Poesia, non modulazione astratta del sentimento.

Un breve saggio uscito dalla penna di Franchino Falsetti 

Sulla Poesia ai tempi del Corona Virus

Pubblicato il 18/04/2020

La poesia oggi tra imitazione ed esercizio

Il giorno della primavera, il 21 marzo, così come da antica tradizione, è da alcuni anni anche la Giornata della Poesia. Molte sono le città italiane ed europee che promuovono incontri pubblici, dove ognuno ( giovani e meno giovani ), leggono testi di autori di ogni epoca o addirittura testi di propria produzione o creatività. In tutto questo non ci sarebbe nulla di male. Siamo nel tempo in cui il talento è stato azzerato, dove ognuno che sia alfabetizzato scrive poesie, racconti, romanzi, con arie da grandi interpreti della Vita e del Mondo.

Oggi non è importante cosa si scrive, ma come lo si scrive, con quell’aria di “autorità” acquisita da chi si sente già “copertina” di una importante casa Editrice o di un semplice” fai da te”. Siamo inondati di prodotti on line, sostenuti e prodotti da invisibili “acronomi” delle biblioteche evanescenti ed effimeri. A volte della durata di un solo giorno!!!

I veri poeti italiani sono stati sepolti da tempo: nelle nostre scuole sono scomparsi: Pascoli, Carducci, Gozzano, Ungaretti, Quasimodo, Panzini, Panzacchi, Moretti, Cardarelli, D’Annunzio, Capuana, Pasolini…
Per ricordarne alcuni. Anche lo stesso grande Govoni è messo in un certo limbo, in cui sono confinati tantissimi altri, compresi molti illustri stranieri. La giornata della poesia è quindi una grande festa paesana, da strapaese, dove prevale la vanità e la presunzione di appartenere ad una “categoria” di illuminati e baciati dagli dei.

poesia-21-marzo-1

Ma non è così. Io sono sono stato presente ed ho partecipato, come lettore, qualche anno fa a Ferrara e la sala straboccava di studenti delle scuole medie e delle superiori e gareggiavano su poesie di autori contemporanei, ai più sconosciuti, che trattano il contenuto della sfera emotiva, emozionale, del sentimento “baci perugina”.
E’ questa la poesia? Sono questi i contenuti della poesia?

Boris Pasternak, ha scritto una poesia dal titolo: ”Definizione della poesia” ( A. Mondadori,1999 ). Trascrivo la prima strofa, alquanto significativa:
“E’ un fischio che si estende acuto d’improvviso,
è lo scricchiolio di ghiacci soffocati,
è la notte che fa intirizzire la foglia,
il duello di due usignoli”.

Ed ancora lo sconosciuto poeta e scrittore, originario delle province baltiche, di grande rilevanza culturale, nella sua opera “I Regressi della Poesia” (1828), sosteneva che: ”La poesia dovrà pur sempre essere una esperienza di verità, noi dovremo poter credere ad essa ed apprendere da essa”. […] ” La poesia dell’antichità non si limitava a rappresentare le cose del mondo: creava un suo mondo, un mondo mitico cui si ascriveva altrettanta realtà che al mondo reale”. […] ”Quei moderni che considerano la poesia semplice imitazione non lasciano alla poesia che una verità di secondo grado , riflessa; ne fanno una semplice facoltà riproduttiva […] ”.

Ma oggi, nel contemporaneo, tutti gli stili ed i generi della letteratura, dell’arte, della musica, del teatro, si sono liberalizzati, hanno rotto gli argini della “fondativa” scrittura, le “regole”della metrica e del dizionario.

poesia-168470-660x368

Oggi si scrive secondo lo schema pubblicitario: ad effetto, imitando, senza alcuna riserva, lo stile esistenzialista, alla Sartre o alla Prevert o alla Boris Vian, a tutta la nouvelle vague francese del dopo seconda guerra mondiale, secolo scorso. Senza trascurare le letture viscerali dei poeti maledetti francesi dell’Ottocento: da Rimbaud a Mallarmé.

Tutto su schema libero, nessun processo di strutturazione sia temporale che lessicale. Il cosiddetto “verso” poetico non è altro che l’aggiustamento di vocaboli presi a prestito dai romanzi Harmony o dalle varie risposte alle lettrici, tenute da “Fumose” giornaliste di lungo corso. Tutto viene frullato con risultati poco edificanti: poesie melense, volutamente lacrimevoli, narcisistiche, di contenuto decadente e forti assonanze ai vari cascami letterari.

Un tempo queste esercitazioni si giustificavano come “ provocazioni” culturali, una sorta di sfida al tempo conservatore, oggi si giustificano come “sperimentazioni”, una sorta di “installazioni” del pensiero che per comunicare riscopre le contaminazioni artistiche o letterarie. Assistiamo non alla continuità nobile del metro e del mondo poetico ma alla sua graduale scomparsa, alla sua , inaccettabile, trasformazione.
Il grandissimo Orazio, nella sua geniale Ars poetica , all’inizio del suo prezioso saggio, scrive:
“ Ma a pittori e poeti, si dice, da sempre s’è dato il pieno diritto di osare ogni cosa.
Lo so, ed è un privilegio che chiediamo e ci diamo a vicenda ma non perché bestie feroci
convivano con altre tranquille oppure perché gli uccelli s’accoppino a serpi o gli agnelli alle tigri”. […]

poesia

Come l’arte sta morendo perché è sempre più oggetto da Museo, da esposizione di grandi eventi commerciali e globali, la poesia sta rischiando di morire, perché è stata relegata ad una semplice forma di scrittura consolatoria, priva di invenzione o di inventività .
Una realizzazione del tutto umorale, fisica, sensoriale, sensuale. Una scrittura di sentimenti intimi, non comunicabili, ma di soddisfazione narcisistica. La poesia come un piacere da consumare subito, senza lasciare alcuna traccia. La poesia come una gradevole degustazione. L’invito nelle scuole di ogni ordine e grado a scrivere poesie è un modo barbaro per negare che la poesia è invenzione, fantasia, immaginazione, pensiero, osservazione, descrizione, profondità, indagine, filosofare, libertà, verità, comunicare e sognare.

“ La poesia si trasforma in etica, proprio per la sua resa di bellezza: la sua responsabilità è in
stretto rapporto con la sua perfezione. Scrivere versi significa subire un giudizio: quello
estetico comprende implicitamente le reazioni sociali che suscita una poesia. Conosciamo le
riserve a queste enunciazioni. Ma un poeta è tale quando non rinuncia alla sua presenza in
una data terra. in un tempo esatto, definito politicamente. E poesia è libertà e verità di quel
tempo e non modulazioni astratte del sentimento”. ( Salvatore Quasimodo, Discorso sulla poesia )

Franchino Falsetti
Critico d’Arte

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *