Il romanzo dove i fantasmi non spaventano ma insegnano
Loriano Macchiavelli ospite di Libreria CartaBianca
Pubblicato il 07/06/2023
Ieri sera a Bazzano in Valsamoggia (Bo), alla libreria CartaBianca, Loriano Macchiavelli ha presentato il suo nuovo romanzo: I fantasmi si vestono nudi.
L’incontro era previsto che si tenesse nel Giardino del Rivellino, all’aperto, ma le previsioni hanno consigliato la ritirata nella vicinissima sede della libreria CartaBianca che, in breve tempo, si è riempita di pubblico insinuatosi in ogni “anfratto” possibile per ascoltare l’autore ospite della serata.
Dalle parole di Macchiavelli mi è parso di capire che lo scrittore abbia, gelosamente, conservato l’importanza della potenza verace che ha parola, miscelata ad una velata ironia, lanciata contro coloro i quali hanno perduto l’alto senso della comprensione della storia smontando, contemporaneamente, la tendenza a sminuire il valore dell’esperienza che si è formata durante la vita trascorsa dalle generazioni più “anziane”.
Il romanzo che Loriano Macchiavelli ci ha raccontato in questa serata è ambientato in una Bologna che respirava l’odore, aspro e amabile, degli anni ’50 del secolo scorso quando si cercava di uscire da una catastrofe mondiale elaborando un pensiero di speranza che costruisse “un qualcosa” che facesse da argine definitivo allo sviluppo di una nuova guerra e non cadere più nella spirale attrattiva della sua violenza.
Erano gli anni in cui si mettevano alla prova le istituzioni, compresi gli uomini che ne facevano parte, per verificare se effettivamente fossero pronte ad applicare ciò che la nuova Costituzione, troppo recente, aveva cercato di definire e costruire.
In questo contesto pieno di fermenti conosciamo il giovane, leggero, protagonista del romanzo che incontra dei “fantasmi” fra le vie di Bologna i quali gli raccontano le proprie vite, la propria fine, come per mettergli a disposizione il materiale con il quale costruire la “casa” della sua identità di nuovo adulto.
Questo è ciò che ho compreso e spero di aver reso comprensibile.
Una cosa che ci tengo a dire: per me è una buona sensazione vedere come un uomo nato nel 1934 abbia ancora tanto entusiasmo per il lavoro che svolge.
Roberto (Rore) Cerè