Proposta di intarsio fra scultura e poesia
Falesìa è la raccolta poetica di Miriam Bruni con sculture di Giordano Frabboni
Pubblicato il 19/11/2019
Sorpresa: non vi diremo che sabato 30 novembre 2019, alle ore 16:00, in libreria SEAB di Guja Forni saremo a presentare Miriam Bruni e Giordano Frabboni nella loro preziosa raccolta poetica e scultorea in sole 80 copie numerate e rilegate a mano.
Ma vi faremo raccontare qualcosa sui 4 lavori precedenti di Miriam Bruni: Cristalli ( Youcanprint, 2011 ), Coniugata con la vita – Al torchio e in visione ( Terra d’Ulivi, 2014 ), Credere nell’attesa ( Terra d’Ulivi, 2017 ) e Così ( Booksprint, 2018 ).
Tutto questo non lo faremo noi ma andremo a ritrovare un articolo in cui Miriam Bruni veniva intervistata da Penna Sognante, tratta dal blog della De Tomi e pubblicata anche sul blog Sideal79 di Miriam Bruni
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PENNA SOGNANTE – Ciao Miriam, grazie per essere qui con noi. Parliamo di processo creativo: come nasce e si sviluppa nella composizione della tua poesia?
MIRIAM – Come ho voluto evidenziare attraverso il sottotitolo di Coniugata con la vita (Al torchio e in visione – NdR), ho suddiviso mentalmente le poesie della raccolta in due filoni principali: il primo, che ho chiamato IN VISIONE, presenta componimenti figli di un’ispirazione subitanea, pur se tutti legati all’ascolto e all’osservazione di fenomeni sia “esterni”che “interni”; il secondo che annovera invece i testi ottenuti da un lavoro di TORCHIO e si riferisce a poesie più meditative, figlie del dolore, della privazione, dell’attrito (parola quest’ultima che troverai nell’ultimo libro pubblicato).
La coscienza e lo sguardo – mentale e fisico – sul mondo e sull’io sono fondamentali nel mio vivere.
Il bello della Creatività (a cui, tra l’altro, in questo periodo sto pensando più del solito!)è che mescola consapevolezza e “magia”, destino e libertà; e lo dico davvero, non per scherzo.
A proposito di creatività e di parole: su facebook, in un post augurale di Buon Anno, ho scritto BUONA RIFLESSIGLIA.
PENNA SOGNANTE – Buona “Riflessiglia”: come ti è venuto?
MIRIAM – Mi è venuto pensando e coniugando due aspetti del mio sentire e quindi del mio poetare: riflessione e meraviglia. Sono due aspetti tipici dell’umanità e dell’Umanesimo cui ho sempre lavorato.
PENNA SOGNANTE – Riflessione e meraviglia hanno un legame positivo o si connettono a situazione negative o emotivamente pesanti?MIRIAM – Credo che siano entrambe positive, e che la gioia di esistere e di relazionarsi si conceda a quelle anime che le coltivano con pazienza. Credo che la pesantezza sia stare con qualcuno che è incapace di meravigliarsi o incapace di riflettere e raccogliersi.
PENNA SOGNANTE – Condivido in pieno questo pensiero. Siamo però in un’epoca in cui sembra difficile meravigliarsi, con tutto questo fluire di informazioni ed egocentrismi esasperati, persone che appaiono… come nasce la tua meraviglia?
MIRIAM – La mia meraviglia nasce dal contemplare il creato, primariamente. Una parte consistente del mio Canto consiste in questo: restituire quell’emozione, quel gaudio grato, quel respiro di sollievo… Leggete, e vedrete!
PENNA SOGNANTE – Meraviglia che evoca bellezza… Che ruolo ha la Bellezza nel tuo scrivere e nella tua poetica?
MRIAM – Uh, la Bellezza…! Leggo saggi su di essa, le tengo sempre una cuccia confortevole nel mio animo, la vezzeggio, la esalto, le sorrido. La Bellezza è la mia meta; Poesia e Fotografia (come ho già detto in altre occasioni) sono strumenti che ho ricevuto per toccarla e farla toccare- Per donarla agli altri.
PENNA SOGNANTE – Leggendo i tuoi versi, si coglie questa meta. Non è bellezza intesa come artificio, bensì come background frutto di uno studio attento e meditato.
MIRIAM – I miei testi poetici sono “cristallizzazioni di un incontro”. L’incontro che avviene tra sogno e realtà, tra significato e significante, tra autocoscienza e frutto spontaneo del nostro “fluire” nel mistero della vita, in corpo e anima…
PENNA SOGNANTE – Un po’ come scatti fotografici…
MIRIAM – Sì, in un certo senso la Poesia e la Fotografia sono per me come “macchine del tempo”: qualcosa che fissa una data cosa in modo che io (e forse anche altri) possa ritornarvi, come per “magia”.
Sono silenti e parlanti, proprio come i miei testi e come la mia vita, e la vita di tutti…
PENNA SOGNANTE – I tuoi componimenti cristallizzano l’incontro, ma dietro c’è un lavoro di cesello linguistico particolare?
