poca qualità sta alla base del “sembra bello”…

  3. Bel lavoro Grazie mille Roberto da parte di tutti I ragazzi del cinquantina

  4. Grazie, mi piacerebbe fare anche un intervento videoche racconti un po’ il vostro gruppo.

  5. Il bianco e nero è una interpretazione personale soprattutto di chi le foto le esegue; la lettura dei neri appiattisce l’immagine e non consente alcun impatto descrittivo; forse può servire alle aziende che vogliono far vedere ogni dettaglio che spesso non serve perchè perde profondità (“la faccia chiara mi raccomando…”).
    Il contrasto è un mio modo di leggere le immagini, se non piace non piace. Centinaia di fotografi si esprimono così e io sono uno di loro.
    Nessun filtro; fotografando con il digitale i filtri per il b+n sono diventati obsoleti da anni.
    Io non scatto MAI in automatico, sempre in manuale (flash compreso).
    Il flash di compensazione ce l’ho sempre con me ma non ho voluto usarlo.
    La profondità di campo usata in manuale (non in autofocus) è una delle mie caratteristiche (avrà sicuramente visitato la mia recente mostra organizzata dalla Fondaz. Rocca Bentivoglio per Art city e se ne sarà accorto), il tutto a fuoco tipico delle macchinette “punta e scatta” oppure dei cellulari, oppure dei Circoli Fotografici non mi interessa.
    Le dirò: la storia del bianco e nero su pellicola “diventato un sogno” mi sta rompendo le scatole da molto tempo, se uno non è capace di esprimersi in B+N (o a colori) secondo i prori canoni estetici sono problemi che dovrà risolvere lui, non della macchina che usa. Io fotografo ormai da 50 anni e stampavo in B+N nella mia camera oscura agendo sul contrasto esattamente come agisco sul contrasto con le mie foto digitali (pensi che non ho nemmeno Photoshop) usando un convertitore RAW che mi ricorda, appunto, la camera oscura.
    Ognuno esprime quello che vede interpretando quello che vede; se è libero non ha bisogno di essere condizionato dallo spettatore che osserva ciò che è stato il suo lavoro.
    Roberto Cerè

  6. L’anticipazione su Millecolline c’era: da due giorni era all’interno degli Appuntamenti Consigliati, in forma di foto che ho fatto con il cellulare all’interno di una vetrina… Purtroppo gli organizzatori non si sono fatti vivi per chiedere una collaborazione e io avendo altro da fare ho pensato di andare a vedere l’evento per conto mio (pensi che la Proloco di Bazzano mi ha mandato la locandina alla mattina della domenica…). Direi che sia stata una organizzazione messa in piedi molto in fretta e nonostante conoscessi TUTTI i componenti del team che ha organizzato l’evento io non ho ricevuto alcuna segnalazione preventiva.
    La scelta di pubblicare foto in B+N è una scelta da bianconerista pluriannuale (leggendo Millecolline avrà sicuramente notato che le mie foto di report sono in B+N) che considera il reportage “colorato” come una banale distrazione estetica (se si vuole raccontare un evento, altrimenti è andare alla ricerca di “like”); da vero snob direi che lascio il colore a chi fotografa con una fotocamera pensando che sia un cellulare. Il B+N costringe il fotografo a concentrarsi su ciò che vuol scrivere e costringe lo spettatore a cercare di capire l’evento senza distrarsi dallo specchietto per le allodole (il colore)…
    Roberto Cerè

  7. Anche se il “contrasto” è un suo modo di “leggere le immagini, se non sbaglio e vado a memoria mi sembra che abbia fatto un “intervento migliorativo “ e ripubblicando “ le immagini con neri meno chiusi e più leggibili in termini di “dettaglio”. Ma forse mi sbaglio. Le tante ore passate in camera oscura hanno dato più delusioni che risultati “accettabili”.
    Nei circoli fotografici ho assistito a tante “filosofie del bello” nate da “ la volpe …e l’uva “. Poi ognuno è libero di raccontare le “proprie filosofie” che meglio crede.
    La fotografia è nata come “conseguenza diretta dalla pittura” . Anche nei dipinti “modificati” dal tempo, nelle “ombre” c’è sempre dettaglio. Il BN è stata la terza o quarta invenzione dopo il collodio e le tecniche di metá 800. Le consiglio di visitare il Museo Alinari di Firenze. Sig Roberto il mondo è sempre stato a colori. Il BN deve rispettare canoni come le scale dei grigi e dare più “informazioni” visive possibili. Se a lei piace lo “scheletrico”, tipo pellicola fotomeccanica penso abbia “demandato” al digitale quello che non ottenuto con l’analogico . Il BN va “ letto come un libro”, più “descrizioni di particolari” ci sono più bello diventa il racconto. Questo è il mio pensiero. Non è polemica ma solo “ pour parler”.
    La “fotomodella” altro argomento…Saluti MM

  8. Bene, grazie, faccia fotografie anche lei, così le vediamo e magari le pubblichiamo se vorrà. Naturalmente a colori visto che il mondo è a colori… Vedere i suoi lavori renderà evidente un modo diverso di interpretare la fotografia. L’importante è non avere fede in un insegnamento accademico/storico/scolastico e attenersi aquesto nel proprio procedere ma dedicarsi alla espressione del vedere, del sentire, del raccontare. So bene che una linea di pensiero fa nascere la fotografia come “conseguenza diretta della pittura” ma considero l’adesione a questa corrente come piuttosto poco nutriente. Posso anche andare agli Alinari, sarà un’altro museo che visiterò in cui sono raccolte fotografie interpretate da altri fotografi importanti e storici. Per essere bravo devo quindi emularli, tentare di copiarli perchè la critica chiede questo? Mi sembra piuttosto limitante come regola… Questo è il mio pensiero.
    Mi piace di più andare alle mostre di pittori; sono più liberi di interpretare (visto che a loro è concesso) e di careicare le ombre, le luci e i contrasti come e dove li porta la loro sensibilità.
    Noi mi perderei poi in tante esposizioni psicologiche, farei più fotografie piuttosto e senza averci un calcolo logico per giustificarle.
    Roberto

  9. Rinnovo l’invito a visitare il museo Alinari. In questo “ hobby o professione tutto serve…
    Del resto anche Pelloni “docet”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *