MIP – Intervista scritta rivoltami dal professore-poeta La Mantia

Pensieri sull’arte poetica

MIP. Un estratto dal primo numero della Rivista di Circolare Poesia

Pubblicato il 04/12/2022

Circolare Poesia è un gruppo facebook creato da Mattia Cattaneo, e gestito da lui, David La Mantia e Maria Concetta Giorgi, un gruppo seguito (e partecipato) da amanti della parola poetica, una fucina di idee e attività legate alla condivisione dei testi e all’incontro con gli autori di poesia viventi.

Un ottimo progetto che sta raccogliendo costanti attestazioni di gratitudine e apprezzamento, e che offre una lunga fila di “dirette” riascoltabili liberamente da tutti.

Il primo di dicembre è uscito in PDF il primo numero della Rivista cui da mesi stavano lavorando i tre amici sopracitati. Ed io mi pregio di esser stata invitata a contribuirvi rispondendo alle domande della Rubrica di La Mantia intitolata “A TU PER TU CON …”

                                              Buona lettura e grazie per l’attenzione!

La poesia ha una funzione etica sociale civile o vive per se stessa ? 

E’ come con la Vita, come con l’Amore, come con il Divino: la Poesia, per me, può contenere tutto, tutto sop.portare, tutto veicolare. Può dunque avere funzione etica, certo, civile, sociale, eccetera…Ma non perché non possa o non sappia vivere “per se stessa”, al contrario: proprio perché essa traduce il daimon del poeta – le sensibilità, le capacità, le vicissitudini (trasfigurate) di chi va componendo testi in forma e sostanza di poesia – essa sarà di volta in volta riconosciuta (dai lettori, dai critici, dai posteri, eccetera) come innervata da aneliti differenti, e inserita quindi in correnti letterarie prestabilite, che usiamo per comprenderci e parlare di questi temi: poesia lirica, poesia civile, poesia politica, poesia mistica… Tutto ciò che l’uomo vive profondamente ha a che fare con i lati essenziali del suo essere impastato di natura e cultura, di cose cioè che avvengono spontaneamente, e silenziosamente, per legge di natura, potremmo dire, e cose che avvengono secondo leggi di cultura (linguaggi, semiotiche, circostanze biografiche…) 
 
Qual è il tuo rapporto con la tradizione poetica? Senti di avere nel solco di questa o di avere introdotto elementi di rottura? 
 
Ho imparato varie lingue e amato tutte le Letterature (e tradizioni poetiche) che mi sono state proposte durante i vari cicli scolastici. Ho anche iniziato presto a usufruire delle Biblioteche, nutrendomi di frutti poetici originatesi nell’humus di altre tradizioni: quella orientale, ad esempio, o quella di nazioni e lingue meno conosciute. Credo di aver lavorato sul linguaggio e su ciò che vi è sotteso con impegno e attenzione costanti durante tutta la mia vita; sono quindi abbastanza soddisfatta del piccolo ma tenace “veliero” che mi sono costruita, capace di apprezzare e solcare i diversi mari, i diversi oceani che compongono il pianeta-Poesia nel mondo. 
Cerco di essere e trovare sempre più me stessa, nelle mete e nell’equipaggiamento, nei fini e nei mezzi, nello spirito e nella forma. In questo senso non ho modelli, maestri, scuole, tradizioni vincolanti. Credo nell’unicità individuale, e nella preziosità dell’arricchimento reciproco. Ciascun autore credo deve formarsi senza fermarsi, e innovare quando serve, quando lo sente, anche lì dove spesso non ci si accorge che lo sta facendo… 
 
Perché la poesia non viene acquistata in Italia? E’ un problema di marketing e di immagine, di qualità del prodotto, di scarsa educazione al gusto o di cosa, secondo te? 
 
Un problema di mercato e di scarsa educazione al gusto, sicuramente. Poi dell’inerzia generale, quella che spinge le masse ad acquistare “prodotti di massa”, appunto. Ma qui si aprirebbe un discorso molto lungo…Che non credo di avere il tempo di approfondire. Dico questo però: cercare poesie degne di questo nome e portarsele a casa è impegnativo: richiede tempo, capacità critica, apertura esistenziale, fiducia nell’umano. E non tutti li hanno, o li curano, questi ingredienti – basici, direi, per ogni attività letteraria coraggiosa, come anche per il consumarsi prezioso di ogni nostro giorno sulla terra. Penso dovrebbero incrementarsi tutte quelle attività che potrebbero avvicinare e intersecare mondi che solo apparentemente non comunicano o non hanno nulla da dirsi. Doveri e piaceri, fatiche e svaghi, nulla dell’umano al poeta è estraneo: io cerco di seminare poesia nel mio e nell’altrui quotidiano! 
 
Negli ultimi tempi c’è un proliferare di blog, riviste on line, programmi dedicati alla poesia. Questo indica che un pubblico esiste già? 
 
Beh sì, direi proprio di sì. 
 
La poesia sul Web è stata molto criticata, (Aldo nove, ad esempio) qual è la tua opinione in merito? 
 
Non conosco la vicenda citata, ma posso dire che mi confronto quotidianamente con la poesia di altri perlopiù tramite il web, da ormai vari anni. E vi trovo di tutto: dalla buona, talvolta ottima poesia, alla cattiva, banalissima, infima poesia. Sono di palato esigente – non solo in letteratura! – per cui mi ritrovo a biasimare molti testi, che invece riscuotono (o così pare) applausi, “like” e menzioni o premi… Credo che ognuno abbia il suo percorso e il suo senso critico, e debba nutrirlo, affinarlo, portarlo avanti, anche difenderlo, se è il caso. Sempre con pacatezza, ovvio, consapevoli dei propri ed altrui limiti, e come dicevo sopra, della “vocazione” unica per ciascuno.
 
Se tu dovessi indicare un autore e una poesia che senti particolarmente vicino, cosa proporresti?
 
Senza mai dimenticare le mie affinità con Pedro Salinas e Antonia Pozzi, oggi mi associerò per voi ad un testo dell’amata Dickinson: “Nature – the Gentlest Mother is”. 
Accompagnandolo a un mio distico, in inglese:
 
                                     Loving You, Creator.
                                    Loving You, in Nature. 
 
Per chi fosse interessato all’intera rivista, può scaricare gratuitamente il PDF e leggere  le altre interviste e le poesie raccolte dallo staff di Circolare Poesia !
 
                                                                      Miriam Bruni
 
 

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