EDITORIALE Millecolline. Siamo stati ingannati

Editoriale della domenica

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 01/09/2024

Siamo stati ingannati

La breve pausa ferragostana e parte di questa “apparente” anomala estate, hanno reso sovrana la dotta ignoranza.

Si sono moltiplicati i soliloqui dei ministri, dei sottosegretari, di alcuni Sindaci colpiti da pericolosi colpi di sole, dall’ evidenziare, ancora una volta, che non si deve governare per il popolo e servirlo, ma per ossequiare le potenti lobby (che i servi dell’informazione pubblica traducono con “comunità”).

Mentre Roma brucia come a tempi di Nerone (e non si muove foglia), altrove si continua a morire di fame, malattie (incurabili), di contagi diffusi ed esclusivi per le antiche Civiltà e di guerre dove la vita vale meno di una sigaretta.

Un quadro preoccupante che ci rivela l’inarrestabile processo della disumanizzazione e della cancellazione di ogni diritto civile (sociale) e di ogni solidarietà umanitaria.

Non sono considerazioni originali, ma, allucinante, è il ripetersi di queste assurdità, atrocità, di forme di inciviltà, di negazione della dignità umana (in ogni settore pubblico o privato), e nessuno risponde, non succede nulla, ma ,in compenso, si è maturata l’educazione alla delazione, alla derisione pubblica, alla moralità video-confessionale, a considerare la realtà come scoperta dell’uovo di Colombo.

So di non essere il solo ad evidenziare certe contraddizioni e negatività culturali, ma siamo la solita voce che grida nel deserto, mentre i mercanti profanano il Tempio e perseguitano i buoni Samaritani.

Il secolo XXI° è iniziato liberalizzando ogni credo civile e religioso, con la complicità dei relativi responsabili che ne dovevano garantire la continuità ed i modelli educativi e formativi di riferimento.

I mass media hanno sostituito le Istituzioni educative pubbliche e private ed hanno consentito la proliferazione di una sorta di anarchia dell’informazione e dei modelli progettuali sia formativi che professionali.

Il Ministro all’Istruzione prova di riformare la scuola italiana pensando in modo “inclusivo” ed adattando l’insegnamento della Storia ai tempi contemporanei, come sostenevano nel passato gli storici del fascismo che imponevano nei libri di testo lo studio della Storia non del fascismo ma del Duce e del suo Impero.

Tutto si ripete, senza cognizione pertinente.

Si continua a negare il periodo 1945-1946. Parla di periodo buio è essere ottimisti.

Come sarebbe opportuno scrivere la Storia del partito Comunista italiano, non alla Spriano, ma secondo il metodo della conto-informazione, dell’informazione alternativa.

Molti libri ci sono ma sono sepolti come quelli sul dispotismo dell’antico Egitto.

Questo potrebbe essere un suggerimento al Ministro: studiare la Storia contemporanea secondo fonti alternative, non censurate, non ufficiali. Un altro Ministro che scopre lo ius scholae mentre la scuola non c’è.

La scuola italiana non è solo impreparata all’accoglienza, all’integrazione (tra l’altro il risibile è che esistono centinaia di classi nelle scuole italiane senza un italiano!), ma non esite alcuna preparazione per i docenti ma non solo per questo processo “inclusivo”, per i cosiddetti “nuovi italiani”, ma per i veri italiani che escono dalle nostre scuole promossi al 98% e non sanno scrivere una lettera o compilare un modulo per chiedere un eventuale impiego!!!

Una scuola diseducativa, allo sbando delle feste di religione e delle culture folkloristiche. Una scuola italiana che ha perso la sua identità pedagogica, ideologica e culturale.

Una scuola in cui ancora regge il compromesso con la Chiesa cattolica: quando diventeremo laici-repubblicani? A quasi duecento anni dalla Breccia di Porta Pia siamo condizionati, ipocritamente, da una Chiesa cattolica che non c’è più, che preferisce parlare di immigrati piuttosto che di catechesi, di liturgia, della parola di Dio. 

Come si può sostenere lo ius scholae se non per far un favore alla Chiesa delle Cattedrali vuote (e svendute) ed all’altra Chiesa profana del progressismo alla mortadella? Come si può parlare di “nuovi italiani” senza saperli formare, ma soprattutto, avendo perso la propria Identità d’Italiani: la Cultura Italiana, la Morale Italiana, le Tradizioni Italiane? Ecco perché siamo stati, ancora una volta, ingannati: i problemi in Italia si risolvono secondo le regole del libero mercato.

Il popolo non vale nulla, anzi sembra che ci sia chi è avverso al popolo al punto di produrre solo ingiustizie, avversità verso i più deboli ed il disinteresse totale verso le promesse del suo benessere (come vorrebbe la Democrazia).

Non ci sono ricette per uscire da questa condanna da “sottosuolo”, ma certo che i cittadini devono riscoprire le Istituzioni, devono ritornare a discutere e, soprattutto, devono ritornare a studiare i documenti ufficiali e quelli “sequestrati”, quelli clandestini.

Nuove forme di partecipazione di consapevolezza del sapere perché la cultura non sia solo una parola vuota per i Premi letterari, per le presentazioni televisive, per rendere questo Paese (non il Bel Paese), ma il Paese del “taglierino” senza brioche.

                     

                                                                     Franchino Falsetti

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