Editoriale
L’Editoriale Millecolline
Pubblicato il 10/09/2023
Femminicidio non è un problema per Scotland Yard
Sono diversi anni che questo fenomeno di disadattamento dei sentimenti tra uomo e donna, occupa la cronaca quotidiana, con particolare rilievo nel nostro Paese. Ogni giorno ascoltiamo dalle annunciatrici e conduttrici dei vari telegiornali che, come vecchi “strilloni”, ripetono, imperturbabili, luoghi e descrizioni di ogni tipo di atrocità compiuta sulle donne di ogni età con motivazioni, apparentemente, ripetitive e senza nessuna logica “giustificativa”.
Questo non vuol dire che se ci siano buoni motivi allora si può sopprimere chi è causa di rotture o separazioni sentimentali o chi intenda vivere un’altra realtà amorosa o personale o sia soggetto privo d’intendere e di volere. Si tratta di evidenziare, invece, il grado di immaturità sia dell’uomo che della donna.
Questo viene accentuato quando sono di diverse etnie, molto giovani, in cui prevale sempre l’atavica gelosia o la radicale e primitiva propensione al possesso, al “diritto” di poter disporre della vita degli altri a proprio personale piacimento.
Non si tratta quindi di colpevolizzare queste cadute di civiltà, in senso classista o razzista od attenuare questi immondi crimini e neppure trattarli come se fossero sempre casi clinici legati alla fragilità psicofisica degli interessati.
Molti i sociologi, psicologi, politologi e filosofi che si divertono con le loro congetture a demonizzare o fantasticare sui vari risvolti di questo inarrestabile e degradante fenomeno sociale, culturale ed educativo. Hanno solo riempito le pagine dei quotidiani, delle riviste alla moda ed invaso ogni mass media a disposizione.
Non è sufficiente lo spazio di un Editoriale per affrontare questo terribile problema, non ultimo il caso di Palermo e gli stupri dei minorenni nell’inferno di Caivano, nel Napoletano, senza alcuna retorica e senza rovesciare il problema.
Diciamo subito che la prima causa è l’ignoranza e a seguire il degrado culturale e sociale di terre abbandonate e sconosciute in cui la prepotenza e l’omertà agiscono come fattori propellenti e condizionanti.
L’uguaglianza delle opportunità è stata una bandiera pubblicitaria voluta dalla globalizzazione pre Covid19 sostenuta dal mercato sessista.
La letteratura mondiale per certi periodi epocali ha narrato la seduzione e l’inferiorità della donna. Oggi ne narra la fragilità, la sudditanza, le illusioni consumistiche di vantare un proprio protagonismo sociale e culturale.
I mass media hanno contribuito e contribuisco a considerarla sempre un oggetto del desiderio, delle tempestose passioni e, di un oggetto usa e getta. Questa concezione non è dei ragazzi, ma della Società, degli stessi genitori che, come una incomprensibile legge del contrappasso, difendono i propri figli sia che siano le vittime che gli aggressori.
Mi preme mettere in evidenza che la scomparsa della famiglia tradizionale ha contribuito ad aumentare il degrado dei ruoli parentali eguagliandone le responsabilità empiriche ed annullandone i valori che li diversificavano.
Sono sempre incredulo dei continui programmi televisivi dedicati alla miseria di certe fasce sociali, alla loro delinquenza spietata, alla distruzione di qualunque rispetto e considerazioni (compreso il disuso della lingua italiana).
I bambini delinquono perché li vedono nei serial televisivi, le donne sono violentate perché sono avvilenti comparse nelle storie, degradanti, squallide ed offensive (prive di ogni dignità ed identità). Le relazioni si basano sulla pura violenza dei diritti umani e della convivenza sociale. La polizia è solo un bersaglio.
Con questi esempi quotidiani, proiettati in ogni ora del giorno, come si può pensare di affrontare questo dramma del disordine della vita umana?
La Vita è il bene più prezioso che dobbiamo sapere custodire e difendere, senza troppa polizia che verbalizza ed archivia.
Nuovi controlli sul territorio, nuove presenze per disboscare i rifugi e le protezioni, ma, vorrei solo, per il momento richiamare i governanti a studiare programmi di ri-educazione, di convivenza con la diversità e di far capire che il corpo non è una merce e non è in vendita.
Bisogna riconquistare i valori tradizionali e combattere ogni pericolosa trasgressione sia morale che fisica.
La scuola non può confondere il rispetto con le buone maniere. Le donne non sono bambole, giocattoli da vetrina e gli uomini non sono altrettanto oggetti delle illusioni, delle compensazioni suggerite dalla insulsa pubblicità che colpisce i più deboli, coloro che devono ancora diventare grandi.
Gli psicologici possono aiutare, ma non possono sostituirsi.
Gli affetti ed i sentimenti non sono pacchetti colorati da mettere sotto l’albero di Natale. Sono i vettori che caratterizzano l’essere donna ed uomo e che ci distinguono dal mondo animale, quel mondo che, a partire dal secolo scorso, è sempre più imitato ed è sempre più umanizzato.
Franchino Falsetti