Trattori davanti a una Regione
Report di Roberto Ceré
Pubblicato il 23/01/2024
L’arte della terra.
Bologna 22 dicembre 2024.
Coltivatori, arando nell’indifferenza nascerà qualche semino?
Non sono ascoltati e finora nessun “alto papavero” ha dato risposte ai loro appelli; finora non sono nemmeno stati considerati degni di essere ricevuti dai rappresentanti della repubblica (la R maiuscola la si da a chi la merita, per come la penso io naturalmente); le regole imposte loro non consentono di vivere dignitosamente per costringerli a vendere le loro terre.
Ecco svelato come si costruisce, a regola d’arte, il terreno per consentire alle multinazionali di comperare la terra d’Italia per non restituirla mai più.
Capite cosa si nasconde nel progetto di questo distorto occidente?
Gli agricoltori lo sanno e sono allo stremo.
Chi non se ne rende conto sono tutte le persone affaccendate, velocizzate e istruite ad obbedire a priorità non proprie, intente solo a lavorare a schiena bassa per la felicità di obbedire ad un ordine dettato da qualcun’ altro (che magari nemmeno conoscono).
La triste situazione lavorativa cui sono costretto ad assistere non scandalizza certo i nostri mass media visto il loro riportare brevi note, quasi di folclore antico, naïf.
Ma qui si tratta di noi, anche se non mi pare sia ben compreso questo fatto.
Trasformare i campi di riso in distese di pannelli fotovoltaici non è il “progresso che avanza” di cui essere orgogliosi ma il disastro futuro delle eccellenze Made in Italy. Qualcuno se ne prende carico?
Dopo aver smantellato il tessuto produttivo italiano (eravamo il 7° paese industrializzato) ora tocca alla produzione coltiva reale; quando nessuno SAPRA’ più coltivare la terra dovremo comunque mangiare.
Ci penseranno i costruttori del “nuovo futuro”- che hanno già pronta la risposta per risolvere il problema che hanno creato: i loro prodotti di laboratorio (la carne finta addensata dalle stampanti laser), la farina di insetti, gli arrosticini di larve e quant’altro.
Il nostro piccolo continente, finalmente, cesserà di essere un competitor dei nostri “alleati”, riducendosi al ruolo di semplice cameriere. E chi comanda ha bisogno di camerieri da gestire.
Quello che mi rattrista è che ci sono già persone che pare stiano aspettando questo momento con speranzoso fervore e persone a cui, al contrario, questo problema non sembra interessare in quanto impegnate ad assolvere soddisfazioni altrui.
Io, sinceramente, quando tutto questo sarà completato, spero di non esserci più; la vita vissuta in quel modo non è degna di uomini e donne ma solo di burocrati, economisti ed obbedienti.
Sarò antico, ma credo che non dovrebbe essere una vergogna personale tornare a saper dire di no.
Reportage eseguito all’antica: con foto e note descrittive in prima persona perché presente agli eventi (nessuna sensazione è stata ispirata da una ricerca sul WEB stando seduti su uno scranno).
Testo di Roberto Ceré (figlio di contadini e il primo che ha studiato) per la rivista WEB Millecolline.