Gesù Bambino nascerà il prossimo Natale due ore prima

Gesù Bambino nascerà il prossimo Natale due ore prima

Cattivi Pensieri

Pubblicato il 26/12/2020

 

Gesù Bambino nascerà il prossimo Natale due ore prima

Nessuna eresia, nessun scandalo per il ministro Boccia prevedere per decreto che Gesù Bambino nascerà due ore prima della mezzanotte ( ora fissata non per una nuova richiesta divina, ma per lo scatto del coprifuoco ). La Chiesa ha cambiato il Messale, il Governo continuatore dei cascami dell’antiquato Illuminismo, cambia il Natale, la Tradizione, il momento liturgico-religioso e storico dell’evento più importante del calendario della Cristianità. Con al complicità della Chiesa stessa. I vescovi italiani collaborano con il governo.

“E’ desiderio della Conferenza episcopale italiana continuare la valida collaborazione, in ascolto reciproco, con la Presidenza del Consiglio, il ministero dell’Interno e il Comitato tecnico-scientifico”. Dalla dichiarazione del direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della CEI, Vincenzo Corrado.

Non ci si può neppure più  stupire. Adesso tutti possono dire e decidere. Fare e disfare. Senza limiti e senza valutare la Storia e soprattutto i campi d’ingerenza.

Sulla stampa quotidiana si leggono già articoli in cui si parla del Natale come una favola, come una festa presa a prestito dai riti pagani: compresa la data del 25 dicembre.

Si riscrive il Vangelo, ma soprattutto, si cancella la bellezza dell’innocenza, del credere senza documenti, timbri, e verifiche storiche.

Cosa importano certe certezze. Proprio noi, italiani per caso, che vogliamo cambiare l’inno di Mameli, che abbiamo affossato la Festa della Vittoria, delle nostre Forse Armate.

Banalizzata la Festa della Repubblica con discorsi insulsi, rituali, astratti e vuoti di ogni senso di patriottismo e di sentimenti di appartenenza orgogliosa all’Italia democratica.

Cosa c’entra, allora, la politica con la religione? Forse che la religione cattolica sia diventata la religione di Stato? Si sia identificata, a nostra insaputa, nei voleri dei nuovi napoleoni ? Piccolissimi napoleoni! Negli anni scorsi abbiamo assistito alla demolizione della preparazione del Natale: nessun presepe nelle scuole, nessun canto di ricorrenza religiosa, nessuna festosità natalizia, tipica della nostra tradizione cristiana e cattolica.

I cristiani perseguitati da altri cristiani sottomessi all’islam ed affini oppure al servilismo ipocrita verso la presenza degli stranieri, ai quali dobbiamo rispetto delle loro origini, tradizioni e religioni.

Ma, forse noi, strada facendo stiamo perdendo  la nostra religione millenaria.  Noi in casa nostra, nella patria di San Francesco d’Assisi, inventore del Presepe vivente, non abbiamo più l’amore della nostra Fede. Non vogliamo più essere cristiani.  Preferiamo le forme eretiche e pagane, quelle stesse che vennero sconfitte da un certo Costantino!

La Chiesa attuale ha perso la dimensione del sacro.

Non parla più il linguaggio della dottrina, del sapere religioso, del rilancio delle esperienze in cui l’uomo possa ritornare ad interrogarsi  con maggiori slanci meditativi ( vedi presenza nefasta del covid-19 ) e frequentare luoghi in cui si eserciti la “professione” del cristiano, e non imparare le frasi slogan che stanno oscurando la letteratura ecclesiale, la cultura e la leggerezza del “Credo”.

Non ci interessano le leggende, ci interessa la Storia, quella che si vuole cancellare, a partire proprio dalla Chiesa, con il suo rigurgito modernista e di eccessi materialistici.

Persino una suora, certa Alessandra Smerilli, che risulterebbe docente di economia politica e statistica presso al Pontificia Università Auxilium, rinnega il Natale, ha dichiarato, recentemente, durante la trasmissione diMartedì  su La7.

Preferisce che venga sostituta con una Festa dell’incontro.

E’ questo diffuso relativismo ateo  che consente ai politici di decidere su ciò che non li riguarda. ( in particolare sulla materia religione cattolica )

Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio.

Neppure durante le più orrende e tragiche guerre si è arrivata a tanta arroganza ed ingerenza. Durante la prima Guerra Mondiale i soldati sul fronte di ogni nazionalità ricordavano il Santo Natale nel rispetto della più semplice e gioiosa tradizione.

La guerra si fermava e scendeva , seppur per una breve tregua, su tutti gli schieramenti nemici, pronti a riprendere i combattimenti,  il messaggio di pace, di fratellanza, di fede, di amicizia.

Un doveroso omaggio al grande giornalista e scrittore Dino Buzzati, che nessuno lo ricorda per le sue straordinarie doti di narratore e di raffinato intellettuale. Scrisse molti articoli sul Natale. Tutte storie diverse. Una continua riflessione su un evento “straordinario” che trattava in modo scettico ed anticonformista.

Nell’articolo: Strano fenomeno che si chiama Natale, in “Corriere d’informazione”, 24-25 dicembre 1954, così scrive: ”Sul Natale sono state dette fiumane di parole, scritti centinaia di libri, migliaia di racconti e poesie. A prima vista sembra che, per parlarne ancora, ci voglia una bella dose di coraggio. Ma non è vero. Non se ne parlerà mai abbastanza. Il Natale ritorna ogni dodici mesi, allo stesso giorno 25, con precisione matematica, non è quindi una cosa molto rara. Tutti sanno come è fatto, tutti potrebbero descrivere in anticipo nei minuti particolari quello che accadrà nelle case rispettive. Eppure se ne resta sempre sbalorditi.”.

 

                                                                                                                                                                                             Franchino Falsetti

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