Non mi spaventa più aspettare

Venerdì 31 gennaio ascolteremo le lettere di un bazzanese internato ad Aushwitz

Non mi spaventa più aspettare, presentato da Biancamaria Cattabriga.

Pubblicato il 28/01/2020

Lo so. I più puristi, attaccati alla geografia territoriale, mi diranno che Piero Cattabriga era di Montebudello (Monteveglio), non di Bazzano ma, si sa, per noi bazzanesi Montebudello è ancora territorio “nostro”, nonostante l’editto che in cui quel lontano vescovo decise di reciderci.

Naturalmente non è Montebudello il punto importante di questa lettura. Lo so.

Il punto focale è che una mia amica di infanzia scopre le lettere che suo padre Piero scrisse alla moglie bazzanese, Maria. Quelle lettere custodite con gelosia e quasi nascoste sono ricomparse qualche tempo fa fra le mani della figlia, Biancamaria, e lei, leggendole per la prima volta, non ha potuto far altro che pensare a dar vita a quelle parole scritte da suo padre internato prima a Dachau poi ad AushwItz, fino al giorno esatto in cui i russi aprirono i cancelli. Liberando lui e tutti i poveri sopravvissuti.

L’incontro si svolge all’interno delle manifestazioni per commemorare la Giornata della Memoria 2020 con interventi di Daniel Degli Esposti e di Biancamaria Cattabriga con letture a cura di due ospiti che hanno voluto rimanere nell’ombra fino al momento della loro presentazione. Ci saranno anche Le Calicante (naturalmente) e i ragazzi e le ragazze dell’IC6 di Bologna.

Con il supporto del Comune di Valsamoggia, ANPI, Fondazione Rocca dei Bentivoglio, Carta Bianca Libreria, Movimento Cooperazione Educativa e Scuola di Musica Fiorini.

 

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