MIRIAM – Dipende dai componimenti, seguo l’esigenza interna del mio essere poeta, del mio ascoltare al contempo l’ESPRIT DE FINESSE e l’ESPRIT DE GEOMETRIE
PENNA SOGNANTE – Dal punto di vista linguistico parliamo anche di scrittura creativa: segui delle linee, hai dei riti, dei modi di operare?
MIRIAM – Nessun “rito”: c’è qualcosa dentro di me che scampanella misteriosamente, sia quando devo scrivere una poesia, cioè fissare qualcosa in parole, sia quando sono state trovate e piazzate le sue parti, le parole appunto, che sono parti vive, come se la poesia fosse un CORPO che respira, che mastica, che espelle.
Non è un linguaggio informativo, computazionale, quello dell’arte:è talmente utile a tutto, che perlopiù viene tacciato di essere “inutile” (famosa “querelle” che non sto qui a riprendere…)
PENNA SOGNANTE – L’essenziale è un altro aspetto della tua scrittura. Con il tempo si è fatta più essenziale, nel senso che la parola si è fatta più potente. È così?
MIRIAM – Credo di esserlo sempre stata, essenziale, sin da Cristalli. In più di un lettore mi ha definita “chirurgica e affilata” – come un bisturi. Amo la precisione, deve essere un invito e un aiuto alla “visione” di chi mi legge.
Quello che vorrei si intensificasse nel rapporto con il lettore è questo: entrare di più nel merito dei singoli testi (o delle singole foto):gocce che celano un oceano; non celano: assumono e dischiudono. Forse anche per questo ho lanciato l’idea della “Poesia a domicilio”
PENNA SOGNANTE – Seguendoti, ho visto questa iniziativa. Da cosa nasce?
MIRIAM – Nasce per stimolare le persone a sentirsi a casa ed esprimersi, fare domande, condividere con più naturalezza e agio il proprio feedback.
L’intuizione iniziale è appunto questa: che dopo essersi fatta DONO al mondo, la poesia viene ulteriormente accompagnata dal suo stesso autore, per arrivare sempre meglio.
Mi aspetto di trovare persone disponibili a raccogliere altre persone (poche) a casa loro, e lì introdurre un tema o leggere un testo o aprire i libri a caso, e nel frattempo guardarsi, sorridere, sorseggiare un tè, edificare insieme un breve momento di convivialità intensa, ove ciascuno è chiamato a dare e ricevere, contribuire!
PENNA SOGNANTE – Ha a che fare con il recupero di una certa socialità fisica che i Social ci stanno facendo perdere.
MIRIAM – Esatto…Credo che la bellezza di cui stiamo parlando vada un po’anche meritata, conquistata. La “poesia a domicilio” può essere un primo passo, un tentativo. Che sono certa non vi deluderà.
PENNA SOGNANTE – Parliamo di “Così”, il tuo nuovo lavoro.
MIRIAM – Vi ritroverete i temi a me cari. Come per i precedentisi struttura in sezioni. Qui ne troviamo 7,numero della pienezza:
SCOSCESA
CONCISA
CONTESA
CRINALI DEL PIANTO
COCCI D’INCANTO
CUCIO E CANTO
INDICI DEL VENTO
Ci sono inoltre tre testi iniziali, fuori sezione, che andrebbero analizzati con un certo scrupolo.
Il terzo a esempio è emblematico della mia ricerca e del mio amore verso la Poesia:
Quanti appostamenti/ per farti mia. E poi daccapo/ ricominciare – con nuove/ attese e appuntamenti.
Quanto giovane tu sia/ lo sa solo chi ti ha amata./ E ti celi così bene che pochi/ restano, non conviene.
Sei regina senza scettro./ E a nessun scranno dai diritto./
Io nacqui tua, Poesia/Però giurami; dio, che non è / – non sarà idolatria.
PENNA SOGNANTE – A proposito di idolatria… la tua poesia è intrisa di spiritualità, giusto?
MIRIAM – La mia poesia è sempre, anche, un parlare con Lui, con Dio. Quando nessun altro lo fa o ci riesce, so che perlomeno Lui mi sta ascoltando e capendo. La fede è visione, responsabilità, speranza di un Incontro, sia presente che futuro.
L’artista è un cercatore, un minatore, un diverso.
PENNA SOGNANTE – Diversità che può far male. E tanto.
MIRIAM – Già. Nella diversità c’è anche isolamento, sofferenza. “Amate, e non giudicate”dovrebbe essere l’imperativo interiore che tutti ci sforziamo di concretizzare verso gli altri. E ancor più verso gli artisti.
A corollario di questa intervista, vi lascio questo componimento, che nella chiusa unisce parola e immagini, (Poesia e Fotografia) e nel suo centro tematico afferma l’arte come “dono”:
La poesia è roba mia
che non vivo
per me stessa
e rincorro la dolcezza
La poesia è quella Via
che mi porta ad ogni cuore
assetato
di parole antiche e nuove,
di candore naturale
e Ricerca Esistenza
Lì mi hai detto
torna sempre a camminare
e senza compensi
né reti sicure
– DònatiMir –
donaci ancora
pensate pitture.