EDITORIALE Millecolline. Sembra che non sia successo niente

Editoriale della domenica

L’Editoriale Millecolline

Pubblicato il 12/05/2024

Sembra che non sia successo niente

Durante l’aggressione del contagio del misterioso virus della peste del XXI secolo diffuso in tutto il mondo a partire dai primi di marzo del 2020, il mondo si fermò, le sfere del tempo girarono indietro e la morte prese la sua rivincita sulla opulenza ed il nichilismo delle Società del mondo occidentale. 

Un fiume di parole hanno invaso i Continenti e i mezzi di comunicazione di massa hanno diffuso terrore, paura, angoscia come se tutto stesse per finire. Persino la morte venne spettacolizzata e nessuno potrà dimenticare la colonna (non solo di memoria infame) dei camion militari pieni di bare che sembravano trasferire “attrezzi per campo d’esercitazioni” in altra zona territoriale, nel grave e profondo silenzio notturno che non potrà mai essere colto da alcun incipit capace di descrivere la desolazione e il delirio che aveva contaminato il genere umano.

Per mesi, per non dire per quasi due anni abbiamo vissuto di notizie, di commenti, di esperti inventati e degradati su cosa era possibile fare, come fare e come riconquistare fiducia, come uscire dalle nuove limitazioni di libertà e voglia di riprendere, di ricominciare una nuova Vita. Sono passati quattro anni dal quell’infernale Bing Bang e sembra che non sia successo niente.

Gli errori commessi per curare, per prevenire, per modificare i nostri comportamenti lavorativi nell’uffici, nelle fabbriche, nelle scuole, nelle varie imprese produttive: tutto dimenticato! Tutti assolti. Anche i banchi a rotelle (idea geniale) sono ammassati non si sa dove e forse, qualcuno riceverà un premio perché non è stato compreso, e la scuola ha perso una grande opportunità di aggiungere qualche sindrome di qualità al collezionismo delle incapacità del modernismo scolastico.

Le lezioni a distanza, il lavoro a distanza, la riduzione del personale, i trasferimenti quasi in massa da un settore ad un altro, un piano di sconvolgimento quasi l’anticamera di una involuta rivoluzione per rintracciare nel post Covid gli alibi della paralisi amministrativa e burocratica. Ma in compenso ciò che ha prodotto la mala sanità, la mala educazione, la cancel culture, il vandalismo ecologico, la defuturizzazione delle nuove generazioni, due conflitti di guerre devastanti in Europa e nel nord Africa, l’inarrestabile immigrazione in Italia e relativa impotenza a provvedere soluzioni efficaci e di dignità etnica e culturale, una certa precarietà nel mondo produttivo (non guardare i bollettini della Vittoria settimanali o mensili) ma ciò che sta avvenendo nel nostro Paese, sempre più un territorio in vendita. Ebbene un grave e sintetico quadro post pandemico viene esorcizzato delle campagne elettorali alla Bertoldo per le prossime elezioni europee e le previsioni di come saremo con l’IA (Intelligenza Artificiale).

(Se ne parla da tempo e sembra un nuovo profilo per animazioni di intrattenimento)

In poche settimane gli italiani, gli europei stanno benone! Non muore più nessuno e tutti siamo felici e contenti. La cultura continua a non esistere e viene allegramente (a suon di rinfreschi e pranzi inaugurativi) sostituita dalle insensate ma gastronomiche mostre e dai musei bistrot. Bisogna consumare! Ecco la nuova trovata anche dell’attuale Ministro alla cultura. Agevoliamo il consumo delle immagini e non del pensiero, del tramezzino alla Chagall e non degli incontri per capire l’arte, per saperla fruirla e renderla parte della propria Vita.

I giovani e giovanissimi nel post Covid vivono l’epoca del malessere di vivere, del panico relazionale, di frustrazioni di adattamento, di perduta autonomia e “sicurezze” psicologiche.

Il ministro parla di inserire lo psicologo come nuova figura “docente”. Viviamo non solo nell’emergenza del nostro Sistema politico-sociale- culturale e produttivo ma anche di emergenze psicologiche. Siamo di fronte ad una generazione che si divide in possibili emarginati dalla Società e di violenti contro la Società (fenomeno del bullismo che non si vuole risolvere; dei vandali contro il patrimonio culturale italiano e mondiale che non si vuole risolvere).

Si pensa alle mestruazioni delle giovanette, che si assentano persino dalla frequenza scolastica, alle fragilità dei giovanetti che però trovano ogni energia per ubbidire ai nuovi ordini del ribaltamento politico osteggiando contro il popolo “martire” di Israele, inneggiando per la Palestina ed il mondo musulmano.

Le manifestazioni sono violente contro l’ordine pubblico e non contro “nemici” affiliati e questo per mostrare il nulla della loro formazione e conoscenza storica.

Ma sono studenti! Da quale Pianeta provengono e che cosa rappresentano nella crisi mondiale della globalizzazione, della crisi e degrado dei sistemi socio-politico-sociale e culturale? Nulla, sono uno strumento come il cavallo di Troia. Ma anche qui i progressisti agglutinati tacciono le loro impotenze e sobillano le guerriglie prive di contenuti propositivi per fronteggiare il malessere, alla fine, della nostra Esistenza. Si continua a vivere come già nel passato qualche notabile politico dichiarava sorridendo: “tiriamo a campa’! Siamo italiani!”.

Una triste affermazione come quella “fin che barca va”, ect… Forme di rassegnazione, di abbandono, di incapacità che non nascondono, anche ciò che stiamo assistendo, che i valori morali e della tradizione, saranno sostituiti da quelli dell’attualità ed in particolare dal “tarlo” indistruttibile che si chiama “corruzione”. Sarà, forse, questo il valore principe da cui scenderanno gli altri di analoga attrazione?

Il sonno della ragione, in questa Epoca di smarriti e prigionieri del progresso e del modernismo ideologico-propagandistico, sta avendo la sua ennesima rivincita: l’uomo non vive più realizzare ideali e dare senso alle sue capacità di pensare e di produrre, ma vive schiavo di sistemi improvvisati, un collage di altre epoche, un impoverimento della sua identità ed intelligenza creativa.

 

                                                                               Franchino Falsetti

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